Politica, L’Informazione di San Marino: “Legge elettorale raffazzonata mette in difficoltà la Reggenza”

Politica, L’Informazione di San Marino: “Legge elettorale raffazzonata mette in difficoltà la Reggenza”

Legge elettorale raffazzonata mette in difficoltà la Reggenza. Dubbi interpretativi su iter da seguire e numeri per la prosecuzione

ANTONIO FABBRI – “La verità è una soltanto”, la legge elettorale uscita dal referendum “non permette in alcun modo ad un singolo partito di rompere la coalizione per allearsi post voto con il ‘nemico’”. Parola del comitato promotore “Si alla rappresentatività”, Democrazia cristiana in testa, il 31 maggio del 2019, per sostenere il “sì” al referendum sulla legge elettorale. Così replicavano a chi, dal Comitato contrario, sosteneva che il quesito avrebbe reso raffazzonata e confusionaria le legge, proprio come si tocca con mano in questi giorni.

Un concetto, quello sopra espresso, che veniva ribadito da Luca Beccari in persona nella conferenza stampa affiancato da Matteo Rossi, Emanele Santi, Andrea Giani e Adele Tonnini, oggi Sua Eccellenza che assieme ad Alessandro Scarano dovrà decidere sul se e come ci siano le condizioni normative per procedere.

Si dice che con la nostra proposta – affermava nel 2019 Beccari ai microfoni di Rtv – verrebbe meno la norma antiribaltone. Questo non è assolutamente vero. E’ sancito anche nella sentenza che ha dichiarato ammissibile il quesito. La norma antiribaltone rimane”. E in effetti ad andare a vedere la sentenza numero 1 del 2019 emessa dal Collegio garante, che dichiarava ammissibile il referendum sulla legge elettorale non condividendo le osservazioni del Comitato contrario, si legge: “dal testo del quesito referendario e dalla sua specificazione contenuta nella relazione illustrativa risulta chiaro che la possibilità di accordo per formare il Governo può avvenire soltanto o tra singole liste che si sono presentate da sole o tra coalizioni nella loro interezza, senza possibilità di rotture interne; del pari risulta chiaro che la proposta non tocca in alcun modo il meccanismo vigente”, detto comunemente “antiribaltone”. Scrivevano i garanti che dicevano anche come sarebbe spettato alla nuova normativa elettorale coordinare quanto sarebbe uscito dal referendum con la normativa vigente, quindi al legislatore. Legislatore che, però, questo coordina mento non lo ha mai fatto producendo anzi una legge lacunosa, pastrocchiata, raffazzonata e che non norma in maniera precisa un passaggio come quello che si è venuto a creare.

Così tornando alle dichiarazioni dei proponenti nel 2019 la legge “non permette in alcun modo ad un singolo partito di rompere la coalizione per allearsi post voto con il “nemico”. E si dà il caso che l’uscita di Rete dalla coalizione “Domani in movimento” con Motus Liberi, e il passaggio di Rete all’opposizione, cioè al “nemico”, per usare le parole dell’epoca del comitato promotore guidato dalla Dc, rompa appunto quella coalizione che era, assieme a Via delle Scalette, il maggiore azionista della ormai ex maggioranza.

La cosa certa è che era noto fin da allora che la legge elettorale come modificata sarebbe stata un pastrocchio, portato pervicacemente avanti per interessi di bottega. Pastrocchio che oggi si manifesta in tutta la sua dannosità, rischiando addirittura di mettere in imbarazzo la Reggenza, che non ha un preciso e codificato iter da seguire. Intanto l’opposizione, proprio per la mancanza di chiarezza su come e se si potrà proseguire con la legislatura, incontrerà questa mattina i capi di Stato.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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