Per San Marino. Conclusioni

Per San Marino. Conclusioni

 CONCLUSIONI

 

Lo
Stato Mamma è finito per sempre e ci attendono molti sacrifici a causa della
gestione dissennata degli ultimi vent’anni di governo, dell’intreccio tra
affari e politica, delle lotte di potere, dei traffici, delle ruberie, dello
sperpero e del clientelismo.

Il
saccheggio del bilancio dello Stato, il voto di scambio, le penetrazioni
criminali, l’incompetenza e la superficialità dei governanti, le improvvise e
ingiustificate ricchezze di qualcuno, impongono una svolta radicale in termini
politici e culturali.

E’
indispensabile ridare moralità alla politica, adottando una nuova etica
pubblica, rilanciare la cultura del lavoro e dell’impresa, riconoscere e
diffondere i valori dell’onestà, dell’impegno, della competenza, della
responsabilità, del senso dello Stato, della buona amministrazione, del merito,
della fratellanza, della solidarietà.

E’
fondamentale unire il popolo sammarinese sui grandi obiettivi di un progetto a
lungo termine impostato sulla trasparenza, sulla legalità, sull’equità, nella
consapevolezza che il futuro può essere costruito con un duro lavoro, con un
forte impegno collettivo, con la messa al bando dei furbi, dei vagabondi, degli
approfittatori.

La
gravissima crisi di sistema in cui è stato portato il Paese, ormai sfibrato e
confuso, deve essere l’occasione positiva per un cambiamento di mentalità, per
il rinnovamento dei gruppi dirigenti, per diffondere le virtù civili, per
sconfiggere l’opportunismo.

Deve
segnare la ripresa dei rapporti umani, la frequentazione dei luoghi del
confronto, l’emersione di tutte le energie positive, la democratizzazione dei
processi decisionali, la ridefinizione dell’identità di San Marino,
l’affermazione di una democrazia forte e partecipata, il cambiamento degli
stili di vita.

Alla fine di questa fase
disastrosa, niente sarà più come prima, ma il Movimento “… per San Marino”
non vuole subire il futuro. Lo vuole invece promuovere e costruire insieme ai
cittadini sammarinesi decisi a ritornare padroni del loro Paese.

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