Antonio Fabbri – L’informazione: Bancarotta e frode fiscale, riciclaggio da oltre 10 mln

Antonio Fabbri – L’informazione: Bancarotta e frode fiscale, riciclaggio da oltre 10 mln

L’informazione di San Marino: Nuova indagine del tribunale e nuovi guai per l’ex presidente Dc, Poggiali / Bancarotta e frode fiscale, riciclaggio da oltre 10 mln / Spunta anche la lista di società del Delaware che dovevano servire per schermare i soldi sporchi. Gli inquirenti vogliono verificare se vi fosse un sistema collaudato

Antonio Fabbri –

SAN MARINO. Riciclaggio di oltre 10 milioni e 300 mila euro provento dei reati di bancarotta, appropriazione indebita, frode fiscale. E’ un’altra indagine per un imponente giro di soldi ritenuti sporchi sulla quale è impegnato il tribunale del Titano. Indagine che, nei giorni scorsi, ha visto banche e finanziarie della Repubblica destinatarie di una ordinanza firmata dal Commissario della Legge Alberto Buriani per scandagliare conti e rapporti finanziari relativi al caso in questione.
L’inchiesta
Si tratta di una inchiesta che
chiama di nuovo in causa l’ex
Presidente della Dc, Marino
Leo Poggiali, già finito sotto
processo per un’altra vicenda
e, dopo la condanna di primo
grado a 4 anni per riciclaggio,
ricorso in appello. In tale caso
le verifiche sono in corso per la
sua attività svolta a cavallo tra
il suo ruolo di Direttore della
filiale di Dogana della Bsm e,
poi, quale consulente per conto
della Euro Commercial Bank.

Secondo l’accusa fu lui a suggerire,
a chi doveva movimentare
il denaro, come farlo in
maniera riservata.
Le movimentazioni di denaro
Dopo che nei primi anni
duemila erano stati depositati
i denari, ritenuti di provenienza
illecita, presso la filiale di
Dogana della Bsm, nel 2008
Poggiali consigliò ai correntisti,
secondo l’accusa, di
operare tramite una società
estera così da impedire che
fossero ricondotti a loro i fondi
depositati a San Marino.
La società venne costituita
nel Delaware e aprì un conto
presso la filiale di Dogana di
Bsm. Quando poi Poggiali passò
all’EuroCommercialBank,
invitò i clienti a trasferire i
loro rapporti nella banca dove
prestava la sua consulenza.
Così avvenne.
I magistrati ricostruiscono
anche come i sondi tornarono
nella disponibilità dei correntisti.
Secondo l’accusa il ritorno
dei denari avvenne, quanto
meno in parte, sotto forma di
finanziamento, schermato da
un mandato fiduciario conferito
alla SIBI, finanziaria con
la quale la Ecb lavorava di
frequente, finita in seguito in
liquidazione coatta amministrativa
(…)con provvedimento di
Banca centrale datato primo
agosto 2013. Il mandato
fiduciario era a garanzia di
un finanziamento concesso
dalla stessa SIBI Finanziaria
a favore di una società italiana
riconducibile ai correntisti che
movimentavano i denari ritenuti
di provenienza illecita. Il
finanziamento venne erogato,
secondo le ricostruzioni degli
inquirenti, sul conto svizzero
di una società delle Isole Vergini
Britanniche.

La lista delle società offshore
Le verifiche che sta compiendo
la magistratura, però, sono
anche altre e vanno oltre il
caso specifico. Infatti sono tese
a capire se si sia trattato di un
episodio singolo o se vi fosse
invece un sistema collaudato
per eludere le normative
vigenti. Risulterebbe infatti
da testimonianze che quando
venne proposto ai correntisti
di fare passare i propri denari
attraverso società estere, fu
presentata una lista di società
del Delaware disponibili, già
utilizzate in altri casi e già con
rapporti in essere con la banca.
Gli inquirenti, con le verifiche
bancarie disposte, mirano dunque
a capire proprio se il caso
fosse episodico e sporadico e
legato al ruolo ricoperto presso
la banca e la finanziaria o se vi
fosse, invece, una sistematica
e collaudata attività di riciclaggio.
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