Tassa frontalieri e prepensionamento, al Collegio Garante

Tassa frontalieri e prepensionamento, al Collegio Garante

Doppio ricorso: depositate le firme
Tassa frontalieri e pensionamenti forzati: sono stati consegnati al Collegio dei Garanti i ricorsi per chiedere l’incostituzionalità dei due provvedimenti della Finanziaria. I ricorsi della CSU sono stati possibili grazie alla firma di 27 consiglieri.
 
Gli articoli nel mirino dei ricorsi sono il n°56 (frontalieri)  e il n°72 (pensionamenti). Il  primo  è stato  firmato da 27 consilieri, il  secondo da 25.
Questi articoli violano i principi costituzionali dell’ordinamento sammarinese, sanciti  in primo luogo dalla Carta dei Diritti, che stabilisce l’uguaglianza dei diritti e di trattamento tra cittadini e lavoratori. “Tutti sono uguali davanti alla Legge, senza distinzioni di sesso, di condizioni personali, economiche, sociali, politiche e religiose. La Repubblica assicura pari dignità sociale e uguale tutela dei diritti e delle libertà”. Inoltre, le istanze si richiamano all’art. 14 della legge costituente la Carta dei Diritti, ove è disposto: “L’attività della Pubblica Amministrazione si conforma a criteri di legalità, imparzialità ed efficienza”.
Pietro Virga, professore emerito di diritto amministrativo, nel suo Diritto Costituzionale, enuncia: “Tra i vari principi proclamati nella Costituzione assume particolare rilevanza quello di eguaglianza, che impone al legislatore di trattare egualmente situazioni eguali fra di loro, garantendo una eguale disciplina, quando uniformi siano le condizioni oggettive e soggettive”. Tale principio “non si dirige solo al Giudice o all’Amministratore, ma anche al legislatore al quale viene fatto divieto di creare ingiuste discriminazioni fra i soggetti.”
ISTANZA TASSA FRONTALIERI – Oltre a richiamare le norme costituzionali sammarinesi sulla parità di diritti, si evidenzia anche che il nostro ordinamento ha recepito le convezioni internazionali sui diritti dell’uomo. Tra queste, l’art. 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, stabilisce che il godimento dei diritti riconosciuti “deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sull’origine nazionale o sociale”. Tale articolo, così come tutta la Convenzione Europea, fa parte integrante dell’ordinamento sammarinese, con valenza di legge costituzionale, in forza dell’art.1 della Dichiarazione dei Diritti. Uno dei principi sanciti dalla Carta dei Diritti, si legge nell’istanza, “è stato in realtà tradito in tutta la sua portata e in realtà radicalmente ignorato con la conseguenza di creare disparità e disuguaglianze di trattamento, che finiscono per provocare in un’unica classe di individui sostanziali squilibri e dislivelli nel trattamento economico e retributivo, oltre che tributario.”
ISTANZA PENSIONI – Tra le altre cose, richiama la legge di riforma pensionistica (157/2005), che innalza il limite dell’età pensionabile a 65 anni, riconoscendo a tutti, senza nessuna distinzione, il diritto di conseguire il pensionamento a questa età. Una norma che ha lo scopo, oltre che di assicurare una sostenibilità di lungo periodo nel sistema pensionistico, anche “quello di ripristinare una situazione di uguaglianza per tutti i destinatari del sistema”. L’art. 72 della finanziaria altera la proclamata uguaglianza, “senza trovare un aggancio ragionevole per giustificare la modifica”. La necessità di sistemare i conti pubblici, si legge nell’istanza, “non è compatibile con soluzioni discriminatorie e diseguali, soprattutto non rispettose di principi fondamentali”.
In generale, riteniamo che i consilieri che hanno firmato queste istanze abbiano recepito la forte richiesta di equità e di cambiamento che esprimono la cittadinanza e i lavoratori; questa iniziativa può segnare l’avvio di un rapporto che può essere positivo per il futuro.

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