Sulla querela in merito ai supposti incontri a Forlì

Sulla querela in merito ai supposti incontri a Forlì

A seguito delle ripetute figuracce collezionate dal Governo negli ultimi tempi, a partire dalla gestione a dir poco pressapochista delle nomine di organismi chiave come la Banca Centrale e l’Ufficio di Collegamento, per finire con gli “assedi” ripetuti della Guardia di Finanza e gli arresti delle ultime settimane passando per le ultime inchieste televisive che danno un quadro impietoso del nostro Paese, gli esponenti dell’Esecutivo appaiono sempre più in difficoltà.
Tanto è vero che per loro il problema non sono i riciclatori veri o presunti, i capitali mafiosi che rischiano seriamente di infiltrarsi nella nostra economia, i poteri forti che si contendono il controllo di imponenti gruppi bancari a danno della Cassa di Risparmio sammarinese: no, per il Governo il vero problema è l’opposizione!
Non si è mai udito, in un Paese democratico, di un Governo che denuncia la minoranza perché esercita il suo diritto-dovere di controllo e presenta un’interpellanza per appurare se corrisponde al vero un determinato fatto per il quale nel Paese si levano voci preoccupate.
Al di là della denuncia penale, che di per sé è talmente ridicola che di certo non ci desta alcun timore, quello che preoccupa è invece la volontà del Governo di intimidire per via giudiziaria chi ha il coraggio di contrastarne l’azione a livello politico. Questo comportamento non è degno di un sistema democratico bensì di un regime autoritario dove gli avversari politici vengono perseguiti a norma di legge e mette in luce da un lato l’estrema debolezza in cui versa l’Esecutivo, e dall’altro la volontà censoria di chi non è capace di reggere critiche che, evidentemente, hanno colpito nel segno andando a toccare parecchi nervi scoperti.
Il governo farebbe bene a preoccuparsi invece di quanto sostenuto dal Segretario Gatti nell’intervista resa alla troupe di Report, laddove ha dichiarato che “entro cinque o sei mesi verranno chiuse una ventina di finanziarie e 3 o 4 banche” perché in sostanza operano al di fuori della legalità! Di più, Gatti dichiara di essere a conoscenza dell’arrivo di capitali mafiosi in alcune banche, lasciando intendere di sapere anche quali sono.
Riteniamo che queste affermazioni siano gravissime poiché danno l’idea quanto meno di una sottovalutazione del fenomeno del riciclaggio e di una irresponsabilità politica senza precedenti, a tal punto che il giornalista commenta rilevando che a San Marino “governo e banchieri sanno che le mafie sono arrivate coi loro soldi” e dipingendo il nostro Paese come connivente, o quanto meno indifferente, con i riciclatori mafiosi.
D’altra parte non possiamo aspettarci granché da chi non ha esitato a rivolgersi a sedicenti agenti segreti dipingendo San Marino come un covo di “tangentisti e pirati della finanza”, una zona grigia dalla quale transitavano valigette radioattive e finanziamenti al terrorismo internazionale, finendo per ben due volte censurato dal Consiglio Grande e Generale.
Occorre invece uno scatto di reni da parte delle forze sane del nostro Paese, una sterzata decisa verso un cambiamento finora timidamente accennato ma che ha già dato fastidio a qualcuno che, non a caso, sta cercando di frenare il motore del rinnovamento e di tornare indietro ai vecchi tempi. Questo Governo non è in grado di realizzare quella svolta così necessaria perché è ancora prigioniero dei vecchi personaggi e delle loro vecchie logiche e non ha nelle sue corde l’esigenza di cambiare in quanto è un governo di sostanziale restaurazione. Se però si andrà avanti su questa china, al di là delle belle intenzioni e delle fotografie di rito con i vari interlocutori, a perdere saranno il Paese e i Sammarinesi e non i soliti noti, non certamente i pescecani delle truffe e del riciclaggio ma i cittadini onesti e l’intero sistema economico e sociale.

Ivan Foschi
Capogruppo SU

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