Sulla riforma della Pubblica Amministrazione di San Marino

Sulla riforma della Pubblica Amministrazione di San Marino

Riforma Pubblica Amministrazione
Sono in discussione in questi giorni le leggi quadro per la Riforma della Pubblica Amministrazione, la Legge sulla Dirigenza, la legge sui Concorsi ed altre forme di Selezione” e la legge ”Norme di disciplina per i pubblici dipendenti”.
Riteniamo che un aspetto che ci trova tutti d’accordo, parti sociali, forze politiche e lavoratori sia la necessità impellente di una riforma, in quanto occorre dare nuovo vigore ad un apparato “stanco” e apparentemente improduttivo.
Un paese moderno ha sempre più bisogno di amministrazioni pubbliche che, in un quadro di maggior autonomia, siano in grado di adottare strategie e strumenti per il cambiamento e l’innovazione, rispondendo in modo puntuale o addirittura anticipando i bisogni dei cittadini e utilizzando al meglio le risorse disponibili.
L’USL ritiene che la valorizzazione delle persone, delle loro energie e capacità , sia un elemento fondamentale per la realizzazione di questo cambiamento: la gestione delle risorse umane nella P.A. è uno dei nodi strategici della riforma.
La valorizzazione delle risorse umane deve necessariamente passare attraverso la formazione e l’aggiornamento che rivestono un importanza fondamentale per qualsiasi amministrazione e se da un lato l’amministrazione deve incoraggiare , sostenere , verificare costantemente l’aggiornamento e la formazione dei suoi dipendenti considerandola una risorsa indispensabile, dall’altro i dipendenti hanno il diritto-dovere di aggiornarsi e formarsi lungo tutto l’arco della vita.
Occorre favorire sistemi basati sul merito, sullo svolgimento di appositi percorsi formativi, sulla produttività e sul miglioramento delle conoscenze professionali del dipendente.
Sarà necessario tuttavia operare i cambiamenti sempre nell’ottica di salvaguardia dei diritti acquisiti dai lavoratori.
Aspetto condivisibile della riforma è la maggiore autonomia ed indipendenza della Pubblica Amministrazione rispetto agli organi politici. Autonomia che si traduce in maggiore responsabilità di ciascun dipartimento nella gestione delle risorse compatibilmente con gli indirizzi e gli obiettivi prefissati.
Fondamentale sarà prevedere una revisione del fabbisogno in termini di servizi e professionalità, attraverso decreti delegati. Il processo di revisione dovrà essere costante e finalizzato ad elevare gli standard qualitativi dell’ amministrazione.
Non più inamovibilità e inefficienza, ma ridisegnare la PA secondo il principi di formazione, meritocrazia e produttività. Per fare ciò la chiave di volta è la posizione dirigenziale: attribuendo al dirigente maggiore responsabilità ed autonomia nella gestione del proprio dipartimento od unità, l’auspicio è quello di generare un “effetto cascata” su tutti i pubblici dipendenti, i quali, attraverso la spinta dirigenziale,si ritroveranno in un circolo virtuoso di incremento di efficienza e professionalità al servizio del Paese.
Dovranno essere i cittadini a valutare l’efficienza nell’uso delle risorse, sulla base del migliore soddisfacimento dei propri bisogni: misurazione e valutazione, saranno strumento essenziale per il cambiamento per penalizzare i vecchi metodi e la cattiva burocrazia.
Se cambierà il modo in cui la pubblica amministrazione usa gli strumenti a sua disposizione, le risorse liberate potranno avere impiego produttivo per migliorare e attivare nuovi servizi per il Paese.
Giorgia Giacomini
Segretario pro- tempore Pubblico Impiego U.S.L.

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