San Marino. “Bene tenere aperte le scuole, peccato che è stata chiusa quella di Città”

San Marino. “Bene tenere aperte le scuole, peccato che è stata chiusa quella di Città”

Riceviamo e pubblichiamo

 

Proprio pochi giorni fa la Segreteria Pubblica Istruzione ha deciso per il prossimo anno scolastico che nessun Castello di San Marino perderà la propria scuola elementare, fatta però eccezione della scuola di Città che il prossimo anno invece chiuderà.  Con questa scelta a mio avviso troppo prepotente e inspiegata ai suoi cittadini e alle famiglie, si mandano via dalla propria scuola i bambini di città.

Dei bambini, e delle famiglie, di città in questo momento sembra non importare niente a nessuno. Altrimenti non si spiegherebbe come mai un Segretario, abbia potuto chiudere con scelta allucinante la scuola di Città, che in questo momento registra più bambini delle altre scuole nei castelli più piccoli. Una scelta e un messaggio sbagliato, frutto di troppa superficialità, ma degno di una politica che, nonostante le tante parole spese sul valore di ogni scuola sammarinese ha favorito la chiusura di un plesso scolastico importante e di valore storico e ambientale come quello di Città.

Ma se in Città la situazione demografica è assolutamente grave, in altri castelli più piccoli la situazione è ancora più grave perché i bambini sono ancora di meno. Ci si chiede allora con questi numeri perché mai il Segretario abbia potuto fare una scelta tale???

Il tutto avveniva mentre in altre città e in altri paesi con situazioni demografiche simili non chiudono le scuole, perché in quei paesi l’istruzione è considerata un bene assoluto da tutelare e da proteggere e questo è il presupposto della migliore democrazia che ha bisogno di cittadini formati, dove i bambini sono considerati un bene pubblico, dunque fondamentale.

È sconcertante vedere le scelte di governanti che scaricano sui bambini la loro inadeguatezza e soprattutto le lacune di una politica andando a colpire i più deboli. Ancora più raccapricciante, è stato però l’atteggiamento di alcuni partiti, che con la scuola si sono riempiti la bocca per anni, che nei loro programmi hanno sempre evidenziato l’importanza dell’investimento nella Scuola, ora difendono la scelta di una chiusura non giustificabile, nei numeri e nei contenuti.

Bisognerebbe cambiare radicalmente il punto di vista. E cioè dire che, se è vero che la scuola è un valore assoluto come i vari esponenti politici dicono spesso, allora va difesa a tutti i costi. Anzi, la società, e gli adulti, devono sacrificarsi per lasciarla aperta e ampliarla con nuovi corsi. Come ha scritto un autorevole giornalista. Se non lottiamo per i bambini che imparano a leggere e a scrivere, per i ragazzi che stanno crescendo e hanno bisogno fondamentale di incontrarsi in luoghi protetti dove imparano a vivere, per che cosa stiamo combattendo? Che senso ha la nostra stessa società?

Nicola Selva

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