Torniamo al sistema concessorio

Torniamo al sistema concessorio

La liberalizzazione delle società non ha dato i
risultati sperati. Quando nel 2005 l’allora Segretario all’Industria Claudio
Felici promosse la soppressione del sistema concessorio e la conseguente
liberalizzazione delle licenze, l’unica forza politica (assieme all’Unione
Sammarinese dei Commercianti) nel panorama sammarinese che si oppose
strenuamente a quella riforma furono i Liberal Sammarinesi. Oggi a 6 anni da
quella riforma è possibile tracciare un significativo bilancio. E il bilancio è
dei più desolanti.

I Liberal sostennero allora (giustamente) che San Marino non è luogo adatto
ad applicare l’ideologia liberale tout-court (cioè nella sua forma purissima);
ma che l’ideologia liberale va coniugata e declinata ad uno Stato particolare e
dalle caratteristiche peculiari come San Marino. Aprire le porte a tutti senza
poi non essere in grado di fare gli opportuni controlli non va bene.

Quando un’azienda si accinge ad entrare in contatto con un nuovo cliente o
fornitore prende le dovute informazioni: si accerta se il nuovo cliente è
affidabile, se ha avuto in passato fallimenti, se paga ecc. ecc. Così avveniva
prima quando era in vigore il sistema concessorio. Con il sistema concessorio i
Vallefuoco non sarebbero mai entrati a San Marino! Certo qualche scandalo
succedeva anche prima, vedi la truffa Long Drink, ma questo era tutto interno al
sistema sammarinese cioè riguardava figure altolocate di San Marino.

Adesso invece gli scandali che scopre La Guardia di Finanza italiana odorano
di mafia. C’è stato un bel salto di “qualità”! Insomma dal 2005 ad oggi il
sistema economico nostrano è andato fuori controllo. Quando a capitali di dubbia
provenienza si dà la possibilità di aprire una società a San Marino poi di lì ad
utilizzare anche le nostre banche per faccende poco chiare, il passo è
breve.

In Italia esistono organismi come la DIA ed altri che stanno alle calcagna
dei capitali di dubbia provenienza. A San Marino cosa c’è? Nulla. Che ruolo ha
avuto la liberalizzazione delle licenze nel creare a San Marino le attuali 3200
società che non hanno dipendenti? Che ruolo ha avuto nel creare le attuali 800
società commerciali (più o meno all’ingrosso) senza dipendenti? Che cosa si
aspetta a varare una legge in base alla quale non è possibile aprire una società
a San Marino senza almeno 1 dipendente? E poi ci stupiamo se Tremonti ci tiene
in black list. Per questo ritengo sarebbe buona cosa tornate al vecchio, caro,
affidabile Sistema Concessorio.

Leonardo Raschi

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