E’ un’autentica sciagura per la Repubblica di San Marino l’adesione a Sepa nei termini e nei modi illustrati ieri nella conferenza stampa appositamente convocata.
L’illusione che aveva generato il primo annuncio dell’adesione, arrivato nella tarda serata di martedì 10 da Smtv San Marino, è amaramente svanita subito nel primo intervento, quello del Segretario di Stato alle Finanze, Claudio Felici, che ha accennato a un ‘tramitante’ italiano.
Tramitante italiano poi risultato essere l’Icbpi, cioè l’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, indicato da Banca d’Italia e soggetto vigilato di Banca d’Italia.
Ha proseguito il Segretario di Stato agli Affari Esteri, Pasquale Valentini, attestando la riduzione -definitiva?- di San Marino alla paventata condizione di protettorato, in prosecuzione degli atti esiziali per la sovranità promossi e sottoscritti dal predecessore, Antonella Mularoni, interlocutori Italia e Unione Europea.
Condizione di protettorato dalla quale invece, proprio attraverso l’adesione al Sepa in senso pieno pare in qualche modo uscire Monaco.
In sostanza ieri Felici e Valentini sono riusciti in un colpo solo ad avallare lo sprofondamento della Repubblica di San Marino in termini di sovranità ed anche arrecare -il colpo di grazia?- al sistema economico sammarinese, a partire proprio dal settore finanziario che a parole hanno detto di voler proteggere.
Valentini, Felici, Giannini e Vivoli. Da San Marino Oggi