Antiriciclaggio, stretta black list. Christian Barone. ItaliaOggi

Antiriciclaggio, stretta black list. Christian Barone. ItaliaOggi

 
            Italia
Oggi

Allo studio la  IV Direttiva Ue. Che sarà
preceduta dalla revisione delle raccomandazioni Gafi

Antiriciclaggio, stretta black list

Operazioni e consulenze difficili per banche e
professionisti

Christian Barone


Valutazione della possibilità per
banche e professionisti di inibire operazioni e consulenze con soggetti
operanti in paesi black list, richieste di analisi maggiormente approfondite dei
relativi clienti anche dagli operatori «non finanziari» chiamati a segnalare
tutte le operazioni compiute dai loro clienti nell’ambito di paesi non
cooperativi. Sono alcune delle questioni che potrebbero rientrare nella IV
Direttiva antiriciclaggio, per la quale tuttavia sarà necessario attendere
ancora uno o addirittura due anni visto che la stessa sarà emanata solo a
seguito della revisione delle raccomandazioni «Gafi».

La modifica delle raccomandazioni
Gafi.

II Gafi, Gruppo d’azione
finanziaria internazionale contro il riciclaggio di capitali, è un organismo
intergovernativo finalizzato a elaborare e promuovere strategie di lotta
‘contro il riciclaggio di capitali e il finanziamento del terrorismo.

Detto organismo (presieduto dal 1°
luglio dall’italiano Giancarlo Del Bufalo, fino a oggi vicepresidente) ha
pubblicato 49 raccomandazioni (40 raccomandazioni sulla lotta contro il
riciclaggio di denaro, riviste in maniera approfondita nel giugno 2003, e nove
raccomandazioni speciali sulla lotta contro il finanziamento del terrorismo) le
quali, pur non essendo obbligatorie dal punto di vista giuridico (soft law),
hanno finito per imporsi sul piano internazionale. Esse definiscono le misure
che un paese deve adottare per combattere efficacemente il riciclaggio di
capitali e il finanziamento del terrorismo nonché il contrasto al finanziamento
della proliferazione di armi di distruzione di massa, la lotta alla corruzione
e la maggiore trasparenza nel settore finanziario. La Banca mondiale, l’Fmi e il
Consiglio di sicurezza dell’Onu le hanno riconosciute ufficialmente come
standard internazionali e circa 150 paesi di tutto il mondo si sono impegnati a
rispettarle. Dette raccomandazioni da alcuni mesi sono oggetto di analisi
congiunte all’interno dei rappresentanti degli stati membri, studi che nel
corso del 2012 porteranno a una revisione delle stesse per tener conto dei
nuovi sviluppi internazionali degli illeciti finanziari.

Le prime indiscrezioni sui
con-tenuti della Direttiva. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, al momento
sarebbero allo studio ipotesi finalizzate a migliorare le disposizioni della
III Direttiva che potrebbero ingenerare restrizioni per gli intermediari, fino
addirittura al divieto di poter operare con soggetti che compiono operazioni al
di fuori dell’aria Gafi , cioè con i c.d. «Paesi non collaborativi» ai fini
antiriciclaggio e antiterrorismo, nonché obblighi rafforzati di adeguata
verifica per i clienti, obblighi che si avvicinerebbero sempre più a una sorta
di due diligence. Oltre agli istituti di credito, le misure potrebbero
riguardare anche operatori non finanziari e professionisti, a cui potrebbe
essere richiesta una maggior collaborazione nelle segnalazioni laddove gli
stessi si trovino a operare con clienti che eseguano operazioni con paesi non
collaborativi .

Direttive antiriciclaggio sempre
più stringenti.

Dalla prima Direttiva
antiriciclaggio (n.191/308 Ce) a livello europeo, con obblighi rivolti
unicamente agli intermediari finanziari, nel corso degli ultimi anni l’attenzione
comunitaria al problema del riciclaggio di denaro sporco si è notevolmente
ampliata sia in merito ai soggetti chiamati a collaborare con le istituzioni
finanziarie sia in merito a quanto richiesto ai soggetti destinatari degli
obblighi. Ricordiamo infatti che in un primo momento la seconda Direttiva
(Direttiva 2001/97/Ce, recepita con digs n. 56/2004) ha esteso ai
professionisti e a una serie di intermediari non finanziari gli obblighi di
registrazione delle operazioni e segnalazione di operazioni sospette, e
dall’altro, la III
Direttiva (la 2005/60/ Ce, recepita con digs 231/07) ha
introdotto un nuovo approccio al controllo, da statico a dinamico, fondato sul
concreto rischio anti-riciclaggio delle operazioni.

La quarta direttiva potrebbe andare
oltre e le ipotesi allo studio vanno attualmente da misure maggiormente
restrittive nelle segnalazioni, alla possibilità di «isolare» sempre più gli
stati che si pongono al di fuori delle regole Gafi.

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