Il movimento Rete torna a proporre una riflessione sul tema del progetto di cartolarizzazione degli Npl, al centro proprio in questi giorni del confronto politico.
Scrive Rete: “Nei bilanci delle banche ci sono, da decenni, milioni di crediti deteriorati (Npl), ovvero crediti nei confronti di persone o imprese che hanno chiesto mutui, prestiti o finanziamenti senza restituirli e che le banche non riescono a riscuotere. Perché è importante toglierli dai bilanci? Perché incidono sulla solidità delle banche le quali hanno maggiori difficoltà ad erogare credito alle famiglie e alle imprese e ciò danneggia l’economia nel suo complesso.
Il progetto di cartolarizzazione serve proprio a liberare i bilanci: prevede che quei crediti vengano ceduti ad un veicolo che li trasforma in carta cioè in titoli obbligazionari di varia natura per poi cercare di recuperarli”.
Aggiunge Rete: “Fatta questa doverosa premessa, occorre dire che il Progetto di Legge sulla cartolarizzazione degli Npl è stato voluto e sostenuto dal nostro movimento, ma la sua applicazione pratica da parte della Segreteria Finanze si è rivelata opaca e paragonabile alle gestioni speculative del recente passato, in cui si sono portati avanti affari privati ammantandoli di una veste istituzionale. La nostra opinione si è rafforzata ancora di più vedendo con quanto vigore il Segretario Gatti, da solo, si è opposto alla proposta di costituire un comitato per il monitoraggio dei costi. Ai Consiglieri di maggioranza abbiamo detto che, se fossimo stati nei loro panni, non avremmo acconsentito a quest’operazione, gestita in questo modo, perché si rischia l’osso del collo”.
“Il cervello del progetto di cartolarizzazione, dov’è? È evidente che non sia dentro la Segreteria Finanze, visto quanto accaduto il 16 novembre scorso durante la seduta Commissione Finanze che avrebbe dovuto esprimersi sul progetto. In quella sede i Commissari si sono visti recapitare un plico di 80 pagine che nessuno aveva mai visto: né i gruppi di opposizione, né quelli di maggioranza né tantomeno il Segretario di Stato per le Finanze! Ma non basta, perché quel plico conteneva anche la delibera di approvazione della garanzia al progetto, con tanto di decreti attuativi” scrive Rete.
“Chiunque abbia a cuore il sistema democratico o, quantomeno, abbia un minimo di coscienza, capirebbe subito che qualcosa non va. Com’è possibile che dentro le Istituzioni arrivi documentazione sconosciuta e con le delibere di approvazione preconfezionate? Com’è possibile che il Segretario alle Finanze Gatti, pur asserendo di essere estraneo alla cosa, si presti a considerarla ammissibile e la difenda?
Più volte il movimento RETE ha chiesto informazioni su due aspetti determinanti: il valore della garanzia dello Stato e i costi di recupero. Perché sicuramente il progetto di cartolarizzazione serve, ma i costi di recupero fanno gola a parecchi. A quanto ammonteranno? Inizialmente ci era stato detto 5 milioni. Qualche giorno fa si è passati, come per magia, a 35 milioni. Tutto normale per il Segretario Gatti. E la garanzia dello Stato? Inizialmente anche i membri di maggioranza della Commissione del 16 novembre si sono rifiutati di deliberarla per mancanza di approfondimenti e solo nella commissione del 27 novembre hanno deliberato che lo Stato la deve dare comunque, ma sull’importo si esprimeranno Governo e Banca Centrale fino ad un importo massimo di 75 milioni + 15 milioni di interessi.
Altro aspetto inquietante, rilevato in Consiglio, è il conflitto di interesse latente: lo stesso professionista, avv. Matteo Mularoni, fa il progetto Npl (nel 2016, quando era presidente dell’ABS-Associazione Bancaria Sammarinese), contribuisce alla stesura della Legge, è l’avvocato delle banche sammarinesi, è l’avvocato della Jp Morgan, ovvero dell’Arranger (che si occupa dell’organizzazione dell’operazione) e quindi ha valutato i crediti, e probabilmente sarà anche colui che si occuperà delle procedure di recupero. Il conflitto di interessi è un cocktail micidiale che a San Marino non ha mai smesso di andare di moda” conclude Rete.