RASSEGNA STAMPA – La deflagrazione nell’impianto sarebbe stata innescata dalle scintille di un flessibile utilizzato dagli operai nei pressi del nastro trasportatore. Dimessi due dei tre feriti
di Francesco Zuppiroli – Il boato e l’incendio che ha ferito tre operai nel pomeriggio di lunedì all’inceneritore di Raibano non resterà senza risposte. A chiarire cosa sia successo negli istanti prima del disastro al termocompattatore vicino a Coriano sarà l’inchiesta aperta dalla Procura di Rimini, che procede per lesioni colpose al momento contro ignoti. Questa l’ipotesi di reato contenuta nel fascicolo per cui indaga la Medicina del lavoro insieme ai vigili del fuoco, che anche ieri erano sul luogo dell’incidente per procedere nei rilievi utili a chiarire cosa sia accaduto lunedì intorno alle 16.10, quando nei pressi del nastro trasportatore dei rifiuti si è verificata la violenta esplosione a seguito della quale tre persone sono rimaste ferite, una in modo grave. Secondo le primissime ipotesi a causare lo scoppio sarebbe stato un rifiuto mal smaltito, come ad esempio una batteria per le auto. Ma dopo ormai due giorni di accertamenti la ricostruzione più accreditata è quella per cui dietro all’incidente ci sia l’errore umano. Al momento della deflagrazione i tre operai poi rimasti feriti si trovavano al lavoro vicino al nastro trasportatore per compiere dei lavori di manutenzione per conto di una ditta esterna, con sede nel Ravennate, e incaricata da Hera (…)
Articolo tratto da Resto del Carlino