L’Informazione: “Anche a San Marino i giornalisti sono processati per aver dato notizie vere”

L’Informazione: “Anche a San Marino i giornalisti sono processati per aver dato notizie vere”

L’Informazione: “Anche a San Marino i giornalisti sono processati per aver dato notizie vere. Nelle sedi internazionali la Repubblica si unisce alle dichiarazioni a tutela dei media e della ‘libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni’. Intanto in casa propria mette sotto accusa chi fa il proprio lavoro e dà conto di notizie di pubblico interesse, ma evidentemente scomode per chi detiene il potere”

Lo scorso 17 aprile, in vista della Giornata mondiale della libertà di stampa che si celebra oggi, un gruppo di stati alle Nazioni Unite, tra cui San Marino, ha rilasciato una dichiarazione sulla libertà dei media. L’occasione ha visto i rappresentanti delle varie nazioni esprimere forte preoccupazione in particolare per l’arresto in Russia del giornalista del Wall Street Journal, ma allo stesso tempo per rimarcare i principi della libertà di stampa che devono essere difesi in tutto il mondo, in tutti gli Stati.  Ecco la dichiarazione:

Libertà dei media Dichiarazione comune a nome di Albania, Andorra, Australia, Austria, Belgio, BosniaErzegovina, Bulgaria, Canada, Croazia, Cipro, Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macedonia Del Nord, Malta, Isole Marshall, Monaco, Montenegro, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Palau, Polonia, Portogallo, Repubblica Di Corea, Romania, San Marino, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Svizzera, Ucraina, Regno Unito e Stati Uniti

In vista della Giornata mondiale della libertà di stampa del mese prossimo, esprimiamo la nostra solidarietà e ammirazione per i giornalisti e gli operatori dei media di tutto il mondo che spesso rischiano la vita per informarci tutti.

Siamo profondamente preoccupati per l’annuncio della Russia di aver arrestato un giornalista del Wall Street Journal. Protestiamo contro gli sforzi russi per limitare e intimidire i media. I media liberi, indipendenti e pluralistici svolgono un ruolo indispensabile nell’informare le persone in tutto il mondo. Il diritto alla libertà di espressione, come sancito dall’articolo 19 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, include la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni. La libertà di accesso alle informazioni e al lavoro dei giornalisti e dei media è fondamentale per il Patto internazionale sui diritti civili e politici.

Notiamo la diffusa protesta dei giornalisti russi e internazionali in risposta a questo recente arresto, inclusa una lettera aperta firmata da dozzine di importanti figure dei media indipendenti dalla Russia che definisce il caso contro di lui “assurdo e ingiusto”. Continueremo a difendere la libertà di stampa e la sicurezza dei giornalisti in tutto il mondo. Esortiamo le autorità della Federazione Russa a rilasciare coloro che detengono per motivi politici e a porre fine alla draconiana repressione della libertà di espressione, anche nei confronti dei membri dei media”.

Preoccupante che a fronte di una dichiarazione come questa anche a San Marino giornalisti siano sotto processo semplicemente per avere pubblicato notizie vere.

Perché siamo sotto processo spiegato semplice Proprio oggi, Giornata mondiale della libertà di stampa, a San Marino ci sono giornalisti sotto processo per avere fatto il proprio lavoro. Per la verità è complicato spiegare ciò che è assurdo, pertanto è solo possibile descrivere come mai caporedattore e direttore di questo giornale siano sotto processo, illustrando i fatti. Intanto va subito chiarito: i giornalisti in questo caso non sono sotto processo per diffamazione, per avere scritto notizie non vere o offensive.

Al contrario: sono accusati di avere pubblicato notizie vere, verificate e di pubblico interesse.

Che cosa è accaduto. Il giornalista ha chiesto ufficialmente, motivando la richiesta con la finalità di attività giornalistica, di poter accedere a un fascicolo archiviato, e pertanto pubblicato. La richiesta è stata fatta tramite BookPa, per via telematica, come obbligatorio in periodo Covid (era l’estate del 2020).

Prenotati data, orario e postazione, dopo qualche giorno il giornalista è stato autorizzato ad accedere al fascicolo. Presa visione del fascicolo il giornalista ha fatto il suo lavoro, cioè ha redatto degli articoli in cui dava conto del decreto di archiviazione nel quale si spiegavano le motivazioni del provvedimento sulla cosiddetta consulenza Gozi, il costo della consulenza pagata coi soldi di tutti, le modalità di svolgimento della stessa. Oltre a questo dal fascicolo emergevano notizie, peraltro già circolate, circa un verbale del Congresso di Stato con le famigerate dichiarazioni della Presidente di Banca Centrale sulle sue interlocuzioni con il capo dei servizi segreti di un altro Stato, l’Italia, e con esponenti della Commissione antimafia italiana. Notizie, queste, di preminente interesse pubblico, vere, verificate delle quali i giornalisti hanno dato doverosamente conto.

Ebbene: per avere chiesto l’accesso a un fascicolo per svolgere attività giornalistica, dopo essere stati autorizzati, per avere fatto degli articoli di pubblico interesse, sono sottoposti a processo. Questo perché chi detiene il potere, attuale Congresso di Stato e Banca Centrale, ha sporto denuncia sostenendo che quelle cose non si dovessero sapere e dovessero, anzi, rimanere segrete. L’accusa è, dunque, divieto di pubblicazione, ma il tutto è ancora più assurdo perché quelle medesime informazioni di cui ha dato conto il giornale sono state pubblicate e si trovano ancora oggi pubblicamente accessibili da tutti sul sito del Consiglio grande e generale, poiché contenute nella relazione della Commissione di inchiesta su BancaCis e le crisi bancarie. Informazioni che lo stesso presidente della Commissione ha dichiarato essere pubbliche, quindi non segrete.

Sarebbe davvero grave, alla luce di questo, se la volontà specifica fosse quella di colpire i giornalisti, da parte di un qualsiasi Stato che nelle sedi internazionali e nelle uscite pubbliche abbia a dichiarare: “Il diritto alla libertà di espressione, come sancito dall’articolo 19 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, include la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni. La libertà di accesso alle informazioni e al lavoro dei giornalisti e dei media è fondamentale per il Patto internazionale sui diritti civili e politici”. E ancora: “Continueremo a difendere la libertà di stampa e la sicurezza dei giornalisti in tutto il mondo”.

L’auspicio è che sia davvero così

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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