Indebito esercizio della professione. Condannato il noto medico riminese Vittorio Emanuele Bianchi
Antonio Fabbri
Condanna per esercizio abusivo della professione a San Marino. “Indebito esercizio della professione”, il titolo di reato esattamente contestato a Vittorio Emanuele Bianchi, medico italiano coinvolto nelle inchieste italiane “Anabolandia” e “Life Style”, in seguito alle quale l’ordine dei medici di Rimini comminò al medico la radiazione dall’albo italiano, di recente annullata dalla Cassazione e revocata dall’ordine. Proprio su questo ha fatto leva la difesa, sostenendo che l’ordine di Rimini ha revocato la radiazione del medico “ex tunc”, cioè senza effetti sul pregresso. Di qui la richiesta della difesa affinché questa decisione incidesse a cascata anche sul processo sammarinese.
In realtà, a prescindere da quella decisione, sul Titano il medico non aveva l’autorizzazione a praticare la professione e, nonostante questo, secondo l’accusa, esercitava sul Titano proprio per aggirare i divieti italiani
Questo, finché, in seguito ad un controllo dell’ufficio preposto dell’Iss presso una struttura, è stato scovato in un armadietto dove si era nascosto videntemente
per cercare di sfuggire al controllo. E’ quindi scattata la denuncia e, ieri, la condanna, pronunciata dal giudice Roberto Battaglino, a 2 mesi di arresto, pena sospesa e non menzione. Probabile l’appello.
La decisione di ieri è comunque un precedente importante sull’indebito esercizio di una professione, considerato che fino ad oggi sono pochissime le pronunce in materia.