Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Le anomalie riscontrate dalla magistratura riguardano importi, mediatori, investitori e mancata segnalazione

Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Le anomalie riscontrate dalla magistratura riguardano importi, mediatori, investitori e mancata segnalazione

 L’informazione di San Marino

Le anomalie
riscontrate dalla magistratura riguardano importi, mediatori, investitori e
mancata segnalazione

Antonio Fabbri

Felici parla di “contatti avuti con promotori e portatori di progetti
economici”. Contatti che fanno parte dell’ordinaria amministrazione delle
Segreterie di Stato. I magistrati parlano di “abboccamenti, trattative, scambi
epistolari e incontri”, tra soggetti indagati nella Tangentopoli sammarinese, i
vertici di Banca Centrale ed esponenti di governo. Comunque li si voglia
chiamare, le anomalie riscontrate dalla magistratura restano.

L’attività di routine
Il Segretario alle Finanze descrive
una attività di routine dei
membri di governo: “Personalmente-
sottolinea- ho ricevuto
qualche decina di delegazioni di imprenditori di nazionalità diverse.
Anche perché è nostra abitudine
e dovere- continua- incontrare
queste persone, così come è un
dovere istituzionale trasmettere
informazioni e proposte ricevute
agli organismi di spettanza, nel
mio caso a Banca centrale ed Aif,
e questo è sempre avvenuto”.
Ma allora dove sta il problema?
I magistrati non mettono in dubbio
la normale attività di governo
che prevede l’incontro con investitori
esterni o interni. Le anomalie,
però, ci sono e sono altre.

L’utilizzo di Banca centrale
come advisor

In primis c’è l’utilizzo di Banca
centrale a fini privati. In una transazione
come quella descritta, infatti, dovrebbe essere il soggetto
privato a fare verifiche sull’investitore
che ha intenzione di portare
capitali nei propri caveau. In
questo caso, invece, si usa il tramite
della politica, e dei membri
di governo, per utilizzare Bcsm come
una sorta di consulente autorevole,
quasi al fine dell’avallo
preventivo di una operazione che
da subito risulta sospetta.

L’operazione sospetta

E perché l’operazione risulterebbe
sospetta? Perché, intanto,
l’importo di 6 miliardi di dollari
di un ungherese dal Giappone
ha già di per sé la connotazione
di una transazione da segnalare
all’Agenzia di informazione fi-
nanziaria o al tribunale. Ma, oltre
a ciò, ci sono altri elementi.

I mediatori dell’operazione

Seppure, probabilmente, non si
sapeva ancora, a febbraio 2013,
che i mediatori dell’operazione
sarebbero stati indagati, era tuttavia
nota la censura politica nei
loro confronti. Nel governo, verso
il quale si erano accreditati,
e in Consiglio ci sono tra l’altro
all’incirca gli stessi che avevano
approvato, nell’agosto 2012,
la relazione della Commissione
antimafia, contenente censure
verso Fiorenzo Stolfi e Gabriele
Gatti e una menzione non certo
lusinghiera per Claudio Podeschi.
Senza contare che a dicembre
2013 è emerso che Stolfi era
indagato nell’inchiesta sul conto
Mazzini; a giugno di quest’anno
è avvenuto l’arresto di Podeschi.
Nonostante tutto, di segnalazioni
ad Aif o tribunale su quella operazione
miliardaria, non risulta
ne siano arrivate. Né prima, né
durante, né dopo le trattative. Di qui le perplessità dei magistrati.

L’investitore Sull’investitore ungherese durante
la trattativa, o in pendenza dei
contatti – come preferisce definirli
Felici – avuti con gli imprenditori,
sarebbero emerse dalle verifiche
notizie che lo indicavano come
indagato per riciclaggio, frodi e
truffe. La trattativa, certo, fu interrotta.
Il problema, anche qui, è che né
prima, né durante, né dopo, venne
segnalata l’operazione sospetta
ad Aif o tribunale. Ed è proprio
su questo che vogliono vederci
chiaro i magistrati, considerata
anche la portata dell’operazione
miliardaria ritenuta opaca.

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