Anis preoccupata per i lavoratori frontalieri

Anis preoccupata per i lavoratori frontalieri

L’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese esprime viva preoccupazione per la situazione delle famiglie dei 6 mila lavoratori frontalieri occupati a San Marino, una situazione di costante incertezza che ha anche ripercussioni sul clima all’interno delle stesse aziende.
Il problema è sia interno, e può essere superato con politiche di equità, sia esterno. E qui serve una forte e convinta azione sul Governo italiano per risolvere la situazione una volta per tutte.
Nel recente incontro dedicato alla legge Finanziaria abbiamo avuto assicurazione dall’Esecutivo che è pronto il provvedimento per il recupero parziale delle spese di produzione reddito per il 2011.
Per l’anno prossimo invece si dovrà adottare una nuova linea, che permetta di evitare di ingenerare tensioni sociali, che in questa fase la nostra Repubblica non si può permettere.
Alla ben comprensibile necessità di reperire risorse per le finanze pubbliche è possibile porre rimedio anche andando a ridurre la percentuale delle spese produzione reddito, ma in maniera eguale tra i lavoratori residenti e i frontalieri, in modo da evitare disparità. Ripristinando da un lato le spese produzione reddito per i frontalieri, ed eliminando dall’altro l’imposta aggiuntiva straordinaria per i residenti.
Ciò rappresenterebbe anche una semplificazione in quanto eviterebbe l’attivazione delle procedure per la riscossione dell’addizionale e per la restituzione di parte delle imposte pagate dai frontalieri.
Naturalmente il discorso del deficit di bilancio non può essere affrontato solo facendo leva sui lavoratori. Ecco dunque che in questo contesto s’inserisce la necessità – se proprio non sarà possibile approvare entro la fine dell’anno la riforma tributaria – di anticipare quanto meno l’introduzione di alcuni degli aspetti che sono previsti nel provvedimento, in modo da allargare la base imponibile e incominciare a diminuire sin da subito le sofferenze dei conti pubblici. Ovviamente non stiamo a ripetere dei tagli alle spese, prioritari, indispensabili, e prima ancora dell’apertura ad un nuovo sviluppo economico che elimini le barriere ed aumenti la competitività.
Tornando alla questione dei lavoratori frontalieri non dimentichiamo però che la vera spada di Damocle resta la franchigia, tuttora non prevista per il 2012. Prendiamo atto della buona volontà bipartisan dei Parlamentari delle zone limitrofe di volerla inserire in extremis, ma chiediamo di moltiplicare gli sforzi diplomatici da parte sammarinese per trovare una soluzione definitiva a questa situazione. Una soluzione che deve passare da una legge ordinaria dello Stato italiano, magari estendendo il trattamento svizzero a tutti i frontalieri, e dunque dal Parlamento, mediante la firma una volta per tutte dell’accordo contro le doppie imposizioni.

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