“La presidente di Bcsm continua ad utilizzare il tribunale per lanciare menzogne contro gli uomini e le donne di Rf”

“La presidente di Bcsm continua ad utilizzare il tribunale per lanciare menzogne contro gli uomini e le donne di Rf”

“Lunedì, la presidente di Banca Centrale, Catia Tomasetti, si è prodotta, ancora una volta, in una delle sue oramai consuete ricostruzioni fantasiose degli eventi, purtroppo ancora una volta sotto giuramento”.

Repubblica futura commenta così le esternazioni della numero 1 di Via del Voltone ascoltata durante l’udienza del processo 500.

“A farne le ‘spese’ stavolta – scrive Rf – il nostro Andrea Zafferani, che a parere della presidente, nel CCR del 2 Agosto 2018 fu talmente “virulento” da indurla, a fine riunione (che, come di consueto, la Tomasetti aveva svolto in videoconferenza da Roma, in una sala frequentata anche da soggetti esterni) a vomitare.

Chiunque conosca un minimo Zafferani non può che sorridere davanti a queste illazioni, perché sa bene che il suo atteggiamento è tutto fuorchè aggressivo.

Ma giova precisare che, in quella sede, Zafferani fece un solo intervento, come riportato nei verbali del CCR firmati anche dalla Presidente stessa; un solo intervento su cui si limitò a dire che non concordava sulla richiesta della Presidente, e cioè che il CCR ratificasse un finanziamento a Banca Cis deciso dal Condir (e quindi anche dalla Presidente stessa), perché il tema non era di competenza del CCR.

Se questo è essere virulenti, se questo è mettere a disagio qualcuno tanto da indurlo a vomitare, consigliamo un corso di rilassamento perché il problema è molto più serio.

Ma più serio ancora è che la Presidente continui a utilizzare le testimonianze in Tribunale per lanciare menzogne contro gli uomini e le donne di Repubblica Futura, rigorosamente rilanciate da blog esteri senza nemmeno approfondirne la veridicità.

Questo è un atteggiamento contro il quale, preannunciano già, prenderemo le opportune decisioni” scrive anche Rf.

Nello stesso comunicato Rf torna anche sulla ripubblicazione di documenti che riguardano presunte telefonate di gruppo fra l’ex Commissario Buriani e Nicola Renzi, allora sollevate dall’avvocato di parte civile Filippo Cocco, poi smentite dalla pg durante il processo Celli-Buriani.

“Inutile rilevare – scrive il partito – come questo avvenga a pochi giorni dalle elezioni e come esso richiami fatti sui quali a lungo si sono fatte illazioni da parte di qualcuno.
Ricordiamo ciò che Nicola Renzi ha già chiarito in varie sedi, per ristabilire la verità dei fatti.
1- l’utenza telefonica citata è la sua personale, ed il numero in oggetto è il suo da sempre, intestato a suo padre dai tempi in cui per la prima volta ha avuto una utenza cellulare. Renzi non ha mai cambiato numero in più di venti anni.
2- nel dibattimento di un procedimento penale nel quale Renzi è stato chiamato a testimoniare, ha spiegato il motivo dei (rarissimi) contatti telefonici intercorsi con il Commissario Buriani (quando egli era giudice del Tribunale e Renzi Segretario alla Giustizia): sono serviti a fissare una deposizione
3- come emerso anche dalla stampa, sono state già escluse, nel corso del procedimento penale, telefonate o chat di gruppo alle quali Renzi abbia partecipato con il Commissario Buriani. Smentite dalla stessa audizione della PG.

Spiace – conclude Rf –  che si voglia trovare ogni occasione, rivangando documenti risalenti di un triennio e fatti assai antecedenti per adombrare sospetti sul suo operato.
Siccome non c’è assolutamente nulla da nascondere, ci auguriamo che la suddetta relazione della PG, unitamente ai tabulati telefonici, sia pubblicata integralmente, e magari non solo per l’utenza di Renzi”.

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