È ancora presto per dire come, ma sui paradisi fiscali cambierà tutto. Ne è convinto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che riferisce da Bruxelles durante l’Ecofin ai giornalisti che «c’è un passaggio su paradisi fiscali o legali nel documento sulla nuova architettura finanziaria», preparato dalla presidenza di turno francese in vista del Vertice europeo di questo fine settimana e del G20 di metà novembre. «Fino alla crisi era un discorso limitato agli scandali. Ora – ha scandito il ministro nel corso di una conferenza stampa – è diventato un tema politico. Come sarà è presto per dirlo, ma cambierà tutto e ci saranno regole più stringenti».
L’Ecofin ha concordato i principi generali di riforma delle regole della finanza globale. I ministri europei ritengono che il sistema di “early warning” sulle crisi finanziarie debba fare perno
sul Fondo monetario. La consapevolezza è che la riforma delle regole globali sarà molto lunga. Da Berlino, la cancelliera Angela Merkel chiede, però, di agire rapidamente. Le discussioni per riformare il sistema di Bretton Woods sono solo cominciate, spiegato Tremonti. «La situazione è in movimento, via via vedremo come evolverà: la posizione italiana è che non di sola finanza dobbiamo occuparci, ma anche di materie prime, di lavoro, di energia, di scambi commerciali e di cambi», ha precisato il ministro dell’Economia ironizzando sul fatto che le ultime settimane sono state contraddistinte «dalla produzione di vertici a mezzo di vertici».
Non tutti i governi, però, sono d’accordo con una impostazione da “agenda globale” e probabilmente proprio su questo, cioè sulla portata del negoziato per “rifondare Bretton Woods” ci sarà una discussione politica difficile nei prossimi mesi. Non sembra essere passata all’Ecofin l’idea di porre al vertice del G20 la necessità di una «risposta coordinata a livello internazionale alle sfide macroeconomiche». Lo ha riferito la presidente di Ecofin Christine Lagarde in merito ai lavori in corso tra i diplomatici per ammorbidire tale formulazione. Alcune delegazioni hanno avanzato dubbi sul rischio che uno stretto coordinamento internazionale sulle politiche economiche leda la sovranità nazionale.
I francesi hanno anche indicato che il Fondo monetario dovrà accrescere rappresentatività e legittimità: va rafforzata la partecipazione (anche in termini di quote e quindi di voti) dei paesi emergenti come Cina, India, Brasile, Arabia Saudita. Paesi che (è il caso di Cina e Arabia Saudita) in parte sono anche i finanziatori dell’economia globale sia in tempi normali che in tempi di crisi finanziaria. (Il sole 24 ore)