Riceviamo e pubblichiamo il messaggio di Giovanni Giardi dal titolo “Per la disabilità solo celebrazioni e violazione degli obblighi?”:
“In vista del 3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità proclamata dall’Onu nel 1981, un bel comunicato di Attiva-Mente (una delle associazioni più attive nel campo della disabilità), teme che finisca come sempre in celebrazioni e si scordino gli obblighi dovuti dalle Convenzioni e dalle leggi.
San Marino non ha trascurato gli adempimenti formali e protocollari della convenzione, ed anche all’interno si è dotato di strumenti normativi che si presentano come avanzati (anche se i tempi di obsolescenza in questo campo sono veloci e necessitano di frequenti aggiornamenti).
Ma le norme da sole non bastano se non trovano applicazione in provvedimenti concreti. In particolare, dei tre grandi obiettivi dell’inclusione (scolastica, lavorativa e sociale), solo l’inclusione scolastica ha fatto passi notevoli e si arricchisce oltre la normativa soprattutto con il suo retro – effetto educativo sulle nuove generazioni.
Per l’inclusione lavorativa, traguardo perseguito per la dignità e la socializzazione dei diversamente abili, un progetto di legge per riformare le norme del 91 è stato elaborato dalla Commissione Csd-Onu e presentata alla segreteria per il Lavoro già dal 1917. Nonostante le promesse di soluzione tempestiva ancora non se ne sa niente.
Per l’inclusione sociale, i principali nodi restano il diritto alla vita indipendente, la sensibilizzazione, il ‘Dopo di Noi’, le barriere architettoniche, nuovi centri di socializzazione e alternative all’unica risposta estrema dello Stato con la Rsa di Fiorina, peraltro largamente insufficiente. A quando una ricognizione chiara di questi problemi assieme alle associazioni che li vivono direttamente e l’avvio di un processo serio di soluzione?
Un tema di urgente attualità è l’attenzione al caregiver, a chi si fa carico dell’assistenza al disabile. Serve una regolamentazione e un riconoscimento. Dalla recente riforma delle pensioni mi sarei aspettato un’attenzione a questi problemi: anticipo della pensione per familiari che lasciano il lavoro per occuparsi di un familiare disabile, riconoscimento dei contributi figurativi per chi ancora non può andare in pensione e lascia il lavoro per lo stesso motivo, un fondo per aiutare i pensionati che debbono ricorrere all’assistenza personale a casa o in Rsa, per le cui spese non c’è pensione che basti.
Sono tempi di difficoltà anche economiche: facciamo che a pagare non siano soprattutto i più fragili e i più deboli, che non resti indietro nessuno. Avviamo assieme l’idea di una nuova di socialità”.
Giovanni Giardi