Upr: ‘A San Marino va tutto bene’

Upr: ‘A San Marino va tutto bene’

La comunità sammarinese assiste sbigottita ed impotente a questa ulteriore concitata fase della vita della nostra Repubblica. Si susseguono notizie pesanti e contraddittorie. Il Governo, dopo aver superato un’intricata estate all’insegna di notti insonni davanti ai computer, è riuscito – il 10 settembre scorso – a chiudere la fase di accertamento e riscossione dell’Imposta Generale sui Redditi. Siamo entrati nel guinness dei primati diventando l’unico Stato capace nel dilazionare la riscossione delle imposte dirette di 90 giorni. Mentre l’Europa ed il resto del mondo si affannano a ricercare entrate, noi possiamo addirittura permetterci di ritardare l’accertamento. Si tratta di un “regalo estivo” del governo pronto – tra riforma fiscale, riforma pensionistica e l’aumento delle bollette – a mettere pesantemente in tasca le mani ai sammarinesi. Mentre la drammatica crisi economica colpisce l’Europa e Stati Uniti per il Governo “sembra“ non riguardare San Marino. Anzi, a San Marino va proprio tutto bene. Ieri i vertici di Banca Centrale hanno confermato che ci sono segnali di risveglio per il settore finanziario e che con una centrale rischi, con una gestione accentrata del contante e una carta di credito made in RSM il sistema “sarà in sicurezza”. Per una volta – con piacere – ci sentiremo forse rinfrancati e pronti ad affrontare con serenità i prossimi mesi, durante i quali –a detta del Governo – tutti i contenziosi con l’Italia saranno superati. Passano però solo poche ore e una pioggia di agenzie di stampa riporta il sistema finanziario al centro dell’obiettivo delle forze dell’ordine italiane e della giustizia. Vengono arrestati cittadini sammarinesi tra cui un professionista sammarinese – a sua volta già arrestato nella Repubblica d’Italia – che si ritrova di nuovo al centro di un’inchiesta che ha ricadute d’immagine devastanti per il Paese. La vicenda FINCAPITAL, su cui l’UPR ha più volte espresso le proprie perplessità, aleggia sul tutto. Francamente è incomprensibile come i numerosi e costosi presidi di vigilanza e di collegamento operanti in territorio siano stati tagliati fuori da attività come quella al centro dell’indagine della DIA di Napoli. E’ strano, o forse per questo comprensibile, l’imbarazzato silenzio del Governo su questo tema.  Se poi non bastasse la scorsa settimana con l’operazione “Titan Flags” si sono aperti ulteriori e preoccupanti scenari su cui il governo, come al solito, brancola nel buio più assoluto. Natanti sequestrati, auto con targa sammarinese sotto controllo e la latitanza delle istituzioni del Paese. Un Governo serio dovrebbe invece chiarire alla fonte eventuali criticità con le normative dei Paesi confinanti, onde evitare episodi spiacevoli che ledono l’immagine della Repubblica e accostano il nome di San Marino costantemente a parole come riciclaggio, contrabbando e truffe. Il Patto per San Marino ha la completa gestione del Paese dal dicembre 2008, ha occupato “militarmente i centri di potere del Paese”, ha rimosso in alcuni casi soggetti ostili al disegno e oggi i risultati ci sembrano tragici e molto pericolosi: siamo al fallimento totale della politica estera. Ultimo elemento, la visita odierna degli Eccellentissimi mi Capitani Reggenti a Roma. Nel prender atto positivamente della visita, il nostro auspicio è che – al di là dell’aspetto diplomatico dell’evento e della cordialità mostrata dal Presidente della Repubblica d’Italia, SE Giorgio Napolitano – si possa rimettere un moto un cammino dignitoso per superare la gravità del momento. La mancata emissione di un comunicato congiunto tra le parti, al termine dell’incontro, fa però pensare al persistere di eventuali criticità che limitano la possibilità di raggiungere a breve questo traguardo. Siamo di fronte ad un Governo debole ed arrogante condizionato dal misurare i propri insuccessi e scivoloni dai titoli mattutini dei giornali. Una maggioranza seria avrebbe già preso atto della propria incapacità e chiuso un’esperienza politica fallimentare, ma l’amore del potere e delle poltrone, blocca ogni processo democratico o di responsabilità. Forse oggi – primo giorno di autunno – non ci resta che piangere ripensando alla felice estate trascorsa durante la quale gli yacht potevano ancora navigare tranquilli e il governo elargiva sorrisi, pacche sulle spalle e illusioni. 

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