Piazzale Lo Stradone Federico Bigi: “Il Consiglio dia seguito alla delibera del 2023”

Piazzale Lo Stradone Federico Bigi: “Il Consiglio dia seguito alla delibera del 2023”

Riceviamo e pubblichiamo

Qualche giorno fa sistemando alcuni libri ho ripreso in mano dopo tanto tempo il volume “Pagine sammarinesi”, un volume pubblicato negli anni Sessanta curato dal prof. Federico Bigi.
Mi è tornata la curiosità di capire che seguito ha avuto l’Istanza d’Arengo “per l’intitolazione del Piazzale Lo Stradone a Federico Bigi”, presentata il 2 aprile 2023.
L’istanza fu approvata dal Consiglio Grande e Generale il 13 settembre 2023 con 31 voti favorevoli, 20 contrari e 3 astenuti.
Lo stesso Consiglio Grande e Generale, in un esercizio di cerchiobottismo tipico dei fine legislatura, approva un ordine del giorno con 27 voti favorevoli e 25 contrari in cui “dà mandato al Congresso di Stato di individuare, in collaborazione con la Giunta di Castello di Città, un luogo idoneo da intitolare alla memoria del compianto politico sammarinese”.

Due delibere del Consiglio Grande e Generale, con due precisi impegni, diversi nella sostanza, ma univoci nel fine, cioè dedicare un luogo per “il ruolo di primo piano ricoperto da Federico Bigi nella storia del Paese”, come definito nell’ordine del giorno del declassamento di quanto approvato dall’Istanza d’Arengo.

Il risultato finale mi pare sia lo stesso di tante Istanze d’Arengo, approvate con accalorati dibattiti o respinte, aggiustate con ordini del giorno e lasciate nel dimenticatoio.
Federico Bigi non merita la titolazione di un luogo a San Marino, nella nostra capitale, centro della democrazia e istituzioni sammarinesi, località nella quale il professore viveva?

Pare proprio di SI, anzi NO e tutto ritengo rientri nella logica delle mediazioni politiche in cui il centro a San Marino ha sempre sofferto di un sentimento di inferiorità culturale rispetto alla sinistra che ha la capacità di ricordare le figure eminenti.

Personalmente ritengo poco serio che in una fase storica in cui San Marino guarda all’Europa e prima o poi, pare sempre più poi, sottoscriverà un accordo di Associazione con l’Unione europea, figure come Bigi non sono ricordate degnamente.

Provo un certo senso di disagio quando vedo la consegna di onorificenze alle persone più disparare, come se le benemerenze verso la Repubblica siano diventate un oggetto da supermercato, e cittadini sammarinesi che hanno fatto la storia delle nostre istituzioni non sono adeguatamente ricordati.

Se si dedica una sala pubblica a un personaggio politico maltese (Joe Cassar, ndr), penso si potrebbe dedicare il piazzale a Federico Bigi, già lo stradone, senza far toro a nessuno e ricordare come sullo stradone non si bevono solo birre e spritz, per Natale si mettono le luci alla porta del paese, ma per anni si è articolata la politica della Repubblica con figure come Bigi, Reffi, Savoretti, Ghironzi, Morganti, Boscaglia e tanti altri.
Una golden age della politica che andrebbe ricordata in tutta la sua totalità culturale per fare avere contezza alle giovani generazioni della storia recente del Paese e fare comprendere a chi sceglie San Marino come residenza per motivi economici che da Dogana in su non c’è un Paese dei balocchi in cui si pagano poco le tasse, si fa il pieno con ricarica Smac e si ricevono onorificenze.

Federico Bigi, come tanti altri suoi coetanei prestati alla politica, ha guidato il Paese in fasi storiche complesse e straordinarie in cui con modestia ma fermezza si è rapportato con l’Italia, con le complesse dinamiche internazionali e poi da primo giudice sammarinese alle corte europea dei diritti dell’uomo ha rappresentato la Repubblica di San Marino in Europa.

Spero che il Consiglio Grande e Generale in questa legislatura appena iniziata abbia la volontà di dare seguito alla delibera del 2023.
Ma c’è qualcosa in più, sarebbe necessario che il nostro stato dedicasse con continuità risorse economiche per valorizzare l’identità culturale sammarinese, in un’epoca in cui anche la fluidità’ delle cittadinanze, le residenze economiche e l’italica egemonia nei ruoli apicali della Repubblica ci stanno facendo dimenticare da dove siamo venuti e dove vorremo andare.

Marco Podeschi

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