La Reggenza in visita nel “tempio” della viticoltura di San Marino

La Reggenza in visita nel “tempio” della viticoltura di San Marino

I Capitani Reggenti hanno avuto modo di visitare oggi il Centro Sperimentale Bosche, che da diverso tempo è considerato da molti come un istituto fondamentale della viticoltura di San Marino.

Oggi l’Ufficio gestione risorse ambientali e agricole ha ricevuto la visita dei Capitani Reggenti, Alessandro Scarano e Adele Tonnini, al Centro Sperimentale Bosche, che da tempo rappresenta un istituto fondamentale della viticoltura di San Marino.  Con loro anche il segretario di Stato per il Territorio, l’Ambiente e l’Agricoltura, Stefano Canti.

Già dal 1974, infatti, con l’emanazione della Legge 20 marzo 1974 n.22 “Piano di sviluppo dell’agricoltura sammarinese” e della legge 17 giugno 1974 n. 45 “Provvedimento sulla Cooperazione Agricola” è stato avviato un percorso di riqualificazione della viticoltura del territorio, che ha permesso di valorizzare i vitigni autoctoni e ottenere successi tangibili a livello viticolo ed enologico.

Ciò ha avuto ulteriore seguito con la costituzione del Centro Viticolo Bosche, realizzato nel 1975, e attraverso l’emanazione della legge 31 ottobre 1986 n. 127 “Legge sulla viticoltura e sulla produzione di vino”; in questa fase l’amministrazione pubblica ha iniziato a farsi carico direttamente della conservazione del patrimonio ampelografico sammarinese, costituito da decine di cloni risultanti da precedenti attività di selezione, ovvero derivanti da ricognizioni eseguite su impianti tradizionali del territorio. I vitigni più rappresentati sono Sangiovese, Moscato, Biancale, Ribolla, Canino e Cargarello.

Alla conservazione e moltiplicazione del germoplasma autoctono, si è poi affiancata negli anni la sperimentazione dei vitigni italiani di maggior pregio.

In epoca più recente, dal 1998, per volontà di Ugraa e a seguito dell’approvazione del Piano di Sviluppo dell’Olivicoltura da parte della Commissione Risorse Ambientali e Agricole, il Centro Sperimentale Bosche ha iniziato a impegnarsi anche nella conservazione del patrimonio olivicolo sammarinese, rappresentato da diverse varietà locali, che vengono propagate periodicamente con lo scopo di metterle a disposizione degli agricoltori interessati alla realizzazione di nuovi oliveti.

Nel 2018 è stata avviata la conversione dei vigneti e degli oliveti del Centro Sperimentale Bosche al regime di agricoltura biologica, con l’obiettivo di mettere in atto prove di conduzione atte a fornire indicazioni utili agli agricoltori, in grado di favorire il superamento di ostacoli e insicurezze e quindi di incentivare il cambiamento delle intere filiere.

Da qui la nascita del Centro Sperimentale Bosche, che rappresenta oggi un’interessante opportunità per la Repubblica, sia per le attività di conservazione, ricerca e sperimentazione svolte al suo interno, sia per gli introiti che garantisce (derivanti dalla produzione di uva, olive e dalla moltiplicazione delle varietà locali), nonché per le attività didattiche realizzate periodicamente, ivi comprese quelle organizzate insieme agli istituti scolastici, che vedono ogni anno il coinvolgimento di almeno 35 classi.

A ciò va aggiunto, infine, il ruolo che il Centro possiede nella proficua e decennale collaborazione vigente tra l’Ugraa e il Consorzio Vini Tipici, finalizzata all’aggiornamento dei disciplinari di produzione delle uve, all’ottenimento di prodotti enologici d’eccellenza e più in generale alla salvaguardia del patrimonio viticolo e culturale sammarinese.

In tal senso, in conformità alla legge 31 ottobre 1986 n. 127 “Legge sulla viticoltura e sulla produzione di vino”, l’Ugraa e la Commissione Tutela Vini hanno il compito di valorizzare e tutelare le produzioni vitivinicole del territorio, assegnando il marchio di Identificazione di Origine “San Marino” alle specifiche partite di vino le cui caratteristiche di qualità e tipicità corrispondono e rientrano nei valori e parametri analitici e organolettici richiesti dai disciplinari di produzione. La tutela della qualità dei vini tipici di San Marino mediante il rilascio del marchio di Identificazione di Origine caratterizza in maniera incisiva e precisa le scelte produttive e commerciali del settore, e rende gli stessi vini sammarinesi ambasciatori della Repubblica più antica del mondo.

La visita ha avuto inizio con il saluto del segretario di Stato per il Territorio, Stefano Canti, ed è proseguita con l’illustrazione delle attività del Centro Sperimentale da parte degli esperti Maria Maddalena Bevitori, Michele Stacchini e Simone Taddei, introdotti dal dirigente Ugraa, Lucia Mazza, e si è conclusa con la presentazione, da parte del direttore della Cantina San Marino, Michele Margotti, di due vini di particolare interesse: l’Intruso (vino biologico) e il Ribolla (vino a marchio di Identificazione di Origine “San Marino” prodotto, nel rispetto della disciplinare di produzione, decreto delegato 3 maggio 2018 n. 49, con uve coltivate nel territorio della Repubblica di San Marino, provenienti dal vitigno ribolla almeno per il 85% e da altri vitigni a bacca bianca non aromatici autorizzati alla coltivazione in territorio).

La visita al Centro Sperimentale Bosche, fortemente apprezzata dalla Reggenza per il significato intrinseco legato al valore del territorio sammarinese, è stata anche un’occasione di confronto tra gli operatori del settore vitivinicolo di San Marino, rappresentati dai presidenti e membri dei Consigli di Amministrazione del Consorzio Vini Tipici e del Consorzio Terra di San Marino, entrambi impegnati nella trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti agricoli tipici sammarinesi, la Cooperativa olivicoltori sammarinesi, i membri della Commissione risorse ambientali e agricole e della Commissione Tutela Vini.

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