“Violenza domestica, protezione insufficiente per le vittime e i loro figli”. Così il rapporto del Grevio diramato ieri che riscontra la carenza anche a San Marino: “I giudici non cercano segni di violenza domestica prima di determinare i diritti di custodia”
ANTONIO FABBRI – Non è una valutazione positiva quella del Grevio su San Marino per alcuni aspetti della tutela contro al violenza domestica. Certo, il Titano si trova in buona compagnia, ma questa non è una giustificazione per le mancanze che vengono segnalate dall’organismo del Consiglio d’Europa in ambito di lotta alla violenza domestica e tutela dei minori.
Il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sull’azione contro la violenza contro le donne e la violenza domestica rileva che molti Paesi non dispongono di una protezione sufficiente per i bambini e le vittime di violenza domestica.
GREVIO, che monitora l’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), ha pubblicato ieri un rapporto annuale incentrato sull’affidamento dei bambini, le visite e la violenza domestica, tratto dalle sue valutazioni fatte finora.
Prima le note positive. “GREVIO sottolinea che molti stati riconoscono i danni arrecati ai bambini che assistono a violenze domestiche e prevedono l’obbligo di informare le autorità competenti di incidenti sospetti o confermati di cui sono testimoni i bambini, o laddove i bambini siano stati vittime dirette di violenze”. Riporta la relazione che in Montenegro e in Italia la violenza domestica in presenza di bambini comporta pene aggravate; sia in Italia che nei Paesi Bassi, commettere violenza contro le donne in presenza di un bambino è equiparato a una forma di abuso sui minori; in Andorra e in Montenegro, assistere a tali violenze equivale a viverle direttamente e la legislazione richiede lo stesso livello di protezione e sostegno da parte delle agenzie statutarie. La legislazione andorrana definisce “vittime” le donne che sono state oggetto di violenze di genere e i loro figli minorenni e possono beneficiare di sostegno sociale, psicologico e medico. In un altro esempio positivo (Danimarca ), il Danish Stalking Center offre supporto psicologico ai bambini che hanno assistito agli effetti dello stalking”.
Poi però ci sono le note dolenti, ed è tra queste che compare anche San Marino. Il GREVIO rileva in diversi stati una “protezione insufficiente delle vittime di violenza domestica e dei loro figli” Si legge nel rapporto che “ai sensi della Convenzione di Istanbul, gli stati devono garantire che i casi di violenza domestica siano presi in considerazione nel decidere sull’affidamento e la visita. Ciò può essere fatto in diversi modi, ad esempio introducendo una legislazione che lo renda un obbligo legale, ad esempio esaminando i casi di custodia per episodi di violenza domestica o assicurando flussi di informazioni tra i settori del diritto penale e civile.
Tuttavia, in Albania, Belgio, Italia, Monaco, Polonia, San Marino e Slovenia, il Grevio non ha riscontrato alcun riferimento esplicito alla violenza domestica come criterio legale da considerare quando si decide sull’affidamento e/o sui diritti di visita; in Francia, Italia, Montenegro, Paesi Bassi, Portogallo e San Marino, il Grevio ha riscontrato che i giudici non cercano segni di violenza domestica prima di determinare i diritti di custodia e visita. Pertanto, i giudici non effettuano una valutazione del rischio o non chiedono di consultare i piani di sicurezza predisposti dalle forze dell’ordine e/o da altri attori competenti a tal fine, elementi che possono essere presi in considerazione in particolare per determinare il superiore interesse dei minori”, afferma il GREVIO.
Aspetti e carenze sulle quali occorrerà sicuramente intervenire, anche perché di episodi di violenza domestica ce ne sono più di quanto si pensi.
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23