San Marino aspetta la firma di Tremonti. Corriere della Sera

San Marino aspetta la firma di Tremonti. Corriere della Sera

Corriere
della Sera
 

Paradisi fiscali Il nuovo governo della repubblica del
Titano si è mosso sulla via della trasparenza come richiesto dall’Ocse

San Marino aspetta la firma di Tremonti

L’accordo bilaterale sulla doppia imposizione è siglato da
più di un anno. Ma non ratificato

A San Marino, dicono, l’aria è più trasparente. «E la verità
— assicura Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri, da
fine 2008 esponente di spicco del governo che si riconosce nel Patto per San
Marino, area di centrodestra in cui lei rappresenta Alleanza Popolare —. La
nostra coalizione in questi due anni e mezzo ha modificato gran parte delle
norme esistenti per arrivare a una maggiore collaborazione con gli stati esteri
sulla via di una maggiore, reciproca, trasparenza». Esempio di questa
trasformazione è il fatto che, sul Monte Titano, hanno abolito le società
anonime. «Abbiamo posto fine a questo tipo di società dalla fine del 2010 —
spiega Mularoni —. Oggi la nostra normativa prevede che tutte le società
registrate a San Marino siano sempre riconducibili a una persona fisica o a una
persona giuridica. Nel caso di quote sociali intestate a una fiduciaria, deve
comunque essere sempre possibile l’accesso ai dati dei soci». Dopo gli scandali
e l’opacità di talune transazioni, il governo di San Marino ha attivato,
attraverso l’ufficio di Vigilanza sulle attività economiche, una serie di
controlli, in diretto rapporto anche con autorità estere, in particolare con la Guardia di Finanza
italiana, al fine di monitorare i traffici sospetti che siano diretti a San
Marino o che da qui triangolino verso destinazioni terze.

Il progetto varato da San Marino prevede la firma di 39
accordi bilaterali conformi agli standard Ocse, 21 di questi conclusi con paesi
membri dell’Ocse o dell’Unione europea. Tanto che nel rapporto ai ministri
delle Finanze del G20 riuniti a Washington nell’aprile 2010, il segretario
generale dell’Ocse ha riconosciuto che San Marino, assieme ad altri 11 paesi,
«ha adottato normative finalizzate ad attuare gli impegni assunti nell’ambito
degli standard fiscali internazionali». Su una cosa San Marino non è disposta a
cedere: la lotta alla doppia imposizione fiscale. San Marino, dice Mularoni,
«non è più quella del 2009. La nostra aperta collaborazione con l’Italia ha
creato le condizioni necessarie al successo dell’operazione scudo fiscale,
favorendo il rientro dei capitali verso le banche italiane. Abbiamo dato più
volte, con i fatti, prova della nostra disponibilità nei confronti dell’Italia.
Esiste un accordo tecnico già firmato tra le parti a conclusione di un lungo
lavoro comune. Manca, da un anno, la firma politica. Noi siamo pronti, ma la
controparte italiana, il ministro Tremonti, dopo averci più volte attaccato non
ha mai trovato il tempo per firmare l’accordo. Un atteggiamento che,
francamente, fatichiamo a comprendere». Un ostacolo sulla via di una maggiore
trasparenza «Il nostro obiettivo è lavorare in un quadro di certezze nei
rapporti economici bilaterali — continua Mularoni — rendendo possibile lo
scambio di informazioni secondo il modello adottato dall’Ocse. C’era opacità e
c’erano le società anonime, siamo arrivati a un accordo bilaterale per
contrastare tutto questo e soprattutto la malavita organizzata. Abbiamo rivisto
il sistema delle rogatorie internazionali, cambiato le normative, combattuto le
frodi fiscali e data, in generale, la più ampia collaborazione. Se non si è
ancora giunti alla conclusione politica della vicenda è perché, forse, a
qualcuno fa comodo poter dire che alcuni fatti accadono per colpa di San
Marino. Bene: questo non è più sostenibile». La piccola repubblica cambia
volto, ma non rinuncia al proprio appeal internazionale. Forte di alcuni
aspetti di grande interesse: la fiscalità agevolata per i residenti,
l’efficienza della (sottile) burocrazia, l’alta qualità della vita e una
conflittualità sociale contenuta sono elementi distintivi in un panorama
internazionale che evidenzia diffuse difficoltà. Per i quasi 32 mila residenti,
un piccolo paradiso, più trasparente di un paio d’anni fa.

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