“Aggiornare la Carta dei Diritti di San Marino verso un modello di democrazia partecipata”

“Aggiornare la Carta dei Diritti di San Marino verso un modello di democrazia partecipata”

Riceviamo e pubblichiamo

Nei programmi elettorali da alcuni partiti è stata dedicata qualche attenzione alle istituzioni e all’esigenza di qualche intervento.  Il nostro ordinamento, che ha alla base la Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento sammarinese, è un ordinamento estremamente interessante: è stato messo particolarmente in evidenza in occasione del suo cinquantenario da prestigiosi studiosi che ne hanno esaltato la grandezza, la saggezza e la lungimiranza. Soprattutto il suo articolo uno che ci impegna al suo aggiornamento continuo vincolandosi all’evoluzione internazionale dei diritti per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

Durante la campagna elettorale una piccola associazione, Arengo Lab, aveva chiesto ai partiti che nei programmi elettorali si impegnassero ad applicare i principi sanciti dal Consiglio d’Europa con la Carta sulla Condivisione delle Responsabilità Sociali. Il gruppo, ma non solo, era mosso dalla forte preoccupazione del sempre più marcato allontanamento dei cittadini dalla politica e dalle istituzioni, conseguente alle carenze evidenziate dalla Democrazia rappresentativa.  Le elezioni hanno confermato questa pericolosa deriva (che però non sembra preoccupare molto né vincitori né vinti forse perché inconsapevoli della gravità della situazione o perché in questo torpore il popolo è più facilmente manipolabile).

Questa Carta Europea approvata nella seduta del 22/01/14 dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, oltre ad impegnare gli stati su punti fondamentali e lungimiranti dispone che “Nessuno può essere escluso dalle decisioni che hanno o possono avere conseguenze significative e irreversibili per la sua esistenza e per la comunità locale o per la politica globale in cui vive”. Impegna sostanzialmente gli stati a realizzare una democrazia partecipata; un sogno per ogni democrazia che potrebbe recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. afferma il principio

Inoltre questa carta europea afferma concetti evolutivi delle norme costituzionali con principi che possono aggiornare la nostra carta: oltre alla riaffermazione della  “la giustizia sociale”, indica valori innovativi come “la giustizia ambientale” e la “giustizia intergenerazionale” che aggiornerebbero adeguatamente la nostra bella “dichiarazione”.

Bisogna superare le celebrazioni e attivare l’applicazione di questi saggi principi: proponiamo di aprire un confronto permanente a cui partecipino gli esperti sammarinesi che esaltano le norme e non si impegnano nella loro applicazione e i cittadini affinché superino la delusione e lo scetticismo per fare veramente di San Marino un modello di democrazia partecipata.

Giovanni Giardi – Orietta Ceccoli

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