“Non condivisibili le ragioni dell’astensione di San Marino sulla Risoluzione Onu per il cessate il fuoco in Palestina”.
La pensa così Enzo Merlini, segretario generale della Confederazione sammarinese del lavoro, sottolineando in una nota che “anche San Marino fa parte della schiera dei 45 Paesi che si sono astenuti nel voto sulla risoluzione dell’Onu per il cessate il fuoco di tutte le parti coinvolte nel conflitto israelo-palestinese, proprio mentre si sta consumando una carneficina di immani proporzioni ai danni in particolare della popolazione civile a Gaza; i voti favorevoli sono stati 120, mentre i contrari 14”.
Per Merlini, “non possono essere condivisibili le motivazioni addotte dal segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari: affermare che la risoluzione ‘ometteva completamente il riconoscimento di Hamas come organizzazione terroristica’, mi pare che equivalga a nascondersi dietro la classica foglia di fico; la stessa risoluzione condanna esplicitamente e senza alcuna riserva ‘tutti gli atti di violenza contro civili palestinesi e israeliani, compresi tutti gli atti di terrorismo e gli attacchi indiscriminati’, facendo un chiaro e inequivocabile riferimento proprio al massacro perpetrato da Hamas nella notte del 7 ottobre”.
Analogamente, prosegue Merlini con il suo discorso, “non corrisponde al vero che la risoluzione ‘non faceva alcuna menzione alle vittime israeliane, compresi gli ostaggi’: infatti, il punto 7 recita testualmente” che “(l’Assemblea delle Nazioni Unite) ‘Chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti i civili che sono tenuti illegalmente prigionieri, chiedendo la loro sicurezza, benessere e trattamento umano nel rispetto del diritto internazionale’; basta leggere la risoluzione per rendersene conto”.
E non è finita qui: “È sbagliato che la diplomazia di San Marino abbia deciso di astenersi su una risoluzione che punta a interrompere il massacro di civili a Gaza, chiedendo il cessate il fuoco di tutte le parti in causa, compreso Hamas, con l’obiettivo di mettere in salvo un numero enorme di vite umane, affermare il rispetto del diritto internazionale, favorire la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili, l’arrivo dei beni di prima necessità e il soccorso delle persone ferite e malate”.
“L’obiettivo di estirpare il gruppo estremista di Hamas, autore del sanguinoso ed esecrabile eccidio di oltre 1.200 cittadini israeliani, del ferimento di 11.500 persone e del rapimento di 200 ostaggi, è comprensibile – dice il segretario generale della Csdl -, ma non può tradursi nella mattanza che l’esercito di Netanyahu sta perpetrando con violenti bombardamenti e attacchi indiscriminati, che hanno già ucciso oltre 8mila palestinesi, il 40% dei quali bambini, ammassati nella striscia di Gaza senza nessuna via di scampo, ostaggio della stessa Hamas che usa i civili come scudi umani, divenendo ulteriori vittime sacrificali della sua strategia criminale e terroristica”.
Per il segretario generale del sindacato sammarinese, “la situazione umanitaria è sempre più drammatica: le immagini evidenziano che Gaza è in gran parte rasa al suolo dalle bombe e dai missili israeliani e ogni giorno aumenta a dismisura il numero dei morti; mancano acqua e cibo, le abitazioni ancora in piedi sono senza energia elettrica e i cittadini senza comunicazioni, gli ospedali sono al collasso con tantissimi malati che non possono sfollare, altrimenti andrebbero incontro a morte certa; è straziante la pratica delle madri di famiglia che scrivono il nome dei propri figli su gambe o braccia per poterli riconoscere in mezzo alle macerie nel caso di una morte che diviene sempre più probabile”.
“Reagire all’orrore delle brutali violenze di Hamas con altre violenze indiscriminate da parte dell’esercito israeliano sui civili, non fa altro che alimentare una spirale di odio che rischia di allargare il conflitto, oltre a radicalizzare le posizioni per molti decenni a venire. I bombardamenti e gli attacchi su Gaza mettono in pericolo anche la stessa vita degli ostaggi israeliani ancora nelle mani dei terroristi di Hamas”, sostiene Enzo Merlini.
E ancora: “La risoluzione perfetta che metta d’accordo tutti su ogni singola parola è impossibile. Nel caso specifico, ritengo che San Marino avrebbe dovuto aderire a quella poi adottata dalla maggior parte dei Paesi, a fronte di una escalation che pare non avere fine. È doveroso chiedere di fermare il massacro di civili in atto a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani. Ogni voce in più che si leva con questi intendimenti può fare la differenza, per cui sento il dovere che anche una piccola organizzazione come la Confederazione sammarinese del lavoro prenda posizione: senza far tacere le armi nessuna trattativa o iniziativa diplomatica può avere successo”.
L’unica strada possibile, secondo Enzo Merlini, è quella di “ridare spazio alla politica e alla diplomazia affinché si realizzi il progetto: due popoli, due Stati”. Il diritto di esistere e la sicurezza di Israele, a detta del sindacato sammarinese, “devono andare di pari passo alla creazione dello Stato palestinese: milioni di palestinesi, che da decenni vivono come esuli senza prospettive per il futuro, hanno diritto a una patria dove vivere in pace accanto a Israele”. Questo è “l’unico modo per rendere inefficace ogni strategia terroristica”.
“La risoluzione dell’Onu è scaricabile sul sito www.csdl.sm, sia nella versione ufficiale in lingua inglese tratta direttamente dal portale delle Nazioni Unite, che con una traduzione (non ufficiale) attraverso Google. Invitiamo tutti i cittadini a leggerla attentamente per valutarne i contenuti”, dice infine il segretario generale della Csdl.