A San Marino la gestione dei giochi con le regole della amministrazione pubblica

A San Marino la gestione dei giochi con le regole della amministrazione pubblica

La gestione delle sale giochi del casinò automatizzato di Rovereta lì trasferito contro ogni regola di buon senso dal
governo straordinario nell’estate del 2005 , e lì confermato dal primo e dal secondo governo post giugno 2006, è stato oggetto di una interrogazione di Alessandro Rossi, Coordinatore di Sinistra Unita, che degli ultimi due governi precedenti all’attuale, ha fatto parte.
Rossi solleva dubbi sulla regolarità amministrativa della gestione da parte della direzione, anche in relazione alle responsabilità del

Consiglio di Amministrazione della Giochi del Titano. Nella gestione del casinò automatizzato di Rovereta lo Stato di San Marino è coinvolto direttamente e attraverso la Camera di Commercio, quasi che quel settore rappresentasse il fiore all’occhiello della imprenditoria sammarinese.
La Tribuna Sammarinese ospita un nuovo intervento di Rossi e arriva a proporre una amministrazione di tale casinò pari pari a quella di qualsiasi ufficio dello Stato, fino appunto a prevedere l’attribuzione della vigilanza alla Commissione di Controllo della Finanza Pubblica, ‘presieduta da un magistrato, che entra nel merito non solo dell’organizzazione delle gare d’appalto, ma anche della economicità delle spese‘.
Nella euforia sui giochi dei due governi post giugno 2006 citati, non c’era solo il progetto
‘Repubblica del Gioco d’Azzardo’ con 5 o 6 sedi dei giochi (a partire da quella di Casinos Austria, la più importante), ma era emersa anche
la proposta di aprire case di tolleranza. Anche queste, per analogia, sarebbero finite prima o poi, sotto il controllo, per quanto riguarda la tenuta, del giudice di cui sopra?
Il consigliere di Su Alessandro Rossi ha chiesto di pubblicare quanto segue: “Evidenzio che in questo articolo non c’è un corretto riferimento a quanto da me asserito né nessuna risposta, tra l’altro aprendo una apertura di credito nei confronti delle lotte del Prof. Cecchetti contro il gioco d’azzardo, nessuna risposta alle mie affermazioni, ma un’abile confusione di soggetti che rischia di fare passare il sottoscritto come un sostenitore “della Repubblica dei Giochi” e della prostituzione.
Ribadisco che la mia personale opera politica è sempre stata mirata a contenere i fenomeni distorsivi che il gioco in mano privata producevano e a contenere al minimo e regolare il fenomeno (in quanto il proibizionismo a mio giudizio produce solo ipocrisia e degenerazione), non certo a farne un cardine della nostra economia”
.

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