Franco Cavalli – La Serenissima: Autorità garante per l’Informazione sui giornalisti “decideranno” gli insegnanti

Franco Cavalli – La Serenissima: Autorità garante per l’Informazione sui giornalisti “decideranno” gli insegnanti

La Serenissima

Tra i compiti le sanzioni per violazioni al codice deontologico, la tenuta dei registri e le provvidenze all’editoria

Nominata l’Autorità garante per l’Informazione sui giornalisti “decideranno” gli insegnanti

Tre dei cinque membri appartengono al mondo della scuola

Franco Cavalli

Non useranno certo la matita blu o rossa, ma dovranno comunque essere pronti a sanzionare deontologicamente gli operatori dell’informazione che violino il codice, ma anche valutare l’eventuale posizione dominante sul mercato dell’informazione e dei media e assegnare le provvidenze per l’editoria, oltre a riunirsi almeno una volta al mese e curare la tenuta di alcuni registri, tra cui quello delle associazioni dei giornalisti.

Si tratta dei componenti l’Autorità Garante per l’Informazione, nominata ieri dal Consiglio Grande e Generale e che è composta, come anticipato ieri proprio dalle colonne della Serenissima da Silvia Rossi, in qualità di presidente, Stefano Valentino Piva, Bianca Maria Toccagni, Ingrid Casali e Lucia Crescentini. L’Autorità è stata istituita con la contestata legge sull’editoria e professione degli operatori dell’informazione, entrata in vigore il 10 dicembre 2014.

La composizione dell’Authority dipende per
la presidenza dalla segreteria di Stato all’informazione,
che ha indicato appunto Silvia Rossi,
attuale dirigente dell’Ufficio Brevetti e Marchi
che nel proprio curriculum vanta un master in
giornalismo alla Luiss. Competono alla politica
anche altre due nomine, una in capo alla maggioranza,
che per una distribuzione un po’ spartitoria
tra i partiti di Bene Comune è risultata in
quota ad Ap che ha Indicato Ingrid Casali, insegnante,
ex candidata proprio di Ap alle ultime
elezioni e in passato membro della Commissione
di vigilanza.

L’altra nomina politica era in rappresentanza
delle opposizioni e anche qui, per un gioco di
spettanze, è risultata in quota al Ps che ha scelto
Lucia Crescentini, anche lei insegnante e un passato
come giornalista collaboratrice in ambito
sportivo.

Lucia Crescentini è anche la sorella di Paolo Crescentini, uno dei nove componenti del direttivo della Consulta per l’Informazione, tra l’altro sembra tra i più probabili alla presidenza della Consulta dopo le dimissioni, un paio di settimane fa da parte di Luca Salvatori.

La terza insegnante nominata in seno all’Autorità
garante è Bianca Maria Toccagni, proposta da
Barbara Tabarrini in qualità di amministratore
della GDG Edizioni. La Toccagni l’ha spuntata
su Antonella Bonelli.

Infine l’ultimo nominato in seno all’Authority è
Stefano Piva, che vanta tra le proprie esperienze
professionali la presidenza del Cda di Rtv e un
passato anche in Commissione di vigilanza. Piva
era anche un candidato alla presidenza Dc, cosa
che poi non avvenne. In quel caso sarebbe risultato
incompatibile con l’incarico.

Sono comunque
due i politici nell’Authority che però dovrà
giudicare gli operatori dell’informazione, il cui
compito è anche quello di vigilare sulla politica.
Qualche contraddizione che era stata sollevata
anche dal Commissario del Consiglio d’Europa
per i diritti umani che ha evidenziato come non
sia giusto che una autorità di nomina politica e
in questo caso con anche politici tra i membri,
possa comminare sanzioni deontologiche ai
giornalisti.

Alla fine è risultato inascoltato l’appello dell’Unione
sammarinese giornalisti e fotoreporter che
aveva chiesto anche alla Reggenza di posticipare
la nomina.

Sui nominativi, in particolare i due
proposti dal Direttivo della Consulta per l’informazione,
pende però anche un possibile ricorso
annunciato dall’Usgi per la verifica dei requisiti.
Verifica, come spiegano dalla segreteria Istituzionale,
che non viene eseguita da loro ma che
deve ricadere in capo a chi presenta i nominativi,
infatti la Reggenza in apertura di comma ricorda
quali sono i passaggi da rispettare.

In questo
caso la legge prevede che “abbiano conoscenze
nel campo dei media ovvero titoli di studio e
professionali attinenti il settore”.
E già in passato il Consiglio si è trovato di fronte
a nomine che poi ha dovuto rivedere.

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