San Marino. Da ‘Il parlante’: la Cina ritorna potenza planetaria

San Marino. Da ‘Il parlante’: la Cina ritorna potenza planetaria

SAN MARINO. La Cina  sta  assumendo  di nuovo, dopo  quattro secoli,   un ruolo planetario come dimostrano i programmi presentati al 19esimo Congresso del Partito comunista, che ha riconfermato alla presidenza Xi Jinping.  Si prospetta  la ‘conquista’ dell’Europa   attraverso  ‘la via della seta’, che verrà ricostruita in tre versioni:  stradale, ferroviaria e marittima.  Anche gli Stati Uniti d’America  considerano l’egemonia cinese  ormai  un dato di fatto.  Da dove, la Cina, prende tanta forza? Perché è così diversa?

Da: “Il parlante. Il linguaggio dalla comparsa al web Motore del successo degli umani“, di Marino Cecchetti (ISBN: 1220024228Il libro è in vendita al prezzo di euro 15, con invio a domicilio.  Per modalità e  condizioni clicca: UNILIBRO (disponibile anche in lingua inglese).

Non in tutte le regioni del mondo le aggregazioni umane si sono formate e sviluppate attorno a un tempio, modello Göbekli Tepe. Cioè avendo la religione come fondamento. In Cina, duemila e cinquecento anni fa, il senso dello Stato già si sostanziava in un complesso di precetti (confucianesimo) aventi una forza di applicazione paragonabile a quella dei precetti di origine religiosa, senza essere di natura religiosa. Era già consolidata – chissà da quando – una concezione razionale dell’ordine naturale, che trovava applicazione in uno stile di vita armonioso. Chi governava, non faceva leva sulla moralità collegata a una credenza nel soprannaturale, ma sull’esercizio del potere e su un codice di norme – emesse nell’interesse della societas – che infliggeva dure punizioni ai trasgressori.
La Cina è un Paese immenso ma per oltre il 92% è formato da una sola etnia, la Han. Il che ha favorito non poco l’unità. Per millenni è stato governata da imperatori (dal 221 a.C. al 1911) che assicuravano l’«armonia» all’interno nonché quella fra Terra e Cielo.
Oggi in Cina al governo ci sono persone che gestiscono il potere non certo per costruirsi un megatomba in cui seppellire quante più ricchezze possibile come era tipico degli imperatori, ma per far crescere la potenza dello Stato ed, al contempo il benessere economico della gente. È la nuova Cina, nazionalistica e rampante, tornata, dopo quattro secoli, ad un ruolo planetario.
L’impianto organizzativo della societas in Cina è quello tradizionale, ma senza l’imperatore. Il passaggio lo si deve a Mao Tse-tung, che ha utilizzato il ‘socialismo’ per mantenere l’impero senza l’imperatore. Nella organizzazione interna, né prima né dopo Mao, non si è avvertita – se non marginalmente e sporadicamente – l’esigenza di una democrazia alla Mileto. Ed il concetto stesso di persona non è – o non è ancora – in Cina, quello sviluppato sulle coste del Mediterraneo dopo Mileto, grazie ad Atene, a Roma e poi al cristianesimo dell’Europa occidentale.
Oggi, in una architettura sociale sostanzialmente ancora di stampo ‘imperiale’, viene incoraggiato, un materialismo basato sull’onnipotenza del mercato, in mano a una casta di nuovi nababbi, che favorisce un consumismo spinto all’estremo. Il che è stato reso possibile da una precisa scelta di governanti illuminati: la tecnoscienza.
La tecnoscienza, arrivata in Cina dall’Occidente nella seconda parte del Novecento, è stata innestata – felicemente innestata – sulla cultura tradizionale. Il ceppo millenario di tale cultura sta fornendo alla tecnoscienza tanta linfa da farla ingigantire in una galassia di ramificazioni rigogliosissime, di impatto planetario.
Il rigore e lo sforzo negli studi nobilitati e ben radicati già ai tempi di Confucio e saldati al difficile sistema di scrittura ideografico, applicati nel nuovo contesto culturale secondo un ‘progetto imperiale’, stanno facendo guadagnare al Paese le primissime posizioni a livello mondiale in moltissimi settori. Ad esempio nell’e-commerce (Alibaba), fra i motori di ricerca (Baidu), fra i social (Tencent). Queste aziende occupano già i primi posti nei loro settori a livello planetario, supportate, come sono, da una ricerca universitaria d’avanguardia. Si va dalle futuristiche applicazioni della meccanica quantistica ai settori più ‘ordinari’: telecomunicazioni, intelligenza artificiale, nanotech, biotech, fintech, robotica, droni, auto elettrica.
La Cina arriverà presto direttamente nel cuore dell’Europa occidentale  attraverso l’antica ‘via della seta’ ricostruita in tre versioni: strada, ferrovia e via marittima.
Rimanendo in Asia va citato come altro singolare modello di societas, Singapore: Smart nation. Lì il governo, come in uno Stato-azienda, è organizzato – e funziona – come il consiglio di amministrazione di una società per azioni, con un controllo elettronico del territorio e delle persone. Si sta andando oltre il Leviatano di Hobbes. Sono state messe in risonanza la perfezione dell’orologio e le potenzialità della rete.

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Dalla ‘quarta di copertina’ 
Con un approccio divulgativo si rilegge il percorso della civiltà, scegliendo di mettere in particolare rilievo alcune tappe:
– l’alfabeto e lo zero;
– la separazione fra divinità e natura;
– la tecnica che dalla ruota dentata dell’orologio medioevale ci ha portati su su fino alla Luna;
– la logica, gemmata dal sillogismo aristotelico: sta alla base dell’utensile ‘amico computer’.
In quanto parlante l’uomo resta al centro del creato, anche se non più fisicamente come si riteneva prima di Copernico.
In prospettiva c’è il ‘
robot sapiens’, obiettivo dei recenti progetti sull’apprendimento automatico, ed anche dell’Alfabeto del Pensiero elaborato da Leibniz alla fine del Seicento. Lo potremmo considerare il Sacro Graal del nuovo millennio: lo schiavo perfetto al servizio del parlante, costruito dal parlante stesso.

 

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