Sole 24 Ore, Gli impegni assunti saranno monitorati, Piergiorgio Valente

Sole 24 Ore, Gli impegni assunti saranno monitorati, Piergiorgio Valente

Sole 24 Ore
Gli impegni assunti saranno monitorati
Piergiorgio Valente
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La strategia. L’organizzazione verificherà la coerenza nei comportamenti e l’effettiva compliance
La questione dei paradisi fiscali e finanziari ha trovato con il G20 di Londra del 2 aprile 2009 un momento di discontinuità sostanziale. Innanzitutto, nei principi e nelle regole, mediante definizione e condivisione di una piattaforma d’approccio comune in ambito sovranazionale (governance). Poi, nelle modalità e nei tempi, attraverso una cooperazione reciprocamente vigilata delle relazioni bilaterali tra Stati e concretamente applicata (enforcement). Infine, nell’accertamento e nella verifica, al fine di favorire, nei Paesi grey list, processi di comprensione, valutazione e adeguamento ai nuovi standard internazionali (compliance).
Prima dell’inizio del processo di effettivo adeguamento agli standard di trasparenza e scambio di informazioni, il 25% circa dei Paesi del mondo era qualificabile – a vario titolo e in base alle blacklist redatte dall’Ocse e dalle autorità fiscali nazionali – come paradiso fiscale (circa 50). Erano state siglate circa 3.500 convenzioni contro le doppie imposizioni, per lo più con limitazioni nelle disposizioni sullo scambio d informazioni. Allo stesso tempo, era stato sottoscritto un numero ridotto di Tax information exchange agreements (Tiea).
L’impatto dei paradisi fiscali e fmanziari (definiti dall’Ocse «il lato oscuro dell’economia internazionale») sulle casse degli Stati a fiscalità avanzata è stato riconosciuto non più tollerabile in tempo di crisi economica mondiale. Rimossi i persistenti unilateralismi, è apparsa così necessaria un’azione multilaterale di contrasto al fine di pervenire ad una simbiosi regolata con i paradisi, fondamento per una (indispensabile) concorrenza leale. L’azione prescrittiva dell’Ocse, attraverso parametri a valenza giuridica per ogni Stato, e l’elaborazione di principi di coesistenza fondati sulla trasparenza interna e sull’effettivo scambio di informazioni hanno inciso profondamente (ma bisognerà constatare quanto definitivamente) sui Paesi nelle categorie ancora a rischio. Così i paradisi non hanno potuto far altro che addivenire ad una condivisione (per assimilazione e non per contrasto) senza alternative né compromessi. E’, però, necessario che gli accordi (convenzioni e Tiea), una volta sottoscritti, entrino invigore e trovino concreta attuazione.
Inoltre, va rimarcato che ben 22 dei Paesi grey list al 2 aprile 2009 risultano attualmente inclusi tra le giurisdizioni white list. Tra questi figurano Monaco e San Marino. Il primo ha superato a fine 2009 il numero minimo di accordi sottoscritti (12), con conseguente passaggio alla lista bianca Ocse. San Marino, incluso nella white list nel settembre 2009, ha sottoscritto accordi con Paesi a fiscalità avanzata, membri dell’Unione europea e Ocse. Ha poi intrapreso un percorso di adeguamento agli standard internazionali e comunitari di trasparenza dell’ordinamento giuridico interno e, in primis, del sistema fiscale, oggetto di una riforma in atto.
Gli sforzi dell’Ocse nell’immediato futuro andranno verso la verifica della coerenza con gli impegni assunti e dell’effettiva compliance. Nel meeting in Messico a settembre 2009, è stato conferito mandato triennale per lo svolgimento di una peer review in due fasi. Nella prima, la verifica avrà ad oggetto la sussistenza di un adeguato sistema normativo regolamentare. Nel passaggio successivo, riguarderà l’implementazione degli standard.
L’attività di verifica e monitoraggio dovrbbe concludersi a metà del 20

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