Rete presenta Progetto di Legge per introdurre il reato di ‘traffico di influenze’: “pratica molto comune, a San Marino”

Rete presenta Progetto di Legge per introdurre il reato di ‘traffico di influenze’: “pratica molto comune, a San Marino”

Vecchi problemi, nuove soluzioni. È la linea di azione adottata da RETE, anche in continuazione con le iniziative adottate quando era al governo.

Lo riferisce la stessa formazione politica, aggiungendo: “Infatti, non si possono più tollerare il lassismo e l’inerzia di certa parte della politica nei confronti di lacune che si trascinano da anni senza conclusione. Sempre con grave danno per il Paese, per le sue Istituzioni e per l’intera comunità.

In continuità con il Progetto di Legge (PdL) sulla riscossione dei mancati contributi presentato due settimane fa, questa mattina RETE ha depositato altri due PdL, che verranno approfonditi con l’opinione pubblica in altrettanti step, al fine di sollecitare l’avvio dell’iter consiliare quanto prima possibile.

Il primo intende normare nuove “Disposizioni in materia di reati contro lo Stato”; il secondo PdL invece è relativo alla depenalizzazione della cannabis e alla semplificazione del contrasto al consumo e allo spaccio di cannabinoidi. La conferenza stampa odierna, si è focalizzata sul primo, quello relativo ai reati contro lo Stato: tre articoli che aumentano le sanzioni per fattispecie di reato già previste nel Codice Penale, e che ne introducono una nuova.

Viene previsto l’aumento di un grado di pena per amministrazione indebita e/o infedele quando il fatto sia commesso in danno dello Stato, ma anche in organi di gestione di istituti bancari e finanziari privati.

Gli scandali finanziari recenti e passati sono un esempio eclatante di come gli interessi privati di poche persone si siano trasformati in debito per tutta la popolazione. È ora di porre basi diverse affinché i responsabili paghino, almeno per il futuro, visto che la legge non può essere retroattiva.

Inoltre, si introduce nel Codice Penale il reato di “traffico di influenze”, già presente in varie legislazioni europee e internazionali, anche ai sensi della Convenzione di Strasburgo del 27 gennaio 1999 e del relativo Protocollo Addizionale, ratificato da San Marino già nel 2016. Mai pienamente attuato.

Il reato di traffico di influenze illecite si verifica quando, di fronte a iter burocratici nell’ambito della pubblica amministrazione, un soggetto o più soggetti sfruttano conoscenze influenti al fine di ottenere favori e agevolazioni, spesso anche pagando somme di denaro.

A San Marino, ancora oggi, questa pratica molto comune, non è reato.

Di questa arretratezza del Codice Penale sammarinese si lamenta anche il GRECO (Gruppo di Stati contro la Corruzione) che a fine ottobre 2020 segnala come critico “il fatto che San Marino non abbia ancora criminalizzato il traffico d’influenze”.  Sono anni che RETE insiste per l’introduzione di questo reato che, a nostro avviso, è alla base del clientelismo nostrano. La mancata volontà di punire tali condotte, andando a colpire anche il mediatore, è uno degli elementi che hanno contribuito all’uscita di RETE dalla maggioranza.

Vari i tentavi di colmare questa lacuna: nel 2022 con un mandato al Segretario per la Giustizia di formulare un PdL entro marzo 2023.  Inutile dirlo, la delega è scaduta. Poi di nuovo ad aprile 2023, con RETE ancora al governo, attraverso un ordine del giorno firmato dall’allora maggioranza (NPR, gruppo misto e Motus Liberi) e approvato in Consiglio anche grazie al voto dell’opposizione. Approvato e dimenticato. Caduti nel vuoto anche gli emendamenti proposti da RETE in occasione della legge sulla Variazione di bilancio.

Ma desistere dalle battaglie non è nelle corde di RETE, per questo andiamo avanti con una proposta di legge che va a colmare queste insopportabili e inaccettabili lacune”.

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