Pierpaolo Loffreda intervistato da Agelica Bezziccari, L’Informazione di San Marino

Pierpaolo Loffreda intervistato da Agelica Bezziccari, L’Informazione di San Marino

(Segue il commiato da San Marino scritto dallo stesso Loffreda)

L’Informazione di San Marino

 Pierpaolo Loffreda: “una città senza cultura diventa una stalla” 

Agelica Bezziccari 

 Da gennaio 2014, con l’avvento
delle strumentazioni digitali,
le proiezioni a San Marino avverranno
solo in un’unica sala,
al Teatro Concordia a Borgo
Maggiore, e tranne specifici
eventi di privati, nelle altre sale
della Repubblica non verrà più
portata avanti la consueta programmazione
cinematografica.
Negli anni passati però a San
Marino si è sempre cercato
di mantenere viva una certa
cultura cinematografica, come
racconta in questa intervista
Pierpaolo Loffreda.

Quando è iniziata la sua esperienza
a san Marino e qual
era la sua mansione?

“La mia collaborazione con
l’Amministrazione di San
Marino – con l’Ufficio Attività
Sociali e Culturali, in particolare
– è iniziata nella primavera
del 1993. Mi hanno invitato
a curare una rassegna, dedicata
alle donne al cinema, al
Cinema Turismo. Così abbiamo
avviato una lunga e fortunata
collaborazione. Dalle rassegne
tematiche (il western, la spiritualità)
siamo presto passati
ai cartelloni continuativi di
“Occhi sul cinema” al Teatro
Nuovo di Dogana, ricchi di diverse
proposte, e anche ad altre
attività, durante tutto l’anno,
per un compenso complessivo
di 6.000 euro all’anno, rimasto
inalterato per molti anni.
L’ufficio era diretto – benissimo,
secondo me – da Gemma
Cavalleri, e il confronto, fra di
noi, era continuo e fruttuoso.
Le attività così si sono moltiplicate,
fino a coinvolgere
moltissimi utenti”.

Perché non collabora più con
san Marino?

“La collaborazione si è interrotta,
improvvisamente, senza
che venissi avvertito di nulla,
all’inizio del 2011. Dalla Segreteria
di Stato mi hanno fatto
sapere, per interposta persona,
senza mai contattarmi o dirmi
alcunché, che non ero più
gradito in quanto “non nato a
San Marino” e che i dipendenti
dell’Uasc avrebbero fatto il
mio lavoro meglio di me e con
minor spesa. Ma allora mi sono
chiesto, e avrei voluto chiedere
al mio interlocutore fantasma
– perché non si è mai manifestato
apertamente – : ‘Se, per
disgrazia, avessi bisogno di un
intervento chirurgico, andresti
da uno qualunque, a patto solo
che sia sammarinese di nascita,
oppure cercheresti uno bravo?’.
Ecco, non mi è sembrato che
cercassero uno bravo per giocare
il ruolo di operatore culturale;
perché è questo che ho
fatto per 18 anni a San Marino,
come in altre città: operare
delle scelte culturali nel campo degli audiovisivi e veicolarle al
pubblico”.

Come pensa sia stata gestita
la cultura cinematografica
a san Marino, in passato, e
come è gestita ora?

“Mentre ero un consulente
dell’Uasc, penso che le cose
siano andate bene. Ovviamente
si sarebbe potuto fare anche
di più, come in ogni cosa. Ora non so come sia gestita l’attività
di cultura cinematografica a
San Marino. Dovete rispondere
voi: è davvero curata meglio,
con maggiori risultati e a costi
inferiori?”

Dall’anno nuovo chiuderanno
tre delle quattro sale cinematografiche
in Repubblica,
perché il passaggio al digitale
sarebbe troppo oneroso. con
la chiusura delle piccole sale,
a livello nazionale italiano,
si rischia la scomparsa del
cinema d’autore?

“Il passaggio al digitale,
purtroppo, sta creando ovunque
problemi. Avrebbe potuto
essere un’opportunità nuova,
e invece si sta rivelando
una condanna a morte per le
piccole sale e per il cinema di
qualità. Ogni amministrazione
pubblica, e quindi anche quella
di San Marino, dovrebbe, a
mio avviso, dotarsi di una sala
in cui programmare iniziative
di cultura cinematografica,
magari affidandone la gestione
a chi lo sa fare, come avviene
a Cattolica – per restare nelle
vicinanze – col Cinema Snaporaz,
o a Rimini, a Cesena, a
Modena col Circuito cinema e
la sala Truffaut. Ci sono molti
esempi riusciti cui ispirarsi”.

A san Marino per il secondo
anno è stato organizzato da
un privato il san Marino
film festival. La ‘privatizzazione’
della cultura può
essere una soluzione per non
far morire il cinema?

“Non sono mai stato al San
Marino Film Festival, ma me
ne hanno parlato bene. L’intervento
dei privati è molto importante
e auspicabile, secondo
me, sul modello statunitense
(che mi sembra molto valido), a
patto che i privati non vogliano
condizionare troppo in senso
commerciale le scelte culturali
, snaturandole. Va sempre tenuto
distinto, io credo, il rilievo
industriale che ha il cinema
– come le grandi produzioni,
l’intrattenimento – col lavoro
di ricerca, di approfondimento
critico, di proposta d’alto
livello. E, su quest’ultimo, una
amministrazione pubblica non
può non contare ed investire.
Anche perché una qualsiasi
città, senza cultura, diventa
una stalla”.

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“Chiusi forzatamente gli occhi sul cinema”


L’appello che divulgò Loffreda nel 2011

Dopo 18 anni consecutivi,
segnati sempre dalla più viva
attenzione da parte del pubblico,
il Segretariato di Stato
alla cultura di San Marino
(Romeo Morri, ndr) ha deciso
di chiudere le attività di cultura
cinematografica a San Marino,
organizzate finora dall’Ufficio
Attività Sociali e Culturali, in
particolare: le rassegne Occhi
sul Cinema pianificate durante
tutto l’anno, gli incontri con
i registi, i cineforum con la
Scuola Superiore, le lezioni e
proiezioni per l’Università del
Sorriso. Le attività sono state
chiuse con questa motivazione:
il curatore di tali iniziative
“non è sanmarinese”. In 18
anni sono stati proiettati centinaia
di film d’autore esclusi
dal circuito commerciale (cioè
altrimenti e altrove invedibili),
cult movies e classici della
storia del cinema in edizione
restaurata, strutturati in ben 43
rassegne di Occhi sul cinema
e in altre rassegne (il cinema delle donne, il western di ieri e
di oggi, la spiritualità al cinema,
tutti i film di Cronenberg),
si sono tenuti numerosi incontri
con registi (fra i quali Ursula
Ferrara, Daniele Segre, Paolo
Benvenuti, Vittorio Moroni,
Berardo Carboni e altri ancora)
e critici di grande prestigio
(come Franco La Polla, Giorgio
Cremonini, Bruno Fornara),
corsi sul linguaggio cinematografico
(dai quali è emersa una
autrice-illustratrice sanmarinese
d’alto rilievo come Nicoletta
Ceccoli) e sull’uso della
videocamera e il montaggio,
incontri-lezioni con gli studenti,
conferenze e pubblicazioni sulla
storia del cinema a San Marino
e su un personaggio sanmarinese
di tutto riguardo come Vittorio
Valentini. Tutto ciò costava
pochissimo all’amministrazione
(e quindi ai cittadini sanmarinesi,
che hanno sempre seguito
con interesse tali iniziative),
ma purtroppo è finito: morto e
sepolto”.

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