San Marino verso la riforma delle pensioni: da Usl una serata con esperti internazionali

San Marino verso la riforma delle pensioni: da Usl una serata con esperti internazionali

Tra tutte quelle annunciate, la riforma delle pensioni per la Repubblica di San Marino è forse la più urgente e allo stesso tempo la più delicata da affrontare.

Se ne parla ormai da molti anni, dato che ogni anno che passa aumenta lo sbilancio tra attivi e passivi dei fondi pensioni. Secondo gli ultimi dati diffusi dal Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta, nel 2021 il passivo è di 50 milioni di euro ed è destinato ad aumentare nei prossimi anni. Questo perché oggi ci sono appena 2,6 lavoratori per ogni pensionato, contro i 6 degli anni ’80. “Ciò comporta – ha spiegato Ciavatta in Consiglio a maggio – una progressiva erosione del fondo pensioni, che si annullerà intorno al 2030″. 

Se il problema è noto e ormai sotto agli occhi di tutti, sulle soluzioni si fatica a trovare un’intesa.

Per fare il punto della situazione, e soprattutto per ascoltare i pareri e i suggerimenti di esperti a livello internazionale, l’Unione sammarinese dei lavoratori ha organizzato mercoledì 27 ottobre alle 20.30 un convegno dal titolo “Pensioni: quale futuro? Spunti di analisi comparata per una riforma equa e sostenibile”.

L’evento, che si terrà alla sala polivalente “Auditorium Little Tony” di Serravalle, avrà come protagonisti Giorgia Giacomini, Segretario Generale Unione Sammarinese dei Lavoratori; Roberto Ciavatta, Segretario di Stato alla Sanità e Sicurezza Sociale; Domenico Proietti, Segretario Confederale UIL Nazionale Italia; Marina Monaco, Consigliera Confederazione Europea dei Sindacati per le Politiche di Protezione Sociale e Fondi Europei; Renato Nibbio Bonnet, Componente Consiglio per la Previdenza; David Rosei, Componente FondISS Fondo di Previdenza Complementare.

 

Sicuramente una Riforma Previdenziale risulta necessaria – afferma il Segretario Generale Giorgia Giacomini tenuto conto che negli ultimi anni il numero dei pensionati è costantemente cresciuto e che, di pari passo, l’aumento del numero di occupati non è stato sufficiente a compensare il numero di nuove pensioni ordinarie erogate.

Come conseguenza il saldo tra entrate e uscite nella gestione dei fondi pensione è ovviamente negativo visto che l’importo delle prestazioni in favore dei pensionati supera i contributi ricevuti e ciò determina uno squilibrio strutturale del sistema.

Tuttavia la riforma previdenziale deve necessariamente inserirsi, con interventi modulari step by step, armonici, coordinati, in una chiara visione complessiva del sistema Paese ed essere contestuale ad altre riforme. Inoltre devono essere garantiti tempi congrui di dibattito con massimo coinvolgimento possibile delle forze sociali e della società civile“.

Non esattamente quello che è accaduto in questi giorni, in cui il governo ha chiesto ai sindacati di poter prelevare 30 milioni di euro dal Fondo pensione per destinarli al bilancio dello Stato. “È una richiesta a cui ci siamo subito opposti con fermezza – racconta Giacomini – sia nel merito che nel metodo. Il fondo pensione è un patrimonio di tutti i lavoratori e come tale va più tutelato, non meno”.

“E se da un lato lo scopo deve essere la messa in sicurezza dei fondi pensione – continua il Segretario Generale – per assicurare prestazioni dignitose anche alle future generazioni, dall’altro non può non tener conto della tenuta del tessuto sociale: intervenire pesantemente sulle pensioni, sia quelle in essere che per quelle future, può solo portare ad una ulteriore recessione economica, creare forti sconvolgimenti nella vita dei pensionati e delle loro famiglie.

Data la situazione attuale alzare semplicemente l’età pensionabile, quindi penalizzare le generazioni future, non basta. Anche intervenire sulle pensioni attuali forse non basterà. Ed è qui il problema: come far quadrare il cerchio?

“A questa domanda proveranno a rispondere gli ospiti della serata – dichiara Giacomini – che avranno come base di discussione la proposta di riforma previdenziale sammarinese. Occorre però partire dal presupposto che il sistema pensionistico perfetto probabilmente non esiste, Questo perché non si può applicare un unico modello a tutti i Paesi, che ovviamente hanno strutture ed esigenze molto diverse

Detto questo con gli ospiti cercheremo di fare una interessante comparazione con i sistemi previdenziali italiano ed europei tenendo anche conto dell’elevato numero di frontalieri in ingresso ed in uscita dalla Repubblica di San Marino”. 

“Non si tratta, comunque, di importare tout court sistemi previdenziali adottati da altri Stati – assicura il dirigente sindacale – ma di confrontarsi su un tema di forte attualità in molti stati. Nessun Paese ha ricette miracolistiche e la duplicazione in San Marino di un sistema previdenziale già altrove testato non è sicuramente possibile, poiché il sistema pensionistico risente di numerose implicanze relative, tra le tante, ad aspetti demografici, fiscali, giuslavoristici, sociali, assistenziali e di welfare. Ma sicuramente un confronto con la realtà italiana ed europea è fondamentale per poter coglierne spunti virtuosi, adattabili e utili alla realtà sammarinese”. 

 

 

 

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