Antimafia inesistente. Marino Cecchetti

Antimafia inesistente. Marino Cecchetti

Dicembre 2013. Convegno sulle mafie al Teatro Turismo.  Relazione base: in Repubblica operano i rappresentanti di ben 15 clan malavitosi italiani. La questione non è mai stata presa di petto dai politici. Lo dimostra l’impegno – si fa per dire – con cui ha lavorato l’Antimafia, cioè la “Commissione Consiliare sul fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata”. Una commissione bradipo. La nomina alla presidenza di un membro dell’opposizione non ne ha modificato la produttività. Dal dicembre scorso la Commissione addirittura non si riunisce in quanto manca il presidente. L’ultimo, Federico Pedini Amati (Rete-Md), è dimissionario. Siamo a giugno ed ancora il Consiglio Grande e Generale continua a non nominare il sostituto nell’indifferenza generale.

Eppure l’Antimafia avrebbe tanto da fare. Non solo perché c’è molto arretrato (ad esempio, la vicenda Vallefuoco). Nell’ultima sessione consiliare Roberto Ciavatta e Gian Matteo Zeppa (fra l’altro, colleghi di Pedini Amati) hanno affermato che a San Marino negli ultimi dieci anni “una piovra ha gestito ogni ganglio del potere e continua a gestirlo ”, per cui il Paese è soggetto alle “dinamiche che accadono nei comuni che vengono commissariati per infiltrazioni malavitose”.

A calcare la mano ci si è messo anche l’ing. Marino Grandoni il quale, mercoledì scorso, ha denunciato, con una lettera pubblica, la “presenza di un vero e proprio gruppo di potere, che oltre a fare attività di dossieraggio, pedinamenti, e captazioni abusive sembra poter accedere illegalmente a documenti riservati”.

L’Antimafia  avrebbe già  potuto  – anzi dovuto – occuparsi  di  quanto sollevato da Ciavatta, Zeppa e Grandoni, senza aspettare le denunce pubbliche, e chiedere  subito al CGG anche  il potere di inchiesta.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy