San Marino. Riflessioni sul delicato passaggio politico attraversato dal Paese. Un gruppo di cittadini

San Marino. Riflessioni sul delicato passaggio politico attraversato dal Paese. Un gruppo di cittadini

Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di un gruppo di cittadini sul particolare momento politico che sta vivendo il Paese.

I fatti di cronaca giudiziaria che gravano sulla politica sammarinese vanno considerati con estrema serietà. Il grado di corruzione portato alla luce dalle carte processuali e dagli scambi di accuse apparsi a mezzo stampa è impressionante. Ma ciò che ancor di più deve preoccupare è che la politica, dentro il suo fallimento, si dimostra incapace di andare oltre un discorso moralistico – giudiziario. Dal “mandiamoli tutti a casa” agli inviti a costituirsi verso chi «dice di sapere», dai richiami per il rispetto dell’autonomia della magistratura al più cieco garantismo di convenienza: tutto appare semplicistico se non ipocrita. Cambiare nomi e facce non basta, né tanto meno bastano gli appelli alle istituzioni democratiche, la cui credibilità è fortemente compromessa.

Se è vero com’è vero che la corruzione s’è fatta sistema, allora significa che non tutto inizia e finisce con la politica, ma che a essere coinvolte sono anche parti della pubblica amministrazione, delle forze di polizia, degli ordini professionali, dell’imprenditoria e, non da ultimo, del tribunale. Ne sono una riprova le rogatorie inevase, le prescrizioni, l’inattività permanente a fronte del vergognoso elenco di indagini di procure italiane che vertono su San Marino e che hanno a che fare con i reati più gravi. In altre parole ad essere in pericolo è la stessa convivenza civile.
Il risanamento della politica è una questione senz’altro imprescindibile così com’è un dovere civile aprire un discorso di verità sulla storia recente della Repubblica. È un compito che solo la politica stessa può assolvere. La ragione è molto semplice: la politica, se partecipata, è di tutti. Bisogna allora che i sammarinesi tornino a discutere, a confrontarsi e che trovino presto nuove forme di organizzazione politica, al di là dell’ormai insufficiente «forma partito».

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