San Marino. Albergone, Spa e aeroporto con il bando per “cedere” il centro storico

San Marino. Albergone, Spa e aeroporto con il bando per “cedere” il centro storico

Con il bando per “cedere” il centro storico tornano l’albergone, la Spa e l’aeroporto

Chi vorrà costruire dovrà depositare 50 milioni di euro in garanzia. C’è chi sospetta che sia un parametro stabilito ad hoc per investitori già selezionati

Il Governo come  Phua Ali Turki, De Magalhaes. Così potrebbe sembrare dalla delibera numero 8 del 14 settembre, e dal conseguente bando per manifestazioni di interesse. Le idee sono sempre quelle: albergone, aeroporto, strutture ricettive di lusso, centri benessere, ospedale.

Li proponevano Phua e Ali Turki, De Magalhaes, non si sa con quanta concretezza e attendibilità sugli investimenti, anzi, è risultato evidente che di attendibilità ce ne fosse poca. Li propone anche il governo, seppure anche qui la concretezza sui progetti non sia ancora certa. La concretezza dovrà arrivare se ci sarà chi intenderà investire e soprattutto avrà capacità di fornire un deposito cospicuo di 50 milioni di euro sull’unghia. Al momento meglio non approfondire troppo su chi possa avere 50 milioni cash da immobilizzare in un deposito a garanzia di opere che dovrebbe realizzare.

Comunque, già si parla di una cifra talmente precisa e accessibile a pochi che il sospetto espresso da taluni è che gli investitori siano stati già selezionati.

Sta di fatto che la delibera fissa che cosa si voglia andare a realizzare. “In particolare gli investimenti infrastrutturali presentati dovranno essere finalizzati alla realizzazione di hotel e strutture ricettive, organizzazione eventi, convegni, mostre, strutture wellness, ristorazione, ampliamento aviosuperficie, impianti sportivi polifunzionali, centri medici specializzati nonché la realizzazione di un polo scolastico”. L’elenco è impegnativo e si tratta complessivamente di opere per centinaia di milioni di euro. Le infrastrutture, da delibera e bando, riguardano delle aree pubbliche del Centro Storico e non solo, da concedere agli investitori per la realizzazione le opere previste.

Si tratta di cinque aree:

“- Area 1: parcheggio n. 6 “Cava Antica”, parcheggio n. 7 “Cava degli Umbri” e area parcheggio n. 2 “Piazzale Giangi”; – Area 2: “Cinema Turismo”; – Area 3: “Aviosuperficie di Torraccia”; – Area 4: Scuola Secondaria Superiore (“ex Ospedale di Stato”), Contrada Santa Croce; – Area 5: “Ex Tiro a Volo di Murata”.

Anche le aree di intervento sono le stesse di cui si parla da anni, compreso l’ex tiro a volo dove doveva sorgere, tempo fa, il famigerato albergone con annesso casinò. Una serie di aree che lasciano perplessi diversi cittadini, che puntano alla salvaguardia del Centro Storico e delle aree di pregio, con un certo scetticismo verso la decisione di cederle ad eventuali privati investitori, siano essi persone fisiche o società, ancorché per progetti infrastrutturali. 

La delibera prevede che “entro il termine di scadenza stabilito (16 novembre 2020), coloro che manifesteranno il proprio interesse dovranno effettuare, presso istituti di credito sammarinesi, un deposito di 50 (cinquanta) milioni di euro o, in caso di proposte di investimento relative a singole opere e infrastrutture, un deposito pari al costo di realizzazione presunto dell’investimento infrastrutturale proposto. Il deposito della predetta somma è condizione indispensabile per partecipare alla fase di valutazione da parte del Congresso di Stato”.

Questo bando, quindi, ha destato non poche preoccupazioni tra i cittadini che hanno proposto subito una istanza d’arengo per chiedere che la proprietà delle aree indicate per i progetti resti comunque all’Eccellentissima camera, cioè allo Stato.

Sulla gestione di bandi come quello pubblicato e che scadrà a metà novembre, data entro la quale dovranno arrivare le manisfestazioni di interesse, i cittadini lamentano, ancora una volta, la gestione “nelle segrete stanze del potere”.

Scrivono infatti nell’istanza: “I recenti provvedimenti del Governo, riguardanti l’offerta di terreni pubblici a concorrenti di provenienza anche straniera le grandi opere, che dovrebbero trasformare il centro storico in centro di attrazione turistica, suscitano preoccupazione nella cittadinanza.

Il confronto resta segreto nelle stanze del potere e i cittadini non possono che considerare le poche e sporadiche informazioni che riescono a raccattare nei bar e nella stampa locale.

L’apertura di cantieri che modificheranno profondamente l’assetto storico-istituzionale dello Stato e della sua capitale, fa sorgere la sollecitazione a rivolgere ogni attenzione alla salvaguardia dell’entità territoriale, in quanto elemento costitutivo della statualità e dello Stato stesso.

L’alienazione in proprietà del territorio a persone fisiche e giuridiche straniere e di luoghi pubblici a privati cittadini anche sammarinesi, può portare alla spiacevole situazione, già verificatasi in altri piccoli Stati, di diventare cittadini non residenti nella propria terra d’origine, perché non possedere il territorio, che è invece un bene comune e dovrebbe rimanere tale, significa creare le condizioni per alienare lo Stato, come entità autonoma e titolare della sovranità sostanziale”.

Di qui la richiesta dell’Istanza affinché “la proprietà del terreno su cui si prevede l’eventuale edificazione di strutture e/o edifici, resti di proprietà della Ecc.ma Camera, che ne potrà disporre in qualsiasi momento di necessità per la comunità, anche requisendo a titolo gratuito le strutture costruite”. I cittadini chiedono addirittura che questo principio venga inserito, a seguito di apposita legge, nella Carta dei diritti.

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