Continua la disamina dei problemi della sanità sammarinese nell’ambito di “Csdl Informa”.
Durante l’ultima puntata di “Csdl Informa”, fa sapere la Confederazione sammarinese del lavoro in una nota, è intervenuto il segretario della Federazione Pensionati della stessa Csdl, Elio Pozzi, per analizzare i problemi presenti nel sistema nazionale sanitario della Repubblica di San Marino.
“In primo luogo, per quanto riguarda la medicina di base, è stata superata la Cot, con l’introduzione di tre numeri nuovi per chiamare tutti i centri sanitari della Repubblica, ma la procedura che devono seguire gli utenti per contattare il proprio medico è rimasta sostanzialmente la stessa – si legge nel comunicato -. In netto e ulteriore peggioramento, in media, vi sono i tempi di attesa per le visite specialistiche e gli esami diagnostici, come da tabella estrapolata dal sito dell’Iss (visibile anche sul sito e la pagina Facebook della Csdl), che mette in evidenza anche le differenze registrate tra il 2023 e l’anno precedente. Si evince agevolmente il motivo per il quale molte persone sono indotte a rivolgersi alle strutture di medicina privata, che anche a San Marino sono proliferate”.
E ancora: “Peraltro a molti pazienti, in particolare anziani con malattie croniche, sempre più spesso vengono prescritti integratori, naturalmente a pagamento, da assumere per lunghi periodi. Si tratta di prodotti molto costosi, che vanno a gravare sul bilancio di queste persone, molte delle quali hanno una scarsa disponibilità economica. Va sempre ricordato che il 55/60% dei pensionati sammarinesi ha pensioni medie o medie-basse; qualcuno se lo dimentica spesso, invece bisogna tenerne conto. Tra i servizi in forte sofferenza, vi è ad esempio il Servizio territoriale domiciliare, che aspetta da diversi anni di essere trasferito in una sede nuova, con spazi e caratteristiche adeguati alle sue funzioni. Da alcuni anni il personale di questo servizio si trova all’interno del Centro Vivi la Vita, a Dogana di fronte all’Atlante. Sono state ipotizzate alcune nuove soluzioni per questo servizio, ma non se n’è mai fatto nulla”.
“In quella stessa struttura di Dogana è stato trasferito anche il centro diurno che si trovava a Borgo Maggiore, chiuso perché i locali non erano più praticabili, in particolare per le persone con disabilità; quindi sono tutti ammassati in questa sede, peraltro togliendo spazio allo stesso Centro Vivi la Vita. A questo proposito, è fondamentale che in doversi punti della Repubblica, anche in zone decentrate, si aprano dei centri sociali per i pensionati, che hanno il compito fondamentale di offrire un ambito di incontro e di socialità a diverse persone che altrimenti vivrebbero condizioni di solitudine e di isolamento. Altra attività in sofferenza, legata comunque ai temi della salute e della prevenzione, è la ginnastica dolce per i pensionati, portata avanti dall’Associazione Vita Sana, promossa dalla Csu. Sia a Murata che soprattutto a Serravalle c’è una difficoltà estrema ad avere a disposizione dei locali almeno soddisfacenti. I praticanti a Serravalle sono relegati in un corridoio del Multieventi a fianco alla piscina, dove il clima è o troppo caldo o troppo umido”, riporta il comunicato.
E non è affatto finita qui: “Come già ricordato in precedenti comunicati, c’è una netta differenza tra l’inflazione che si registra negli ultimi anni (per il 2023 intorno al 5,5%), e la rivalutazione estremamente ridotta delle pensioni, ferma al solo 2,2% per quelle più basse e a scalare, fino ad annullarsi, per le successive. Misura questa decisa dalla maggioranza, senza nessun confronto col sindacato; in tal modo si è di fatto concretizzato un taglio netto delle pensioni, destinato a durare anche per i prossimi anni, se non si interviene tempestivamente e adeguatamente con la modifica di questa norma. Al di là delle singole problematiche, quello che si rende necessario e di cui non si vede ancora nessuna traccia, è un progetto complessivo della sanità e del sistema di stato sociale pubblico, che delinei il modello che si vuole realizzare per sostenere e migliorare le condizioni di vita di tutti i cittadini, a partire dalle persone più fragili e vulnerabili”.
“In proposito – riferisce infine il segretario della Federazione Pubblico Impiego della Confederazione sammarinese del lavoro, Antonio Bacciocchi – non è ancora giunta nessuna proposta in merito all’Atto Organizzativo e al Fabbisogno del personale sanitario e socio-sanitario, che è lo strumento fondamentale atto a presiedere l’organizzazione delle attività e dei dipendenti chiamati a svolgerle. Anche questa situazione evidenzia come le politiche sanitarie pubbliche non paiono essere realmente al centro dell’azione del governo”.