La Tomasetti a conoscenza della riorganizzazione del Tribunale prima che fosse pubblica
C’è un altro passaggio nel verbale del Congresso di Stato di Stato relativo alle dichiarazioni della presidente di Bcsm, Catia Tomasetti, che riferì, incontrando i membri di governo il 5 aprile 2019, alcune cose riservate relative alla giustizia che potrebbero fare pensare a “entrature” – dirette o indirette, vere o presunte, di certo riferite – presso il Tribunale di San Marino. Una circostanza, anche questa, che dovrebbe fare riflettere la politica tutta su come si stia procedendo su quali siano e da chi provengano gli esposti che vengono utilizzati come base per una azione di sindacato. È già abbastanza inquietante notare che una indagata, il cui fascicolo l’ha vista prosciolta, ne contesti l’archiviazione anziché nella sede competente, in una Commissione politica. Lo diventa ancora di più a vedere le parole che la stessa pronunciò al Congresso di Stato quando venne raggiunta, ad aprile 2019, da comunicazione giudiziaria. Infatti, oltre ad avere riferito ai membri di governo “di aver avuto un colloquio con Luciano Carta, firettore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise), per parlare della situazione di San Marino e del sistema bancario” e di “aver avuto un colloquio con rappresentanti non meglio precisati della Commissione parlamentare antimafia italiana sugli stessi argomenti di cui sopra”, peraltro senza alcuna autorizzazione dell’esecutivo come emerso dalle testimonianze dei segretari di Stato contenute nel fascicolo sulla “consulenza nel fascicolo sulla “consulenza Gozi”, fece sapere di conoscere provvedimenti di organizzazione del tribunale ancor prima che questi fossero pubblici. Anche questa circostanza destò una certa perplessità tra i membri di governo che verbalizzarono. (…)
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino
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