La fine di un’epoca: russi quasi azzerati, Rimini perde un affare da 80 milioni l’anno. Nel 2013 il record di presenze: 856mila. Ora sono appena 16mila
MANUEL SPADAZZI – È stata una delle estati più difficili, questa, per il turismo. L’alluvione di maggio e l’aumento generalizzato dei prezzi hanno inferto un duro colpo alla Romagna. Ma se Rimini ha contenuto i danni, lo deve soprattutto agli stranieri. Dati Istat alla mano, da gennaio a luglio i pernottamenti (le presenze) dei vacanzieri arrivati dall’estero sono stati pari a un milione e 232mila, con un aumento del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma in calo dell’8,6% sul 2019. Nonostante sia riuscita a tenersi stretti i tedeschi e a “intercettare” i turisti di altri paesi, Rimini continua a soffrire (non potrebbe essere altrimenti) per la mancanza dei russi. I turisti di Mosca e dintorni valevano una bella fetta del mercato estero, con un indotto di svariate decine di milioni di euro all’anno per gli hotel e le altre attività. (…)
Nel 2013, dopo anni di continua crescita, la città di Rimini ha raggiunto il picco massimo di turisti dalla Russia. Quell’anno gli arrivi erano stati oltre 183mila e le presenze quasi 856mila. Stimando in 100 euro, secondo gli studi di settore, l’indotto dei russi per ogni giorno di permanenza, nel 2013 i turisti da Mosca e dintorni avevano generato un volume d’affari di quasi 86 milioni di euro. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino