Serenissima: “Sistemata la ‘questione tribunale’, riparte il fermento in maggioranza”

Serenissima: “Sistemata la ‘questione tribunale’, riparte il fermento in maggioranza”

GIAN MARIA FUIANO – Con l’approvazione in Consiglio Grande e Generale degli ultimi 2 provvedimenti sulla Giustizia, quello sulle norme di procedura in materia di astensione e ricusazione dei Magistrati e quello sulla riforma del Processo Penale, il Governo e la Maggioranza hanno portato a compimento il pacchetto di riforme e controriforme che da inizio legislatura è risultato subito essere il loro vero e unico obiettivo concreto.

E pare evidente come il piano preciso nato ed ideato sul finire della scorsa legislatura dai vertici delle forze dell’allora opposizione, da una parte del Tribunale e da vecchi protagonisti della politica sia stato portato a termine con precisione svizzera e con una determinazione senza precedenti. Si è partiti subito all’inizio del 2020 con la nomina dell’intero Collegio Garante e con l’ormai famosa legge qualificata 1/2020 che con l’interpretazione autentica che rivedeva in maniera retroattiva la composizione del Consiglio Plenario e quindi le sue ultime pronunce. Si è passati qualche mese dopo alla rimozione dell’ex Dirigente del Tribunale Giovanni Guzzetta e di molti magistrati invisi alla maggioranza e a una fazione precisa del tribunale con il ritorno in auge del neo Giudice di appello Valeria Pierfelici.

Si è arrivati infine alle riforme che hanno visto ridisegnare gli organismi di regolamentazione della Giustizia e a regalare la possibilità di un “Terzo appello” agli imputati eccellenti del Conto Mazzini che, guarda caso, vedrà arrivare la tanto attesa sentenza di appello proprio questa mattina.

En plein totale dunque per la maggioranza, o comunque per suoi “capi/padroni”, che adesso si trova però in un’impasse amletica senza una reale ragione di esistere.

È noto infatti che, terra da ceci a parte, sia difficile trovare un tema di prospettiva che possa mettere d’accordo, giusto per citare qualche componente della maggioranza, Matteo Zeppa, Gian Nicola Berti, Fabio Righi e Teodoro Lonfernini. E così, dunque, nelle ultime settimane si sono intensificati gli incontri, le trattative e i vari rimescolamenti tra le varie forze politiche di maggioranza desiderose di esserci anche la prossima volta.

A rompere gli indugi, nel frattempo, è stato però il principale partito di opposizione, Libera, con l’annuncio di poche settimane fa dell’ingresso tra le sue fila del consigliere Iro Belluzzi che ha abbandonato il suo partito di provenienza, il PSD, dimostrando ancora una volta di essere una persona libera di fare le scelte anche più coraggiose e di non dipendere da alcun personaggio ingombrante del passato. Il Partito di Matteo Ciacci continua a lavorare al proprio rafforzamento nel Paese senza curarsi troppo delle strategie delle alleanze e pare imminente l’ingresso al suo interno di altri protagonisti della scena politica. Chi è rimasto con il cerino in mano è invece proprio il Partito dei Socialisti e dei Democratici, o quel poco che ne è rimasto, che sempre fedele ai desiderata del suo “padre nobile” Fiorenzo Stolfi, pare avere avviato un confronto serrato con l’altra forza che appare in estrema difficoltà in questa fase politica. Ci riferiamo ovviamente al Movimento Rete che rappresenta la più grande delusione di questa legislatura, probabilmente anche di tutte quelle precedenti, e che si sta interrogando in questi giorni su di che morte morire. Continuare a sostenere il proprio leader massimo Roberto Ciavatta e i suoi indicibili accordi con i vertici della Democrazia Cristiana e i poteri forti del Paese o seguire gli stimoli della, sempre più risicata, base di sostenitori che richiede un motto di orgoglio con decisioni drastiche ed immediate?

Ma non è finita qui, perché c’è anche Motus Liberi che flirta da tempo con Libera e RF ma rimane incatenata nella sindrome del vorrei ma non posso e ci sono i consiglieri del gruppo misto che insieme ad un altro grande vecchio, ma con la barba lunga, della politica sammarinese stanno progettando l’ennesimo nuovo partito socialista per presentarsi dignitosamente alla prossima tornata elettorale.

E come dimenticarsi, infine, della “super star de’ noatri”, Federico Pedini Amati, che rinvigorito dai recenti successi mediatici, ha visto crescere ulteriormente la propria autostima e sembra aver trovato asilo politico nel partito di Fabio Righi.

Tutti si muovono dunque tranne uno, il Partito Democratico Cristiano Sammarinese che come sempre, onorando la propria secolare tradizione, sta seduto in riva al fiume aspettando che gli altri si scannino tra di loro. Ma questa è un’altra storia…

 

Articolo tratto da La Serenissima pubblicato integralmente dopo le 23

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