Impegnati… ad affossare
Marino Cecchetti
Le televisioni ci hanno abituati a vedere file di persone davanti ai Monte dei Pegni o in attesa di ricevere un pasto da qualche istituzione benefica. File che l’epidemia coronavirus ha allungate, anche vicino a noi.
Eppure l’appello della Caritas della settimana scorsa, per noi sammarinesi, è arrivato come un pugno nello stomaco. Anche “qui nella nostra Repubblica” ci sono persone “al di sotto della soglia minima di povertà”. C’è un peggioramento per “chi già viveva in situazione di difficoltà o fragilità” e stanno venendo “allo scoperto nuove ed allarmanti condizioni di povertà”. Oltre 200 hanno bisogno di “pacchi alimentari”.
La denuncia della Caritas è allarmante in un Paese come il nostro che, storicamente, non ha mai conosciuto dislivelli sociali paragonabili a quelli presenti anche subito al di là dei nostri confini, come appuntavano ad esempio nel Settecento i visitatori del Titano sorpresi di non vedere qui, diversamente da altrove, un qualche “povero poverissimo” (*). Perché qui c’è stato sempre un modo di sentirsi comunità, quale poi si è tradotto a metà del secolo scorso nell’Istituto per la Sicurezza Sociale.
Come si è andati denunciando fin dagli anni a cavallo del 2000, purtroppo a un certo momento è arrivata ai vertici del nostro Stato una generazione di politici che hanno brillato solo “per la scandalosa disponibilità a farsi corrompere” (**).
Quanto ai politici attuali, va ricordato ancora una volta che sono impegnati ad affossare la Repubblica indebitandola per 500 milioni euro, pur di non recuperare una somma pressoché di pari importo sottratta all’erario pubblico dai furbetti della monofase e dai filibustieri delle banche. Non hanno tempo per i 200 di cui sopra.
Marino Cecchetti
(*) G. LANCISI, Lettere inedite … , Roma, 1841.
(**) M. CECCHETTI, Quando non tacere…, San Marino, 2003.