San Marino. Spaccatura in NpR: capogruppo sfiduciata? Antonio Fabbri

San Marino. Spaccatura in NpR: capogruppo sfiduciata? Antonio Fabbri

Spaccatura in NpR, consiglieri e membri di governo sfiduciano la capogruppo

Goccia che ha fatto traboccare il vaso l’interrogazione di Denise Bronzetti con i Berti e Simoncini all’insaputa degli altri consiglieri e dei Segretari di Stato “In forte discussione la fiducia che possiamo continuare a riporre” 

Antonio Fabbri

Che fosse una lista eterogenea era noto fin dalla campagna elettorale. Covava da un po’, tra l’altro, una certa insofferenza per lo spostamento a destra delle politiche della lista, con appiattimento su una sorta di “egemonia” dei Berti cui si è affiancata la Capogruppo Denise Bronzetti, più volte difesa in Consiglio dall’avvocato Gian Nicola Berti dagli attacchi dell’opposizione. Una “egemonia” poco digerita soprattutto nel Psd e nel Ps – che come noto sono i maggiori partiti che compongono la lista Npr – e da Mdsi.

Il malcontento, poi, è culminato giovedì scorso con una lettera firmata da quattro membri del gruppo consiliare e dai due membri di governo di Npr, indirizzata alla Capogruppo Bronzetti.

Casus belli, l’interrogazione sulla campagna vaccinale , sui numeri delle dosi Pfizer, se vi siano stati sprechi, presentata cinque giorni fa dai Berti, Bronzetti e il giovane Giacomo Simoncini. Ma al di là del merito dell’interrogazione, quello che rileva, e che ha mosso la lettera che suona come una sfiducia alla Capogruppo, è l’avere tenuto all’oscuro gli altri membri del gruppo consiliare e i membri di governo facenti capo a Npr, su questo atto parlamentare.

I firmatari della lettera criticano, comunque, tanto il merito quanto il metodo di quella interrogazione. “Oltre all’utilizzo di uno strumento tipico delle opposizioni, rileviamo che nel merito pare quantomeno discutibile produrre una interpellanza su un tema sensibile e finora con ottimi risultati come quello della vaccinazione anticovid, come peraltro riconosciuto anche fuori dalla maggioranza e dalla popolazione in generale”.

Quanto al metodo i firmatari – i consiglieri Iro Belluzzi, Gerardo Giovagnoli, Alessandro Mancini e Matteo Rossi e i Segretari di Stato Andrea Belluzzi e Federico Pedini Amati – scrivono: “Non possiamo non interrogarci sulle motivazioni che ti hanno

pinta a escludere volontariamente dall’iniziativa in oggetto la maggioranza dei rappresentanti istituzionali dell’aggregazione politica cui tu partecipi con l’alto incarico di Capogruppo consiliare, il quale, vogliamo ricordartelo, dovrebbe vincolarti a mantenere costantemente un atteggiamento di collaborazione e correttezza. Risulta ormai evidente che questo vincolo tu non lo avverti. Non è plausibile, infatti, supporre che tu non abbia valutato le conseguenza politiche della tua azione, che non solo ci pone in imbarazzo nei confronti degli alleati e del governo, ma segna, deliberatamente, una distanza crescente fra i soggetti che partecipano a Noi per la Repubblica, trascinandoci in una strada indefinita e per nulla condivisa. Ti chiediamo dunque: qual è il tuo effettivo obiettivo?”.

Dalla lettera inviata alla capogruppo si evince che si tratta di problemi che si manifestano da tempo. “Ciò ripropone con urgenza – si legge infatti nella missiva firmata dai sei esponenti politici di Npr – la questione di come debba essere gestito e condotto il Gruppo consiliare e del modo in cui fin qui hai speso la fiducia che ti è stata consegnata. Ciclicamente sembrano riproporsi gli stessi problemi. Confidavamo che si potessero raccogliere i molti segnali di disponibilità che abbiamo lanciato e che si potessero prendere in considerazione, almeno in parte, le nostre valutazioni su come dare un ordine e un indirizzo alla vita politica di Noi per la Repubblica; invece ci troviamo di fronte ad un atto da te compiuto da capogruppo che tenendo all’oscuro una parte del gruppo consigliere e tutta la delegazione di governo di NPR, mette in forte discussione la fiducia che possiamo continuare a riporre”, conclude la lettera di fatto sfiduciando la capogruppo.

Parole pesanti che, probabilmente, non cadranno nel vuoto e di certo dovranno vedere degli sviluppi con la posizione della Capogruppo sempre più in bilico.

 

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