Sviluppo di Poste San Marino Spa, il resoconto del dibattito in Commissione Finanze

Sviluppo di Poste San Marino Spa, il resoconto del dibattito in Commissione Finanze

Commissione Consiliare Permanente Finanze, Bilancio e Programmazione;  Artigianato, Industria, Commercio; Turismo, Servizi, Trasporti e Telecomunicazioni, Lavoro e Cooperazione

-GIOVEDI’ 13 GENNAIO-

La seduta odierna della commissione Finanze si apre con il comma Comunicazioni e gli interventi dei consiglieri Nicola Renzi e Andrea Zafferani di Repubblica Futura, e di Matteo Ciacci di Libera che chiedono conto del cronoprogramma delle riforme, degli indirizzi del governo per il sistema bancario, per la pandemia, per gli aumenti tariffari, e dei rimborsi per i risparmiatori della finanziaria Smi. Il segretario di Stato per le Finanze Marco Gatti replica che “il cronoprogramma delle riforme è nella Legge di bilancio, si tratta ora per ogni segretario di Stato di dettare i tempi e i percorsi”. Per lui la priorità è la riforma Igr mentre prosegue il lavoro sugli Npl. Con il nuovo decreto sulla pandemia il confronto è in corso, mentre spetta alle banche comportarsi da imprese. Prende allora parola Emanuele Santi di Rete per ricordare la sentenza del Tribunale di Forlì che scagiona Cassa di risparmio dalla vicenda Delta.

Si passa così ai riferimenti del segretario di Stato per le Poste Federico Pedini Amati, del segretario di Stato per gli Affari interni Elena Tonini e del segretario di Stato per le Finanze Marco Gatti sul trasferimento dell’Ufficio filatelico in Poste San Marino. Seguono la relazione del direttore generale di Poste San Marino Gian Luca Amici sul Piano industriale e l’esame del progetto di legge di iniziativa popolare “Internalizzazione di Poste nella Pa” presentato da Marco Ugolini e altri del comitato Pro-Poste. Dopodiché si apre il dibattito con gli interventi di Iro Belluzzi di Noi per la Repubblica, Matteo Ciacci di Libera, Stefano Giulianelli, William Casali, Pasquale Valentini e Francesco Biordi del Partito democratico cristiano sammarinese, e di Emanuele Santi di Rete. Seguono le repliche dello stesso Ugolini e del segretario di Stato Pedini Amati e si passa poi all’esame dell’articolato della legge. L’articolo 1 “Finalità” viene respinto con un voto favorevole e sette contrari, e il promotore decide di soprassedere nel proseguire l’esame.

La seduta viene sospesa e riprenderà alle 21 dal riferimento del segretario di Stato per le Finanze Marco Gatti in merito ai rinnovi del debito pubblico. In modalità segreta verrà infine affrontata l’audizione dell’amministratore unico della Società di gestione degli attivi ex Bns spa.

Di seguito un riassunto dei diversi interventi
Comma 1
Nicola Renzi (Repubblica Futura): nel silenzio generale delle festività da San Marino Rtv abbiamo appreso che ci sono stati incontri tra maggioranza e governo e sarebbe pronto un nuovo cronoprogramma delle riforme, molte con un impatto forte dal punto di vista economico-finanziario e sociale. Vorremmo capire, il governo ci dia qualche lume. Esiste questo agognato cronoprogramma con le cose da fare e le scadenze? C’è un certo pessimismo dettato dal possibile imminente nuovo decreto, presentato come sempre a Consiglio grande e generale già convocato. Per cui è in vista un nuovo decreto? Cosa dobbiamo aspettarci? Infine sugli aumenti tariffari che l’Azienda di Stato per i servizi è stata costretta ad applicare, ci saranno ricadute immediate su famiglie e attività economiche. Il governo ha fatto poco o nulla.

Matteo Ciacci (Libera): alcune considerazioni di carattere generale, ad agosto 2020 serie di discussioni su progetto di legge su Npl, grande priorità per la politica. Ci sono novità sulla sua applicazione? Sul confronto con gli istituti di credito? Che relazioni ci sono con le banche sulla gestione di questa mole di risorse? Le banche sono in una situazione di stagnazione e alcune cercano supporto di liquidità. Che ruolo ha Banca centrale? Tra le priorità c’era il memorandum con Banca d’Italia, lo è ancora? Per il direttore generale di Bcsm che si fa? Che mandato dà il governo al sistema bancario-finanziario? Servono dei chiarimenti. Abbiamo clientela e core business imitati per le banche, qual è la vision?

Andrea Zafferani (Repubblica Futura): anche da parte mia un po’ di domande. Gli aumenti delle tariffe sono inevitabili, ma ci sono due mancanze grosse: una norma nella Finanziaria per calmierare gli effetti degli aumenti. Il governo ha intenzione di fare qualcosa? C’è poi il problema degli approvvigionamenti energetici, il governo fa qualcosa? Serve programmazione e l’hanno sottolineato anche due consiglieri di maggioranza. Sui rimborsi ai risparmiatori della finanziaria Smi sono perplesso e si crea un precedente, con un rimborso che può superare anche i 100.000 euro. Puzza di favoritismo a un miglio di distanza, è molto grave per un Paese che si sta indebitando.

Marco Gatti, segretario di Stato per le Finanze: il cronoprogramma è nella Legge di bilancio, si tratta ora per ogni segretario di Stato di dettare i tempi e i percorsi per legiferare le riforme. Dunque confronto politico, con le parti sociali ed economiche, per cercare di ottenere n testo che sia un punto di mediazione tra tante posizioni. La mia priorità è la riforma Igr e darò impostazione di lavoro in Consiglio grande e generale.
Il nuovo decreto per la pandemia non è ancora stato pubblicato, il confronto è in corso su interventi che possano agevolare un momento complesso. La crescita esponenziale dei positivi è un problema per le strutture sanitarie. Si sta cercando di contenere crescita.
Sugli aumenti tariffari a oggi non abbiamo contezza precisa scelta Aass e Autorità. L’aumento italiano è superiore a quello fatto dall’Azienda, da noi c’era già un effetto calmierante. Poi il governo valuterà se ci sono delle fasce a basso reddito con problematiche, ma si tratta di interventi di carattere sociale. Sull’approvvigionamento l’Azienda valuta varie possibilità, ma la vera sfida è la produzione. Sul sistema bancario-finanziario: per gli Npl il quadro normativo è completato, ora un ulteriore passo con la costruzione del veicolo con un decreto. Si aprirà il confronto nei prossimi giorni. Non abbiamo un disegno sul sistema bancario, la sfida che ha davanti è del sistema bancario. L’Accordo con l’Europa è importante, ma c’è una parte manageriale. Ci attendiamo delle imprese che facciano impresa, noi siamo regolatori non amministratori. Con Banca d’Italia portiamo avanti accordi specifici in base alle problematiche. È importante andare verso un accordo che preveda l’integrazione europea sostenuta da Banca d’Italia. Infine sui risparmiatori Smi: hanno subito una frode e la prima norma in merito è stata assunta dal precedente governo.

Emanuele Santi (Rete): un episodio è caduto in sordina un mese fa. L’Ordinanza del Tribunale di Forlì sul caso Delta che apre la strada a San Marino per la Cassa di risparmio di potersi rifare su quanto successo. Decadono di fatto moltissimi se non tutti i capi d’imputazione. Alla luce della commissione d’inchiesta, per cui Delta è costata oltre un miliardo, la sentenza non può cadere nel dimenticatoio. Occorre fare fronte comune per fare valere i nostri diretti. Si scagiona in toto Cassa di risparmio. Sulle tariffe, occorre capire come San Marino vuole cercare di rendersi un po’ indipendente. Occorre aprire il dibattito nel Paese. Mentre sulla Smi ci sono strumentalizzazioni: la questione nasce nella Finanziaria 2017

Comma 2 su Poste San Marino
Federico Pedini Amati, segretario di Stato per le Poste: il 2021 è stato un anno di transizione, con il cambio del management aziendale e il primo pano industriale. Il tutto per garantire massima trasparenza. Al nuovo direttore generale abbiamo chiesto di risanare il bilancio e avvinarsi al pareggio, sviluppando anche il settore pacchi e le alleanze con altri partner. L’attività nel 2021 ha visto aprirsi il confronto con Poste italiane con il tavolo al Mise per arrivare a un accordo commerciale sulle spedizioni, veicolare alle Poste i pacchi Amazon da ultimo miglio, implementare i servizi accessori. I primi risultati stanno arrivando, con l’accordo per i servizi Crono. Si cercano poi collaborazioni con altri soggetti come Fedex e Moneygram. Per il risanamento del bilancio è necessaria un riorganizzazione aziendale per una struttura elastica ed efficiente. Il 2020 si è chiuso con un rosso di 882.000 euro e si registra un alto rapporto tra costo del personale, 3,5 milioni di euro, e fatturato, 3,9. La scelta è di non mandare a casa nessuno comunque. Le zone postali, dopo un aspro confronto con i sindacati, sono scese da 36 s 26 con un risparmio di oltre 400.000 euro e con il nuovo fabbisogno il personale è sceso da 95 a 82 unità, senza il rinnovo dei pensionamenti. Sono soddisfatto dell’operato di Poste, il clima è costruttivo e si riflette nel rapporto con le istituzioni italiane.

Elena Tonini, segretario di Stato per gli Affari interni: quando si parla di razionalizzazione si tengono conto delle materie di competenza. Altri accorpamenti sono stati previsti per un maggiore efficientamento del settore pubblico allargato, ridistribuire le funzioni per ottimizzare e semplificare, nello specifico l’accorpamento dell’Ufficio filatelico in Poste era già previsto nel 2018 ma non si è completato. Il trasferimento delle funzioni deriva da una serie di approfondimenti, anche da parte di un gruppo tecnico ad hoc. Non si tratta nè di privatizzazione né di esternalizzazione, il socio è interamente pubblico, è la gestione che sarà più manageriale. Sul personale ci siamo confrontati con i sindacati per favorire l’aggiornamento professionale e mantenere il regime d’impiego di provenienza: il personale di ruolo resta assegnato e si potrà optare per il nuovo contratto aziendale. Le aree operative sono tre: divisione postale, divisione servizi e Numismatica-filatelica.
Il progetto di iniziativa popolare si basa sulla riduzione dei servizi e l’insostenibilità economica, ma le premesse sono cambiate, ora c’è un progetto concreto di sviluppo.

Marco Gatti, segretario di stato per le Finanze: l’impegno per arrivare il prima possibile alla riduzione della spesa corrente e al pareggio di bilancio significa spendere bene e riorganizzazione dei servizi. Da qui il mandato a direttore e cda di Poste per un’analisi e interventi in questa direzione. Poste spa è nata con la prospettiva di avere delle difficoltà e sono stati aggiunti i servizi finanziari. Purtroppo non si sono sviluppati. Allora studiati altri settori: personale e investimenti. E guardato quali erano attività coerenti. La scelta di accorpare l’Ufficio filatelico-numismatico è strategica, non si apre a terzi. E c’è una problematica se non si interviene: pensiamo a uno sviluppo del collezionismo con i token virtuali. Si garantiranno migliori risultati e i posti di lavoro.

Gian Luca Amici, Direttore generale Poste San Marino: I motivi per cui un’azienda entra in crisi non sono solo le mutevoli condizioni di mercato ma anche, e soprattutto, perché non riesce a reagire tempestivamente ai cambiamenti. Il cambiamento del mercato impone necessariamente un cambiamento nel modello organizzativo aziendale. Il Piano industriale 2021-2023 delinea gli obiettivi di Poste San Marino partendo dagli effetti della crisi mondiale dovuta alla pandemia e ipotizzando i possibili scenari del mercato postale. Uno strumento spartiacque fra il passato servizio postale, incentrato sulla corrispondenza e il nuovo, basato invece sulla consegna e spedizione dei pacchi.
Gli obiettivi principali sono: risanamento della perdita d’esercizio e raggiungimento del pareggio di bilancio nel breve termine; sviluppo dell’attività connessa alla gestione pacchi e logistica; sviluppo con Poste italiane e/o altri operatori nazionali o internazionali di strategie nel settore delle spedizioni; implementazione dei servizi offerti per l’Amministrazione. Dopo un 2021 concentrato principalmente sulla riorganizzazione aziendale, il 2022 sarà dedicato ad una piena attività di sviluppo delle citate strategie per poter giungere al risanamento aziendale entro il 2023. Solo con un’azione coordinata e congiunta tra implementazione dei ricavi e riduzione dei costi sarà possibile ipotizzare un azzeramento graduale del deficit: se sul lato ricavi il piano industriale presenterà una concreta proiezione di crescita, la gestione dei costi ad oggi si presenta piuttosto complessa visto il peso percentuale dei costi fissi riferiti al personale.
Poste San Marino è una società a socio unico interamente partecipata dallo Stato, costituita il 24 agosto 2015 con inizio della propria attività il 2 gennaio del 2016. Il capitale sociale è di tre milioni di euro, suddiviso in 30.000 azioni ordinarie del valore nominale di 100 euro cadauna ed è interamente di proprietà dell’Eccellentissima Camera. Il modello di governance prevede una netta separazione tra l’attività di amministrazione e l’attività di controllo con un Consiglio di Amministrazione e un Collegio Sindacale. Al 31 maggio scorso si contano 92 dipendenti in servizio suddivisi nelle quattro macroaree: Arrivi e partenze, Uffici Direzione, Portalettere, Uffici postali. L’età media del personale è 52,2 anni e la mediana è di 54 anni; il 32% ha meno di 50 anni mentre il restante 68% è sopra. La percentuale dei dipendenti in possesso di laurea si attesta al 10%. La forza lavoro è rappresentata essenzialmente da dipendenti pubblici in distacco dalla Pubblica Amministrazione. Sul lato dell’inquadramento dei dipendenti, la trasformazione in Spa non si è mai completata, in quanto si è continuato ad assumere personale con la formula del contratto pubblico. L’articolo 70 della Legge 174 del 20/12/2013 stabilisce che Poste San Marino deve definire per i propri dipendenti un nuovo contratto di lavoro aziendale integrativo al contratto collettivo del settore privato dei servizi. Concetto ribadito anche dal Decreto Delegato 99 del 13/06/2019 e dalla Delibera del Congresso di Stato 14 del 13/06/2019. Nonostante ciò, a distanza di oltre 7 anni dall’emanazione della legge, rimane ancora l’anomalia di una società per azioni di diritto privato con dipendenti pubblici. Così 7 risorse sono assunte con il contratto privatistico, mentre le restanti sono inquadrate nei livelli previsti dal contratto del Pubblico Impiego.
Dati i numeri di riferimento per l’Italia, per quanto riguarda San Marino i volumi della corrispondenza ordinaria in entrata hanno subito analoga forte contrazione. La posta ordinaria ha registrato nel 2020 un calo del 45% rispetto al dato del 2016, quella a firma del 32%. Le raccomandate elettroniche spedite nel 2020 sono 66.671 contro le 30.565 del 2019 e hanno raggiunto picchi mensili di quasi 7.000 spedizioni. Il volume della corrispondenza senza indirizzo (volantini) ha subito nel corso degli anni una notevole riduzione registrando nel 2020 un calo del 46% rispetto al dato del 2016. Anche il numero dei bollettini postali pagati presso le filiali evidenzia un calo costante negli anni. Seppur influenzata dall’emergenza sanitaria, la media mensile del 2020 registra 1.725 bollettini postali contro la media del 2017 che ammontava a 2.295. Al contrario il trend del settore dei pacchi ha registrato un miglioramento nei volumi spediti. Nei primi mesi del 2021 con l’acquisizione di alcuni nuovi clienti il numero dei pacchi mensili è quasi raddoppiato rispetto alla media mensile del 2020. Dai 1.400 nel 2020 siamo arrivati nei primi 5 mesi del 2021 a 2.660 pacchi. Le spedizioni sono principalmente di tipo B2C (Business to Consumer) da aziende sammarinesi verso clienti privati non sammarinesi: mediamente l’80% sono indirizzate alla vicina Italia mentre il restante 20% verso l’estero.

Dal punto di vista patrimoniale l’azienda non presenta difficoltà grazie al capitale sociale annualmente ripristinato dal Socio unico. Senza la ricapitalizzazione annuale l’azienda vedrebbe aumentare notevolmente il rapporto di indebitamento. L’indice della pozione finanziaria lorda sta gradualmente migliorando grazie alla diminuzione del debito residuo del mutuo ipotecario. La posizione finanziaria netta negli ultimi anni ha subito un lieve peggioramento. L’indice di liquidità misura 0,95, un ottimo valore a dimostrazione del buon grado di liquidità aziendale. Il margine di struttura secondario è a 1,32; l’indice di indebitamento al momento non desta preoccupazioni con un valore di 0,66. Il grado di ammortamento fabbricati per il 2020 registra il 14%, segnale di un fabbricato ancora quasi interamente da ammortizzare, mentre quello di attrezzature e automezzi il 76%, a dimostrazione del livello di logorio fisico e obsolescenza tecnica ed economica che impone all’azienda futuri investimenti atti a sostituire i beni con altri più efficienti e al passo con i tempi. L’analisi storica dei principali dati economico-reddituali aziendali dimostra un deficit strutturale presente in tutti gli esercizi dal 2014. I ricavi sono generati quasi esclusivamente dal settore della corrispondenza e risentono del trend discendente, per cui si rende necessaria una diversificazione del fatturato verso altri settori. Nel 2020 si è assistito a un lieve aumento del volume d’affari sui servizi elettronici e di spedizione pacchi che tuttavia non hanno compensato minimamente il crollo dell’84,3% registrato sul settore della corrispondenza.

I costi aziendali sono rappresentati principalmente da valori fissi incomprimibili come il costo del personale che rappresenta nel 2020 l’81% del totale delle uscite, 3,5 milioni di euro sui 4,3 totali. Dal 2014 i costi totali sono scesi di circa 828.000 euro determinati dal minor costo del personale per circa un milione e, con segno opposto, dal maggior costo per ammortamenti e oneri finanziari per 228.000 euro riconducibili all’immobile acquistato nel 2017. I margini di manovra per una prossima spending review sono limitati. A livello di redditività, il valore dell’Ebitda presenta un dato continuamente negativo generato da costi caratteristici superiori ai ricavi caratteristici, il valore di Ebit è ancor più peggiorativo.
L’incidenza del costo del lavoro sul fatturato ha raggiunto nel 2020 una percentuale dell’89%, vale a dire 3,52 milioni su 3,96 di fatturato, rappresentando un livello estremamente elevato per la sostenibilità economica aziendale. Il ricavo conseguito da ogni dipendente nel 2020 è sceso rispetto agli scorsi anni, così come registra un leggero miglioramento portandosi a circa 34.000 euro per dipendente il costo del lavoro per addetto.

L’analisi del rendiconto finanziario conferma un assorbimento di liquidità generata principalmente dal risultato operativo aziendale. Seppur la componente finanziaria, in alcuni anni, sia riuscita a generare liquidità, l’azienda non riesce ad autofinanziarsi per la componente economica e negli ultimi anni ha fatto fronte all’esigenza di liquidità utilizzando le somme elargite dal Socio per la copertura delle perdite e in misura minore utilizzando le somme libere depositate sui conti correnti bancari a credito.
Senza alcun dubbio, la principale causa di crisi aziendale è identificabile nella rigidità di adattamento della struttura ai cambiamenti del mercato, la trasformazione digitale non è stata prontamente affrontata. Si aggiungono l’incompiuta trasformazione da Ente pubblico in Società per azioni e l’incompiuto progetto di attivazione dei servizi finanziari.
L’obiettivo finale del piano industriale è quello di creare valore per il Socio o quantomeno riuscire ad arrivare nel medio termine all’azzeramento del deficit strutturale di bilancio. Le linee guida su cui si basa la futura strategia aziendale, pilastri da cui far partire la ripresa e costruire il futuro dell’azienda, saranno: riorganizzazione aziendale, sviluppo commerciale, servizi accessori, innovazione e digitalizzazione.

Il progetto di riorganizzazione prevede la diminuzione del numero di addetti postali, da 39 a 32 con la ricollocazione, tramite un adeguato processo di formazione delle 7 risorse in altri settori, attraverso una riduzione delle zone postali oppure indirettamente con un nuovo modello di servizio: si genererebbe una diminuzione dei costi amministrativi entro il 2023 di circa 113.000 euro. Il progetto di riorganizzazione, oltre a prevedere la non sostituzione del personale prossimo alla pensione, prevede il trasferimento di risorse aziendali da settori in difficoltà a nuove aree emergenti. Seppur il numero del personale in servizio nel 2023 dovrebbe risultare di 81 risorse, per prudenza si è il costo del personale per 85 unità. I settori che saranno implementati o creati ex novo saranno: Commerciale, Arrivi e Partenze, Comunicazione, Controllo di gestione, Information Technology. Si dovrà definire, in accordo con le Organizzazioni Sindacali, un nuovo contratto di lavoro. Il potenziale di crescita del settore dei pacchi è elevato e la capacità dell’impresa di trarre profitto dal mercato è dimostrata dai dati dell’ultimo periodo, a dimostrazione che la nostra azienda ha una buona capacità competitiva.

Oltre a Poste Italiane, con la quale è stato chiesto di istituire un tavolo misto al Mise per approfondire possibili sinergie, si stanno valutando offerte anche da altri fornitori per implementare l’offerta alla clientela e offrire alternative competitive; verrà creata una squadra di sviluppo al fine di attuare un’aggressiva politica commerciale sul Territorio; si punta poi a stimolare il collocamento dei servizi alla clientela, con l’assegnazione di obiettivi commerciali al personale dedicato alla vendita. Nel corso del 2020 è stato realizzato il progetto per la fornitura del servizio di “Firma Remota”.

Il servizio postale non può continuare ad essere scisso da quello filatelico e numismatico. Il progetto di trasferire le funzioni attribuite all’Ufficio Filatelico e Numismatico a Poste San Marino SpA darebbe quindi la possibilità di ammortizzare l’investimento immobiliare effettuato nel 2017 e riferito all’acquisto dell’immobile, sede generale dell’azienda. Lo Statuto di Poste San Marino prevede che la società possa fornire servizi delegati dalla Pubblica Amministrazione e dal Settore Pubblico Allargato. Considerando che alla data odierna sul territorio sammarinese opera un’unica impresa privata per il servizio di lettura dei contatori, potrebbe essere trasferito tale servizio in capo a Poste San Marino. In particolare si potrebbe avviare una trattativa con l’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici per l’appalto del servizio. Dall’analisi effettuata, il progetto darebbe la possibilità di diversificare il fatturato di Poste e ottenere un buon ritorno economico. Inoltre lo Stato avrebbe la possibilità di mantenere le risorse al proprio interno, senza generare una dispersione all’esterno. Si valuta la possibilità di accentrare i servizi a basso valore aggiunto, ma con volumi rilevanti come quelli di stampa, imbustamento, confezionamento per conto dello Stato.

Le principali voci di spesa che saranno ridotte sono riferite a oneri finanziari tramite diminuzione mutuo ipotecario per 600.000 euro con l’utilizzo della liquidità presente sui conti correnti aziendali; oneri di gestione tramite sostituzione del servizio Eurogiro da gennaio 2022; noleggio automezzi, manutenzioni e consumo carburante tramite la restituzione di10 auto; costo del personale tramite la riorganizzazione aziendale che permetterà la non sostituzione di 10 risorse che si ritireranno dal lavoro per essere collocate in pensione nei prossimi anni.
I ricavi saranno aumentati con la crescita dei volumi settore pacchi da 65 unità medie giornaliere del 2020 a 115 nel 2021, 350 pacchi nel 2022 e 850 pacchi nel 2023; la diminuzione dei volumi settore corrispondenza del 2%. Gli investimenti materiali ammonteranno a 70.000 euro, quelli immateriali a 40.000.
Dalla analisi dei dati previsionali di bilancio e dal calcolo di alcuni indici caratteristici emerge che le assunzioni strategiche stabilite possono generare un recupero della redditività grazie all’aumento del fatturato aziendale e alla contestuale riduzione dei costi improduttivi. La capacità dell’azienda di generare utili attraverso la propria gestione caratteristica è positiva, considerato che il Ros passa da -20,4% nel 2020 a 1% nel 2023 e il valore del fatturato medio per dipendente passa da circa 39.000 euro del 2020 a oltre 67.000 del 2023.

Il processo di pianificazione che porta alla costruzione del piano industriale si basa anche su un’analisi di sensitività rispetto alle principali variabili qualitative e quantitative con tre scenari e il risultato economico previsionale dei prossimi esercizi potrebbe variare nel 2023 da una perdita di circa 716.000 euro a un utile di circa 316.000. Se il contesto esterno è stabile, la possibilità di effettuare previsioni accurate non è di per sé del tutto teorica. Certo l’attività di pianificazione sta avvenendo in condizioni di elevata incertezza e in un contesto caratterizzato da una discontinuità non facilmente prevedibile. Di conseguenza il piano industriale non è che un indirizzo e una manifestazione di impegno a percorrere una certa direzione, che può, e deve, essere modificato e integrato per effetto dei processi di apprendimento e delle iniziative emergenti che esso stesso concorre a sviluppare. In particolare la realizzazione del Piano si propone di realizzare economie di gestione che favoriscano il recupero di margini operativi e di migliorare nei prossimi anni le performance aziendali accrescendone il valore economico.

Marco Ugolini, in rappresentanza del comitato Pro-Poste: passaggio da ente a spa si doveva fare secondo determinati criteri che non sono quelli del mero interesse contabile, ma richiedevano un preciso iter che non è stato minimamente rispettato. L’obiettivo della legge è riportare il settore Poste in seno alla Pa per restituire un servizio alla cittadinanza e renderlo nuovamente efficace. La scelta inutile, improvvida e deleteria che ha portato alla spa ha viso susseguirsi una serie di forzature. Venendo meno i fondamentali istitutivi, e quindi gli introiti previsionali, e dovendo fronteggiare l’aumento dei costi, la società ha messo in campo una serie di tagli con grave danno per personale e collettività. Il cda è una spesa inutile, non ha minimamente senso per un servizio per i cittadini. Serve una spending review ai piani più alti. Perchè Poste va privatizzata se è in deficit come tanti altri servizi? Nel Piano industriale non vedo nessun obiettivo non raggiungibile come ufficio statale. La mancata realizzazione di quanto previsto per legge e la mancata promulgazione di una legge per la trasformazione dell’ente in spa sono le motivazioni per cui se ne ritiene illegale la costituzione. Il settore Poste torni allo status di ufficio pubblico. Sulla proposta di accorpamento dell’Ufficio filatelico numismatico sono d’accordo, ma mi preoccupa che sia fatto a livello di spa.

Dibattito
Iro Belluzzi (Noi per la Repubblica): tutte le scelte vanno fatte con capacità di previsione. Ci si scandalizza per i costi del servizio, ma non ci sono servizi che siano remunerativi. Condivido il piano presentato dal governo. Spero che i servizi finanziari non vengano completamente abbandonati, anche per il superamento della proprietà statale della Cassa di risparmio. Sarebbe un modo per fare arrivare denaro fresco. Si può studiare l’ipotesi di diventare spedizioniere per tutte le attività svolte dall’amministrazione pubblica. Bene che vengano garantiti i lavoratori.

Matteo Ciacci (Libera): c’è un trend di totale flessione della corrispondenza e di aumento dei pacchi. È un asset da valorizzare il secondo. La scelta strategica di fare una spa è passata, Rete qualche anno fa era per il ritorno a ufficio pubblico, mi aspettavo una battaglia feroce per sostenere il progetto di legge. Invece è l’ennesimo dietrofront della vecchia guardia di Rete, questa è la questione politica che va posta. Non si può dire sì a tutti, la legge viene bocciata, la sfida è sviluppare i servizi ad alto valore aggiunto. La scelta dei servizi finanziaria ha cozzato con il crollo della nostra piazza.

Stefano Giulianelli (Partito democratico cristiano sammarinese): ottimo lavoro di analisi nel Piano industriale che è molto valido. Ugolini ha lavorato all’interno delle Poste e si percepisce la passione, ma non condivido totalmente la sua posizione. È una sfida difficile fare servizi bancari con personale carente di competenze in merito, andare in questa direzione anche oggi è difficoltoso. Le Poste comunque riusciranno ad affrontare le nuove sfide. Non è la forma giuridica che conta nl successo di una attività economica, ma l’organizzazione e la gestione.

William Casali (Partito democratico cristiano sammarinese): esprimo apprezzamento sul Piano industriale che è fatto molto bene. Permette di fare delle valutazioni che sono di aiuto. Ugolini dimostra che il personale di Poste ci tiene all’azienda. Si pensava che i servizi finanziari potessero fare la differenza, ma servivano competenze adeguate. Poste va riorganizzata, le comunicazioni si stanno rivoluzionando, serve una struttura per cambiare rapidamente le condizioni. Un ritorno indietro non permette di fare il passo necessario per l’azienda. Occorre capire le opportunità e fare un passo in avanti perché Poste non diventi un problema per lo Stato. Sono importanti gli accordi con altri soggetti per dare respiro internazionale.

Emanuele Santi (Rete): Poste è un dossier che governo e maggioranza hanno portato avanti da subito. Tutti gli anni dal 2014 perde dal mezzo al milione di euro. E Ciacci in maggioranza non l’ha fatto. Eravamo di fronte al fallimento del progetto partito nel 2014, dalla Pa alla spa con quel piano industriale non funzionava. E meno male che non sono partiti i servizi finanziari. Lettere e raccomandate sono andare a picco e i ricavi sono andati scemando. Qui arriva la grande sfida del dg Amici con cuore del business i pacchi. E i risultati già si vedono. In maggioranza si è aperto il dibattito sulla forma giuridica, ma indipendentemente da essa c’è una società da risanare con piano industriale e governance forte. Ce ne siamo accorti noi della gestione fallimentare. L’accorpamento con il filatelico è una soluzione coraggiosa e Poste rimarrà 100% pubblica. L’eliminazione dei servizi finanziari è un’altra questione, non ci sono le competenze, e nella riorganizzazione si devono diminuire i costi, aumentare i ricavi e fare una spending review. A ciò tende il Piano industriale per il pareggio entro due anni.

Pasquale Valentini (Partito democratico cristiano sammarinese): la proposta è inquadrata nella legge di bilancio e la legge di iniziativa popolare non può trovare consenso. Abbiamo scelta questa strada privatistica perché serve una gestione manageriale: il miglioramento dei sevizi dipende però anche dalla capacità di coinvolgimento degli operatori, dalle loro competenze. Il lavoratore va valorizzato, mi auguro che il Piano industriale trovi il rispetto della politica che si deve interrogare sulla capacità di rispetto dei lavoratori. Contratto privatistico non significa maggiore libertà di gestione dei dipendenti. Serve una riflessione profonda su cosa vuol dire rispetto dei lavoratori.

Francesco Biordi (Partito democratico cristiano sammarinese): lo Stato deve rimanere come elemento di controllo del privato. Qualsiasi attività sa che le risorse umane sono le migliori per ottenere i risultati. Il Piano industriale è efficace e appropriato, ci sono tutti i cluster. Doveva essere più approfondito su chi fa cosa e come lo fa. Servono risorse umane con alcune skill, hard o soft. La scolarizzazione è fondamentale. C’è un programma step by step di verifica dei risultati?

Repliche
Marco Ugolini, in rappresentanza del comitato Pro-Poste: il successo di un’azienda dipende dalla sua forma organizzativa. Questo è centrale per tornare o meno nella Pa. Serve un’analisi approfondita dell’iter operativo di una Poste spa con quello se riportata nella Pa. Avete ridotto di 10 unità il parco auto che potrebbe essere invece totalmente elettrico e alimentato da pannelli fotovoltaici. Un’altra proposta è quella nei mesi estivi di affiancare un ufficio postale al numismatico a servizio dei turisti in Città.

Federico Pedini Amati, segretario di Stato per le Poste: il dibattito è stato molto positivo. Abbiamo rispettato la legge di iniziativa popolare ma si dimentica che Poste spa è al 100% dello Stato. Il tema dipendenti è che sono tutti uguali, a livello solidaristico Poste sta facendo la sua parte, e affrontiamo il ragionamento su tutti i fronti, li abbiamo a cuore. Era chiaro che la piazza finanziaria con dei non manager a gestire banche e finanziarie non funzionava e la raccolta di 1.200 firme era legato a quello. L’obiettivo è invertire la tendenza aumentando i servizi postali e trovando nuove entrate. Ma non esiste più l’orbita della piazza finanziaria. Intendiamo bocciare la legge di iniziativa popolare.

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