Sergio Barducci, Smtv San Marino: Il nodo italiano della black list e gli imbarazzi italiani

Sergio Barducci, Smtv San Marino: Il nodo italiano della black list e gli imbarazzi italiani

Smtv San Marino

Il nodo italiano della black list e gli imbarazzi italiani

Sergio Barducci

Aspettare con pazienza che l’Italia riconosca alla Repubblica di San Marino la
sempre più legittima uscita dalla black list, per riprendere un normale corso
economico senza la zavorra imposta da Tremonti ben 4 anni fa, sta diventando
ogni giorno più difficile da accettare. Il futuro del Titano continua a
dipendere da un vicino che sempre meno brilla per autorevolezza e che diventa
sempre più ingombrante come tutor del piccolo Stato, designato dall’Unione
Europea. Il parlamento italiano è stato, di fatto, delegittimato dalla Corte
Costituzionale, che ha dichiarato illegittima la legge elettorale con cui le
camere si sono insediate. Tecnicamente, quindi, tutti gli atti politici
sarebbero nulli e i parlamentari, sostanzialmente, abusivi. Più o meno la stessa
sorte è toccata alla giunta regionale piemontese, dopo che il Tar ha annullato
le elezioni regionali del 2010 a causa di irregolarità nel voto. Poi ci sono le
700 firme fasulle raccolte per la lista Formigoni, il cui processo è ancora
aperto, anche se nel frattempo alla guida della Regione c’è arrivato Roberto
Maroni. Ma l’elenco delle furberie elettorali non si ferma qui. Ci sono i
ballottini di Mantova, quelli per i referendum a Milano, che vedono indagata la
più giovane assessore provinciale d’Italia, Silvia Garnero, nipote di Daniela
Santanchè. E ancora l’indagine sul consigliere provinciale di Monza, Giuliano
Beretta della Lega Nord, per 900 firme sospette a sostegno di Maroni. Inciampo
sulle firme elettorali anche a Torino e poi a Lodi o per la Regione Lazio. E
l’elenco degli imbarazzi potrebbe continuare spostandosi sulle più recenti
vicende di intercettazioni del ministro De Girolamo, o altre cadute di stile.
Pesante la vicenda Oliverio, che preoccupa anche San Marino. Il commercialista
romano con frequentazioni illustri, avrebbe infatti consegnato ai servizi
segreti un elenco degli italiani con depositi a San Marino. Stando all’inchiesta
condotta dal PM della Procura di Roma, Giuseppe Cascini, Oliveiro sarebbe stato
in rapporti riservati con alti prelati, funzionari dell’intelligence e di
Equitalia, militari della Guardia di Finanza, politici e imprenditori. Insomma,
con l’Italia che conta. Quell’elenco lo avrebbe consegnato nel 2009, guarda caso
lo stesso anno in cui Tremonti bolla San Marino come paese non collaborativo.
Intrecci, irregolarità, atti non legittimi, tentativi di truffe elettorali. Ma
siamo sicuri che sia proprio l’Italia il Paese più adatto a tenere ancora in
scacco San Marino ritardando quell’uscita dalla black list che il Titano si è
guadagnato sudando le proverbiali sette camicie, come la stessa comunità
internazionale ha ripetutamente riconosciuto? Meglio concentrasi sulle rinnovate
condizioni e approfittarne per voltare pagina guardando insieme al futuro con
maggiore serenità.

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