Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Sei miliardi di dollari il governo smentisce incontri in Bcsm, ma conferma di averli fatti al Begni. “Attivita’ normale”

Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Sei miliardi di dollari il governo smentisce incontri in Bcsm, ma conferma di averli fatti al Begni. “Attivita’ normale”

 L’informazione di San Marino

 Sei
miliardi di dollari il governo smentisce incontri in Bcsm, ma conferma di averli
fatti al Begni. “Attivita’ normale”

 Felici ricostruisce la cronistoria
dell’ungherese che doveva trasferire l’imponente mole di denaro dal Giappone.
“Si tratta di colloqui di routine con investitori, tra il gennaio e il giugno
2013”

La banca interessata dal trasferimento miliardario l’esecutivo la sa ma,
almeno per ora, non la dice

Tra i promotori c’era anche Stolfi

Antonio Fabbri,

Il governo si difende. O almeno
ci prova, ma nello smentire
conferma e nel confermare non
si accorge di avallare proprio
quei comportamenti che, stando
a quanto emerso, la magistratura
sta ponendo sotto la lente perché
ritenuti anomali.
Dopo la premessa per esprimere
fiducia sull’operato del tribunale
che va assicurato e garantito perché
agisca “in piena autonomia”,
cosa che, sottolineano i membri
di governo, vale anche per le altre
istituzioni, Felici parte con la
cronistoria della vicenda dei sei
miliardi di dollari.
“Non c’è nessun Segretario
di Stato che ha partecipato a
fantomatiche trattative private
di società bancarie”. Afferma
inanzitutto. Poi però dice che
ad incontri in Banca centrale lui
non ha preso parte, ma di incontri
ne ha fatti a Palazzo Begni.
Come se la location fosse determinante.

La ricostruzione di Felici

La ricostruzione di Felici
“Non c’è stata alcuna partecipazione
mia, per quanto mi riguarda…
per il sottoscritto, nella
sede di Banca Centrale a trattative
di qualunque genere, men che
meno a trattative per una società
bancaria. Ci sono stati invece incontri nella sede della Segreteria
con imprenditori e proponenti
di progetti. Uno di questi di cui
si è parlato, è la vicenda che si
rifà alla primavera dello scorso
2013. I primi contatti ci furono
nel febbraio dell’anno scorso.
Il progetto era quello del signore
ungherese che aveva fondi
giapponesi da portare nel nostro
territorio. Ci fu questa ipotesi,
comunicata prima via e-mail, di
questo interesse”. Dopo l’anticipo
tramite e-mail, ci fu l’incontro
in Segreteria di Stato al
quale, a quanto si sa, partecipò
Stolfi che promuoveva la transazione
assieme a un esponente
della banca ricevente. Banca
ricevente che neppure Felici rende
nota. Quindi della questione
fu interessata Banca Centrale.
“Siccome era una operazione
importante nei valori, ma complessa
nella sua strutturazione
– afferma il Segretario alle Finanze
– abbiamo organizzato un
incontro di comunicazione tra i
promotori da una parte e Banca
Centrale dall’altra, in modo che
i promotori potessero illustrare
i progetti e Bcsm comunicare
quali dovevano essere le informazioni,
le documentazioni e le
procedure per poter valutare attentamente la fattibilità di questo
progetto. Questo è avvenuto nel
mese di marzo del 2013”.

Dove dovevano finire i fondi
per 6 miliardi di dollari

“Dovevano essere collocati capitali
dal Giappone presso una
banca del nostro sistema che,
successivamente, è stata identificata”,
dice Felici. Quindi il
Segretario alle Finanze sa dove
doveva andare a finire questa
somma imponente, capace, se
non di turbare, di avere un peso
enorme sul sistema economicosociale
sammarinese.
“Nella riunione con gli esponenti
di Banca Centrale – racconta
il Segretario di Stato – c’è stata
una discussione piuttosto accesa
nella quale Bcsm chiedeva con
determinazione una serie di informazioni.
L’incontro si è chiuso
con l’impegno da parte dei
proponenti di fornire una serie di
informazioni e documentazioni
che furono inviate nei giorni successivi
e trasmesse a Banca Centrale perché facesse tutte le verifiche
di pertinenza. La vicenda
si è fermata nel mese di giugno
del 2013, quindi la questione non
ha avuto più altri effetti, quando
evidentemente le informazioni
richieste da Banca centrale e le
interlocuzioni che ci sono state,
non hanno più avuto risposte,
quindi nulla è stato fatto”.

Le segnalazioni mancate
Per la verità risulta che qualche
risposta ci fu. E fu negativa sul
soggetto che doveva trasferire
denaro. Anzi, risulterebbe che
dubbi erano stati sollevati anche
dall’ambasciatore di San Marino
in Giappone e i riscontri negativi
si susseguirono nel periodo delle
trattative. Ciononostante, ed è
questo che viene sollevato dagli
inquirenti, non venne formalizzata
segnalazione all’Aif o alla
magistratura, né dai Segretari di
Stato al corrente della trattativa
per l’operazione, né da Banca
Centrale.

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