Rimini. Evasione fiscale: botta e risposta tra il presidente Vitali e Confartigianato. NQ di Rimini

Rimini. Evasione fiscale: botta e risposta tra il presidente Vitali e Confartigianato. NQ di Rimini

Nuovo Quotidiano di Rimini: Evasione, è muro contro muro. Il presidente Vitali si sfoga: “Chi la combatte non è mai apprezzato” Gardenghi (Confartigianato): “Perché si criminalizza un’intera categoria?”

“E’ umiliante e offensivo per me e tanti altri cittadini sentirsi dire a mo’ di apparente giustificazione, che se Rimini è un modello e un sogno per l’Italia, lo si deve al fatto che abbia sistematicamente aggirato gli obblighi fiscali per 50 anni”. E’ uno sfogo intenso, di pancia, quello che Stefano Vitali, presidente della Provincia, ha pubblicato ieri su Facebook, lontano (ma neanche tanto) dagli spazi istituzionali del Palazzo. Non è la prima uscita a titolo personale che Vitali affida al social network e non è la prima, soprattutto, sulla piaga evasione. Nelle sue righe non cita mai i diretti interessati e chi li difende all’indomani delle notizie sui redditi zero dei bagnini scovati dalla Guardia di Finanza, ma il riferimento è chiaro. “A Rimini l’evasione fiscale non esiste – attacca con sarcasmo – e se anche esistesse, sarebbe giustificata dal nostro modello.
Ne consegue che chi lotta contro una cosa che non esiste o è un ‘Savonarola’ talebano che ha le visioni o è un nemico di Rimini o addirittura ha l’obiettivo di abbattere l’economia…”. Così come nemici, aggiunge, rischiano di essere considerati i vari Vergallo (citando l’autore della ricerca sul sommerso in provincia, che tanto ha fatto discutere), le fiamme gialle, “i Cecchi e i
Venceslai con i loro ‘spettacolari’ controlli” nel “far saltare un modello virtuoso perché fondato o sull’assenza totale di evasione o sulla presenza ‘genetica’ della stessa”. Il rischio, fa presente Vitali, è che piuttosto si guardi “a colpire i grandi evasori”, i “grandi gruppi industriali nazionali, i ricconi con gli yacht”. Vitali non ci sta: sempre peccato è. “Se in precedenza, si trattava di un tabù, di un ‘non detto’, ora esso fa parte della quotidianità. E lo farà sempre più, perché proprio la crisi mette impietosamente a nudo l’assoluta ingiustizia tra chi paga le tasse e chi non le paga”. Infine una nota di ringraziamento e solidarietà a chi dichiara guerra al sommerso (“soldati al massimo tollerati ma mai apprezzati compiutamente per quel che fanno”) che – conclude Vitali – deve essere onorato alla stregua dei “benemeriti” che combattono la criminalità organizzata.

Gardenghi (Confartigianato) replica criticamente alle parole di Vitali:

Non siamo evasori, non abbiamo nulla da temere e anzi abbiamo fiducia nella Finanza, ma chi ci bolla come evasori dimostra solo di voler distruggere il tessuto produttivo della nostra provincia, forse per altri fini.
Non usa mezzi termini Mauro Gardenghi, segretario provinciale Confartigianato, che su questa vicenda che tocca direttamente i 530 stabilimenti associati a Oasi-Confartigianato è sceso in campo personalmente.
“Ci tengo a dire che abbiamo piena fiducia nel lavoro della Finanza e anzi ringraziamo per la correttezza il comandante Venceslai, con cui ci siamo personalmente incontrati – spiega Gardenghi –
Quei dati sono evidentemente frutto di equivoco. E dunque non siamo assolutamente preoccupati dagli ulteriori accertamenti che la Finanza ha annunciato di voler fare sui redditi 2010”. Gardenghi
spiega che non solo quelle dei suoi 530 associati sono “congrui” con gli studi di settore, ma invita a verificare bene, dato che quasi sempre si tratta di società “familiari”, dove il reddito è poi dichiarato dal singolo componente (marito, moglie, o magari figli o parenti che lavorano nell’attività).
Il punto però non è questo. A non andar giù a Gardenghi sono stati gli attacchi
ricevuti da “rappresentanti delle istituzioni e sindacati in primis (ndr: il riferimento principale è al presidente della Provincia Vitali). Perchè si criminalizza un’intera categoria? – attacca Gardenghi – Perchè si attaccano le piccole attività, di chi rischia in proprio, produce e dà lavoro, proprio ora che la crisi morde pesantemente? A che gioco si sta giocando? C’è chi è arrivato addirittura a proporre di escludere dalle licenze i bagnini o magari di pubblicare le foto sui giornali…Qui la questione è una sola. Nel 2015 ci sarà la rivoluzione delle concessioni in spiaggia con la cosiddetta legge Bolkestein, non vorrei si stesse preparando il terreno per far fuori i bagnini e le associazioni di categoria, che in questi decenni hanno fatto crescere e qualificato la spiaggia di Rimini, lavorando e investendoci, per favorire altri disegni politici ed economici e farci fuori”.

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