Sull’audizione dei vertici di Bcsm

Sull’audizione dei vertici di Bcsm

L’audizione dei vertici di Banca Centrale ha confermato tutte le preoccupazioni sollevate da tempo dall’opposizione e da Sinistra Unita in particolare, poiché si è riscontrato come anche ora che sono state completate le nomine nell’Istituto, permangano forti diffidenze da parte italiana nei confronti delle istituzioni sammarinesi.
A chi analizza le ultime vicende razionalmente, e senza gli isterismi a cui si lasciano spesso andare gli esponenti della maggioranza, non può certo sfuggire che i problemi maggiori sono nati proprio a seguito della sconsiderata azione condotta dal Patto per San Marino, e in particolare dai Segretari Gatti e Mularoni, contro i precedenti vertici di BCSM, colpevoli di non avere accettato le vergognose pressioni finalizzate ad allentare i controlli, evitare ispezioni scomode e concedere a chi non aveva i requisiti, i quali sono stati cacciati senza avere la possibilità di essere ascoltati.
Non va dimenticato infatti che la maggioranza un anno fa si è ostinatamente rifiutata di convocare Papi, Bossone e Caringi, temendo evidentemente di non riuscire a reggere il confronto poiché sarebbe stata inchiodata alle sue gravissime responsabilità, quelle che partiti come AP e altri cespugli avrebbero definito, in altri tempi, alla stregua di “scandali di regime” contro i quali scendere in piazza e chiedere le dimissioni dell’intero Governo. Oggi invece, pur di rimanere aggrappati alla poltrona con le unghie, questi partiti preferiscono insabbiare tutto temendo il severo giudizio dei Sammarinesi che hanno già bocciato seccamente l’attuale situazione.
Comprensibile quindi che dall’Italia ancora si nutra qualche sospetto, non tanto nei confronti della nuova Banca Centrale “normalizzata” e gradita al Governo, quanto più verso quest’ultimo che continua a muoversi in maniera confusionaria e ambigua, mostrando di non volere mettersi in linea con una vera istanza di trasparenza, per non dispiacere i suoi “grandi elettori” nel mondo bancario e finanziario. E di certo non dà maggiore autorevolezza alla BCSM fare sapere che ora le ispezioni avvengono “in accordo” con i soggetti vigilati, come se i controlli dovessero essere concordati tra controllori e controllati.
Probabilmente la maggioranza crede di fare più bella figura dicendo che “non si capisce cosa chiede l’Italia” anziché dire la verità e cioè che lo scambio di informazioni non lo si vuole fare, che non si vuole rinunciare al segreto bancario, anche se alla fine è chiaro che sarà una scelta imposta, e che si preferisce tenere sempre qualche residua zona d’ombra per favorire l’occultamento di capitali e di personaggi che cercano così di sfuggire agli organismi di controllo di altri Paesi.
Ecco perché l’attuale dirigenza di BCSM non ha potuto fare altro che prendere atto che le scelte di fondo spettano alla politica ed in mancanza di queste diventa inutile il lavoro dei tecnici che possono delineare prospettive e soluzioni, ma che in ultimo è il Governo a dovere decidere il da farsi, e a dovere scegliere se svoltare verso il nuovo o cercare di conservare la vecchia economia.
I casi lamentati dall’Italia di mancata o parziale collaborazione come quelli relativi a SMI, Carifin, CIS ecc, sono lì a testimoniare come alle belle parole non seguano sempre i fatti, poiché si cerca sempre di fare i furbi, dando poi la colpa agli altri che “non capiscono gli sforzi fatti”.
 Purtroppo i disastri combinati da Segretari allo sbaraglio come Mularoni e Valentini con genialate come la tassa sui frontalieri che rischia di mettere in ginocchio l’ISS, oltre a provocare ritorsioni sia da parte dei lavoratori che delle istituzioni italiane, o l’improbabile richiamo a manifestare tutti a Roma, o ancora i convegni organizzati con gli avversari politici del Ministro Tremonti non porteranno altro che all’aggravarsi della crisi in atto con l’Italia lasciando costi sempre più alti da pagare al Paese.

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