Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino: Le relazioni prese alla carlona
Le parole della Dna e del
procuratore dall’Osso sono
state prese sotto gamba ed è
inevitabile che il perseverare
di determinate situazioni e di
certi comportamenti sia visto da oltre confine come sintomo dell’inaffidabilità
dei governanti sammarinesi.
Il motivo non è chiaro solo per chi non lo
voglia vedere e parla d’altro. Infatti il Procuratore
non solo reitera le conclusioni già
espresse nella relazione del 2010, ma riferisce
le stesse identiche cose relativamente a
due situazioni distinte nelle quali si è tenuto,
però, lo stesso comportamento.
La notizia, insomma, non è tanto il fatto che
quelle cose la Dna le abbia dette. Quanto
quella che le abbia ridette.
Nella relazione del 2010 parlando dell’avvicendamento
al vertice di Banca centrale, il
procuratore si riferiva, infatti, alla nomina di
Reggia a capo di Via del Voltone. Infatti la
designazione di Clarizia è avvenuta a dicembre
di quell’anno, quando il riferimento di
dall’Osso era stato già stilato.
La frase del procuratore era quella nella
quale si stigmatizzava la sostituzione del
vertice dell’organo vigilante, Banca centrale
appunto, con soggetti provenienti dall’ambito
dei vigilati, cioè, all’epoca, Paolo Reggia
che proveniva dal campo assicurativo. Si è
trattato di una breve parentesi, ma è evidente
che da oltre confine la rilevarono con un
certo disappunto. Tanto che, molto probabilmente,
si aspettavano che nella successiva
si usasse po’ più di oculatezza.
Invece, o la
relazione quassù non l’hanno letta o l’hanno
presa alla carlona. Sta di fatto che a San
Marino cosa si è fatto? Si è andati ancora a
pescare tra i vigilati, con la nomina di Clarizia,
già avvocato di Fingestus e già legale in
giudizio in opposizione ad un provvedimento
proprio di Bcsm.
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