San Marino. Su innovazione e debito pubblico, la critica di Demos alla maggioranza

San Marino. Su innovazione e debito pubblico, la critica di Demos alla maggioranza

In una famiglia se i genitori destinano tutte le risorse ad un unico figlio, inevitabilmente si creeranno dissapori, risentimenti e lotte all’interno della famiglia stessa, queste influiranno negativamente sulle sorti della famiglia, mettendo in discussione dapprima l’armonia, poi la fiducia.

Un paese senza armonia e senza fiducia non cresce; il Paese dal 1957 è stato quasi esclusivamente governato dalla Democrazia Cristiana, dovrebbe essere la stessa DC a volere un alternanza nell’interesse del Paese, invece continua a fare di tutto per vincere a tutti i costi e con ogni mezzo, senza una visione innovativa di Paese, senza una idea di equilibrio e redistribuzione, se non quella dello status quo e delle clientele. I risultati si vedono: Il paese ha un miliardo e 220 milioni di debito pubblico, di cui 350 verso investitori esteri, questo debito si incrementa ogni anno di circa 40
milioni. Noi cittadini paghiamo ogni anno 40 milioni in interessi e commissioni per il debito pubblico estero, tutti soldi sottratti al nostro stato sociale: istruzione, sanità e pensioni. Il debito costa e va ripagato, cosa stiamo facendo affinché questo non diventi un capestro per lo stato sociale delle prossime generazioni?

La mancanza di queste risorse produce una inefficienza nei servizi pubblici, e una riduzione delle pensioni erogate dal nostro sistema di previdenza, non avendo più lo stato la possibilità di ripianare i fondi pensionistici.

Con le diverse contro-riforme e con l’inefficienza del secondo pilastro e con l’inverno demografico, Il tasso di sostituzione delle pensioni, ovvero il valore della pensione rispetto all’ultimo stipendio, si sta paurosamente avvicinando al 50%, significa che chi andrà in pensione prenderà una pensione la metà più bassa dell’ultimo stipendio percepito, con una inflazione galoppante.

Il Paese sta diventando ogni giorno di più diseguale, ingiusto e difficile per le fasce più deboli, non vi è nessuno sforzo per estendere gli stessi diritti a tutti i cittadini, migliorando la produttività della comunità. Ma tutto questo non fa notizia!. Abbiamo riportato una parte di queste riflessioni al Congresso del PSD, alla cui azione politica ci rivolgiamo con fiducia, così come con fiducia ci rivolgiamo al prossimo congresso di Libera.

Porgiamo le nostre congratulazioni al nuovo Segretario Luca Lazzari. al nuovo Presidente Silvia Cecchetti e alla nuova Segreteria, esprimiamo a tutti loro un apprezzamento per i successi ottenuti e per le volontà politiche manifestate.

L’azione politica di Demos è sempre stata orientata all’equilibrio, alla moderazione, alla pacatezza, al lavoro continuo per rendere la politica un luogo accogliente per il cambiamento e per la tutela dei diritti. Lo abbiamo dimostrato negli atti e nei fatti, nonostante gli attacchi e le azioni scorrette cha abbiamo subito, sulla scia di questo possiamo affermare, con certezza, che l’attuale maggioranza è frutto di una fusione a freddo dettata dalla paura di una alternativa alla DC. Una alleanza di questo tipo potrà certo produrre stabilità politica, ma non certo innovazione e recupero del Debito pubblico per ridare fiato alle politiche necessarie alla tutela dello stato sociale.

E’ questa una stabilità unicamente basata sul consolidamento delle posizioni di potere, ma di certo senza nessuna forza propulsiva. Lo dimostrano le prime azioni concrete del governo, si sono aumentati il numero dei dipartimenti da 7 a 10, alla faccia delle diseguaglianze verso il settore privato e ai costi indotti sulle casse pubbliche, si è creato un oligopolio per le autoscuole per i soliti favori agli amici, alla faccia delle liberalizzazioni europee, si sta smantellando il servizio minori senza l’evidenza di alcuna progettualità. Se il buongiorno si vede dal mattino, i giorni che ci attenderanno non saranno facili, ma mai mollare! Perché lo ricordiamo la politica è lo strumento a disposizione di tutti i cittadini per migliorare le cose, se si scappa dalla politica il paese va a rotoli. E di certo la partecipazione attiva ad oggi stenta in tutta la politica.

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