SMAC, UNAS: ‘OBBLIGO NON SOSTENIBILE DA TUTTE LE IMPRESE’

SMAC, UNAS: ‘OBBLIGO NON SOSTENIBILE DA TUTTE LE IMPRESE’

SMAC, UNAS: ‘OBBLIGO NON SOSTENIBILE DA TUTTE LE IMPRESE’ 

“DIFFICILE L’USO IN MOLTI SETTORI, SIA UN’OPPORTUNITA’ NON UN COSTO” 

Un uso improprio della Smac rischia di far fallire quello che può rappresentare invece un volano per il commercio della Repubblica di San Marino. UNAS, Unione Nazionale Artigiani Sammarinesi, solleva le difficoltà applicative introdotte con la riforma fiscale e la Finanziaria sulla Smac Card.

L’associazione presieduta da Loretta Menicucci ha già chiesto un incontro chiarificatore con i Segretari di Stato per le Finanze, Claudio Felici, e per l’Industria – Artigianato e Commercio, Marco Arzilli, alla luce della “grande disinformazione e confusione” generata dalla mancanza dei necessari confronti per rendere realisticamente applicabile la normativa in vigore dal primo gennaio scorso. 

Con la riforma tributaria, la finanziaria ed il decreto del 30.12.2013 n. 180 è stato previsto ed introdotto l’utilizzo della SMaC quale certificatore di spesa ai fini della rilevazione degli oneri deducibili, ad oggi pensato dal legislatore obbligatorio entro il 2014 per tutti gli operatori che vendono o prestano servizi verso privati. 

Il problema sollevato da UNAS è che la SMaC “se discutibilmente può sostituire uno scontrino, assolutamente non potrà sostituire una fattura”. 

La card semplifica la vita ai contribuenti sollevandoli dalla raccolta di piccoli documenti, di valore limitato (scontrini e ricevute), ma d’altra parte “non può stravolgere la sostanza della fatturazione, obbligatoria ai fini fiscali, ma anche legata alla garanzia del lavoro per la analitica descrizione delle opere e dei materiali utilizzati.” 

“Il mondo Smac è da sempre stato pensato per il dettaglio – spiega Pio Ugolini, segretario generale U.N.A.S. – e non si può pensare al suo ricorso, ad esempio, per il settore edile, finiture, trasporto merci, ecc. – . È impensabile “strisciare” la Smac per la costruzione di una casa o dei suoi impianti e finiture!  Così come è fuori luogo pensare che un artigiano ambulante (elettricista, imbianchino, idraulico, ecc), possa rincorrere un cliente portandosi sempre dietro il “Pos”, perché le fasi del lavoro non coincidono con i tempi dei pagamenti. 

Altro aspetto critico è rappresentato dalla scontistica, che per gli artigiani è fissata al 2% a loro totale carico. Ai nuovi obblighi non devono accompagnarsi infatti nuovi costi, sostiene UNAS, rivendicando la discrezionalità nella scelta, ovvero l’introduzione di una SMaC neutra. “Uno Stato può imporre uno strumento di accertamento, ma non può imporre a un operatore di fare lo sconto al cliente generando costi per l’impresa”.

Da non sottovalutare, poi, che ad oggi nulla è previsto per gli artigiani non sammarinesi, in caso siano chiamati sul territorio, con il rischio che, senza l’obbligo di detenere la SMaC, siano più competitivi di quelli residenti. 

Per certe prestazioni la SMaC crea solo disservizi, costi, tempi e confusione inopportuna per le imprese e per i contribuenti. Alla proposta di utilizzo della SMaC quale certificato per ottenere passività deducibili, gli artigiani replicano chiedendo di confermare, ove presente, la “fattura” per le prestazioni tipicamente documentate da questo documento fiscale. E per le micro prestazioni al dettaglio dare la possibilità di altre soluzioni, perché il tempo perso per la certificazione rischierebbe di valere più della prestazione stessa. 

Questi, in sintesi, i concetti che la delegazione UNAS ha intenzione di ribadire ai Segretari di Stato cui ha richiesto un incontro urgente. 

San Marino, 10 gennaio 2014

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